Amici della Terra: “Lo stato del fiume Olona è un insulto al rispetto delle norme”

Lettera dell'associazione ambientalista a Regione e Provincia: «Avanziamo una serie di richieste per conoscere tutti gli scarichi presenti e le relative autorizzazioni»

schiuma fiume olona 2021

Con una lettera indirizzata all’assessore alla Tutela Ambientale di Regione Lombardia, al presidente della Provincia di Varese e per conoscenza ai sindaci di Castellanza, Marnate e Olgiate Olona, l’associazione “Amici della Terra” denuncia per l’ennesima volta la situazione in cui versa il fiume Olona. (foto in alto: un recente episodio di schiuma presente nell’Olona)

«Pare impossibile che, ad anni di distanza dalle normative ambientali moderne (quindi dalla legge del 1976), lo stato idrico e ambientale del fiume Olona e di ciò che lo circonda, sia ancora così disastroso, un vero insulto ad ogni principio di buona gestione e di rispetto delle norme, in una Regione che aspira ad essere tra le più moderne ed evolute d’Europa. È assodato che la tutela delle acque sia una tipica competenza delle Regioni; sono poi le Province che hanno la competenza al rilascio delle autorizzazioni allo scarico.

L’associazione ambientalista avanza quindi una serie di richieste alla Regione: «Chiediamo le ultime indagini compiute lungo il Fiume Olona, diviso in tratti secondo la presenza sullo stesso di depuratori, e degli scarichi fognari annessi allo stesso, con la segnalazione del non rispetto della quantità di scarichi superiori a quelli ammessi. In caso di accertata violazione, chiediamo quali siano stati gli interventi effettuati. Inoltre vorremmo sapere quale sia la presenza censita nel fiume di organismi vegetali e animali nelle varie porzioni dello stesso e se siano state verificate loro morie tratto per tratto; infine richiediamo quali siano i valori di controllo delle falde acquifere e quale sia la loro tempistica».

Amici della Terra inoltre fa altre richieste alla Provincia di Varese: quali siano e quante siano le industrie che ricevono delle deroghe e quale sia la loro durata; quante siano le deroghe ripetute, industria per industria, nonché la ragione di queste. Quanti siano gli scarichi censiti e ogni quanto siano effettuate indagini mirate. «E domandiamo chiedendo, come per legge in copia, anche quali siano le autorizzazioni in corso. Tutti noi, in base al Testo Unico sui Diritti Ambientali, primi quattro Articoli, commi compresi, chiediamo di poter partecipare, come ammesso dalla legge, ai lavori per la concessione di nuove autorizzazioni allo scarico e relative eventuali deroghe.
In base alla normativa sull’accesso alle informazioni chiediamo per favore di poter disporre delle sentenze prese dal Tribunale amministrativo regionale e dal Consiglio di Stato riguardo il fiume Olona e la possibilità di scarico direttamente nel corso d’acqua da parte di aziende private».

Lo scopo – spiega il gruppo presieduto da Arturo Bortoluzzi – è quello di conoscere tutti gli scarichi presenti e poter determinarne l’origine, la natura, la posizione territoriale, poter venire edotti circa le diverse possibili fonti di inquinamento e il loro stato autorizzativo.
«Ci è noto – si legge nella lettera – che l’autorizzazione allo scarico è rilasciata dalla Provincia nell’ambito dei procedimenti unici o integrati. A Regione Lombardia e Provincia di Varese ricordiamo che la regola fondamentale che presiede alla materia è che “tutti gli scarichi devono essere autorizzati” dall’autorità competente. Devono comunque rispettare i valori limite previsti dall’allegato 5 alla parte terza del D.Lgs. 152/2006. I valori limite sono indicati in tabelle differenziate, contenute in detto allegato, a seconda della tipologia di scarico e del corpo recettore».

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Pubblicato il 16 Novembre 2021
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