Finestrini rotti a pugni e sangue per strada: dieci mesi di condanna per la notte folle di Varese del 31 maggio 2021

La scintilla: alcool a fiumi e un pugno contro il cristallo di un'auto. La tentata violenza a un medico che stava per operare. Poi le accuse: “La polizia mi ha ferito” non ritenute vere in giudizio

polizia varese

Non c’è commedia. Eppure la notte brava di un ragazzo nato nel 1997 sa molto di film “Una notte da leoni”, girato però a Varese lo scorso 31 maggio, col “ciak“ partito in tarda serata nel viale delle stazioni, scene proseguite fra le strade del centro e la questura e ultime inquadrature in ospedale con un’accusa pesante pronunciata di fronte ai medici: «Sono stati i poliziotti ad avermi ferito quando mi hanno messo le manette: per questo perdo così tanto sangue dalle braccia».

Una dinamica complicata da digerire per un ragazzo di 24 anni originario del Ghana che alla fine stupisce persino nei palazzi di giustizia, tra occhi che si incrociano come a dire: “Ma ha fatto tutto da solo?“.

Esterno del pub King Cross, bar sotto i portici del vialone che porta alla stazione delle Nord, via Nuccia Casula: ubriaco fradicio in una tarda serata di primavera, il ragazzo è parecchio su di giri, si muove in continuazione, fa casino.

A un certo punto sferra un diretto contro il finestrino di un’auto parcheggiata che va in mille pezzi, assieme al suo tessuto tegumentario che dopo un attimo si trasforma in una seria ferita che gronda sangue. L’adrenalina entra in circolo assieme alla birra e lo fa girare per la città.

C’è un incrocio, il semaforo è rosso e la prima auto che gli capita a tiro la prende di mira, cerca di abbassare il finestrino, cerca la manopola per aprire l’auto e far uscire l’occupante. Dentro infatti, seduto alla guida, c’è un uomo. È un chirurgo che deve raggiungere d’urgenza l’ospedale di Circolo per un’operazione, e che oltre a chiudersi in macchina bloccando le portiere, fa la seconda cosa sensata della serata: chiama la polizia, che arriva in un attimo.

Le volanti fermano il ragazzo che non ne vuole sapere, oppone forte resistenza ma alla fine viene portato in questura. Ci vuole la camera di sicurezza, ma una volta entrato gli agenti si accorgono che il sangue che esce non è da ferita superficiale: occorre farlo vedere da un medico, che lo visita dopo essere arrivato nel cuore della notte in ospedale.

Ma ai sanitari del pronto soccorso il ragazzo dice di perdere sangue a causa della brutalità degli agenti al momento dell’arresto. Il risultato immediato è che oltre alle denunce per resistenza a pubblico ufficiale e tentata violenza privata si somma anche la calunnia. Il giorno dopo l’arresto viene convalidato con applicazione della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Parte naturalmente l’azione penale e si arriva ad una richiesta inoltrata dal difensore Oscar Canzoneri per l’abbreviato, rito alternativo discusso oggi in camera di consiglio a Varese. A fronte della richiesta del pubblico ministero Federica Recanello a 2 anni e 8 mesi (per l’abbreviato, altrimenti gli anni sarebbero stati 4) il giovane è stato condannato a 10 mesi e per i soli reati di resistenza a pubblico ufficiale e per il tentativo di violenza privata, mentre è stato assolto per quello di calunnia.

Era cioè impossibile che l’accusa profferita verso gli agenti potesse rappresentare qualcosa di molto concreto e tale da rappresentare una minaccia in termini di procedibilità nei riguardi degli operanti delle volanti, tanto che gli stessi medici di pronto soccorso non fecero neppure referto per le ferite dal momento che queste ultime erano palesemente frutto del pugno sferrato contro il finestrino, e non dai modi bruschi della polizia.

Mutata la misura cautelare passata dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria all’obbligo di dimora.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 03 Novembre 2021
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da gokusayan

    Come al solito uno “di quelli” che in futuro ci pagheranno la pensione. Bisogna a mio avviso puntare sui rimpatri immediati di chi non si integra! oppure Varese come l’Italia sarà sempre meno sicura.

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