Una storia da non dimenticare, Anpi Luino ricorda i martiri della Gera

Al cimitero di Brissago Valtravaglia sono stati ricordati i cinque partigiani che il 7 ottobre del 1944 furono fucilati dalle squadre del regime fascista

Martiri gera luino

Nella mattinata di giovedì 7 ottobre, nello stesso giorno in cui sessantasette anni fa furono uccisi dalle camicie nere cinque giovani partigiani della banda Lazzarini, si è tenuta presso il cimitero di Brissago Valtravaglia la loro commemorazione.

Giampiero Albertoli, Luigi Perazzoli, Sergio Lozio, Flavio Fornara e Dante Girani. Questi i nomi «di quei cinque giovani ai quali è stato negato un futuro», ha detto il presidente dell’Anpi di Luino Emilio Rossi, che ha continuato «avrebbero potuto vivere l’alba di tanti giorni, cinque famiglie distrutte dal dolore. Ed ora cosa ci resta di loro? Un ricordo che si affievolisce sempre di più. Noi come Anpi siamo qui a difendere la loro storia dalle manipolazioni, a gridare a gran voce che grazie a loro l’Italia è stata liberata, che questa battaglia contro le distorsioni e mistificazioni nei loro confronti, merita di essere combattuta da tutti e quotidianamente». Tra questi cinque caduti, come ricordato con una lettera dal presidente dell’Anpi di Treviglio Ornella Ravaglia, ci fu anche un ragazzo della sua città, Sergio Lozio: «Aveva 17 anni quando si trovò a dover fare una scelta e, ben consapevole dei rischi, scelse la Resistenza, voleva la pace, la libertà, la democrazia, la giustizia, l’uguaglianza dei diritti. Tutti valori che il fascismo aveva cancellato, li aveva soffocati nell’odio, nel terrore e con la dittatura. Sergio raggiunse questi luoghi, entrò a far parte della banda Lazzarini e qui trovò la morte, venne fucilato. Aveva da pochi giorni compiuto 18 anni».

Tra i presenti il presidente della Comunità Montana del Verbano Simone Castoldi, la sindaca di Brissago Giusy Giordano, il sindaco di Luino Enrico Bianchi, l’ispettore Carlo Leoni in rappresentanza del comune di Mesenzana, il professor Gerardo Chirichiello, il presidente dell’Anpi Provinciale Ester De Tomasi, il parroco di Brissago don Michele Arabizzati, il ciclista della memoria Giovanni Bloisi, una rappresentanza degli Alpini e circa sessanta ragazzi delle terze medie di Mesenzana. Una significativa presenza quella dei giovani di Mesenzana, che si sono avvicendati nella lettura della tragica storia di quei partigiani. La cerimonia si è poi conclusa con il silenzio fuori ordinanza eseguito dal signor Ballinari.

Piccolo estratto del libro ‘I martiri della Gera’ che racconta del loro eccidio.
“È ormai mezzogiorno. Gli otto partigiani risparmiati, con le mani alzate sfilano a piedi nudi per le vie di Voldomino Inferiore, spiati con tremore dalle finestre socchiuse. Particolarmente toccante l’incontro tra Flavio Fornara e la sua mamma. Poi la triste marcia prosegue. Giunti a Brissago, altri cinque ragazzi: Giampiero Albertoli, 24 anni, di Castelveccana, Dante Girani, 20 anni, di Montegrino, Flavio Fornara, 23 anni, operaio di Omegna stabilitosi a Luino, Luigi Perazzoli, 23 anni, di Milano, Sergio Lozio, 18 anni, di Treviglio, vengono condotti a viva forza verso il Cimitero. La soldataglia fascista vuole dare una dimostrazione di forza, là dove è stato ucciso il podestà Cesare Bonfiglio. Questa volta però l’ultimo desiderio dei condannati a morte viene esaudito. Tutti vogliono un prete, un prete che li confessi e li comunichi. Si manda a chiamare il parroco di Brissago, don Paolo Balconi che racconterà i loro ultimi istanti di vita in una toccante testimonianza. Don Balconi, in cotta e stola, scortato dai militi della brigata nera, si accosta ad ognuno di loro. Appoggiati ai grossi ippocastani del cimitero, i cinque giovani in ginocchio si confessano e ricevono il Viatico. Quindi, seduti con la schiena rivolta al plotone di esecuzione e le mani legate alla spalliera della sedia, gli occhi rivolli al Crocilisso tenuto in alto dal sacerdote, accanto a loro, ripetono alcune giaculatorie che non hanno il tempo di terminare. Una raffica di mitra li investe: tre giacciono col viso a terra e i due che si agitano ancora nelle estreme convulsioni della morte vengono finiti dal comandante con la rivoltella. Mentre gli assassini si allontanano, un parroco amministra loro I estrema unzione. Ma la mattanza non è ancora finita. La colonna dei prigionieri si dirige verso Varese. È ormai passato mezzogiorno, i soldati hanno fretta e fame. Rimangono tre vittime designate: Elvio Copelli, 20 anni di Voldomino, Luigi Ghiringhelli, 20 anni, figlio del capostazione di Luino, Evaristo Trentini, 23 anni di Clivio. Giunti in prossimità dell’ippodromo delle Bettole, uno di loro, presago della fine imminente, ha un ultimo sussulto «Non vogliamo morire!» “.

 

di
Pubblicato il 07 Ottobre 2021
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.