Ad Arnate il ricordo di Luciano Zaro, nel segno dell’antifascismo

Il ricordo del ventenne ucciso dai fascisti davanti alla madre. Con la richiesta ribadita di contrastare e sciogliere le formazioni apertamente fasciste

gallarate generico

A 77 anni da quel giorno di novembre 1944, Gallarate fa memoria del sacrificio di Luciano Zaro, il ragazzo ventenne ucciso dai fascisti sotto gli occhi della madre, perché fosse di esempio a tutti quelli che rifiutavano di combattere per la dittatura e a fianco dei nazisti.

La commemorazione si tiene ancora davanti al portone della casa della famiglia Zaro, lo stesso edificio di allora, una corte nelle vie strette di Arnate. C’è Luciana Zaro, la nipote che porta il nome dello zio ucciso  («la mia nascita per mia nonna è stato un segno di rinascita»).

C’era il vicesindaco di Gallarate Rocco Longobardi, che ha ricordato che «Luciano ci ha lasciato un esempio ed era solo un ragazzo» che aveva deciso di non cedere a quella «violenza che anziché cercare il dialogo parla alla pancia delle persone, facendo leva anche sul disagio che alcuni vivono».

L’impegno della memoria è confermato di anno in anno dall’Anpi di Gallarate, fin da quando l’associazione partigiani (oggi guidata da Michele Mascella) ha posto una lapide in marmo sull’edificio. Quest’anno l’orazione ufficiale è stata affidata a una giovane iscritta, Nicol Lovazzano: «Sono passati più di settant’anni da quella tragica sera, non vogliamo dimenticare».

Sia Longobardi che Lovazzano hanno fatto entrambi riferimento alle tragiche circostanze di Zaro, ucciso davanti alla madre, un elemento anche emotivo fortissimo. La giovane oratrice Anpi ha citato anche una poesia di Gianni Rodari, dedicato appunto alla madre del partigiano: «Sulla neve bianca bianca c’è una macchia color vermiglio, è il sangue di mio figlio…».

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La memoria non è solo cosa del passato, è anche conferma dell’impegno antifascista: per questo Lovazzano ha ribadito la richiesta – fortemente sostenuta da Anpi – «di scioglimento di Forza Nuova». Un passo che dopo l’assalto alla Cgil a Roma sembrava fattibile, ma che è scivolato lontano dalle priorità del governo.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 28 Novembre 2021
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