SPPF: lo sport in carcere è un progetto europeo
La Uisp è parte del progetto che raduna associazioni da Belgio, Croazia, Bulgaria e Olanda e che si occupa di sviluppare buone pratiche sportive anche per chi sta scontando una pena
Da anni Uisp è impegnata nella promozione del diritto allo sport per le persone detenute, promuovendo attività fisica all’interno degli istituti penitenziari per adulti e minori, con l’obiettivo di contribuire ad una loro rieducazione motoria e per immaginare anche percorsi di inclusione sociale, una volta finita la pena.
All’interno di questo percorso si inserisce il progetto europeo “SPPF – Sport in Prigione, un Piano per il Futuro”, che coinvolge Italia, Belgio, Bulgaria, Croazia e Olanda. SPPF intende fornire a tutte le parti interessate gli strumenti necessari per sviluppare buone pratiche, utilizzando lo sport in carcere come un ponte di collegamento con altri settori della società.
Dal 5 al 7 ottobre a Porec, Croazia, si è tenuto il secondo incontro in presenza dopo un anno e mezzo di riunioni in videoconferenza. «Uno degli obiettivi del progetto è cambiare il punto di vista dell’opinione pubblica per dare più opportunità alle persone che escono dal carcere e creare un collegamento tra il carcere e la città, coinvolgendo anche la polizia penitenziaria», racconta la coordinatrice Uisp del progetto, Camilla De Concini.
A questo scopo il progetto prevede attività sperimentali che diventano momenti di apprendimento per le associazioni: le attività pratiche sono fondamentali e la loro costruzione è un processo di apprendimento condiviso. «Abbiamo lavorato su questa parte, integrando la pandemia nel processo formativo, cercando di superare gli ostacoli esterni e di trovare modalità per innovare e aggirare i problemi – continua De Concini – Sarà importante rendere trasmissibile e condivisibile la logica che sta dietro agli interventi: infatti, nell’ambito del progetto verrà realizzata una guida metodologica sugli interventi in carcere, e noi dovremo trasmettere in maniera efficace informazioni e indicazioni pratiche, perchè questo permetterà di moltiplicare il lavoro trasmettendolo ad altri operatori e associazioni».
Capofila del progetto è l’organizzazione belga De Rode Antraciet, i partner oltre all’Uisp sono l’università belga VUB–Vrije Universiteit Brussel che si occuperà della parte di ricerca; l’associazione bulgara UPSDA–Sdrujenie Obedineni progesionalisti za ustoichivo razvitie che come l’Uisp ha una lunga esperienza nel campo dello sport e dell’inclusione sociale; l’associazione olandese DJI–Dienst JustitiëInrichtingen e l’associazione croata ACSW–Udruga za kreativni socijalni rad.
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