“La verità” è nel nostro smartphone? Lo spettacolo del GTC in scena a Gallarate

Cosa succederebbe se rendessimo pubblico tutto quel che c'è nei nostri telefoni? Il Gruppo Teatrale Crennese torna con l'adattamento del fortunato film "Perfetti sconosciuti"

gallarate generico

Qual è la verità su noi stessi? È quella che mostriamo a tutti? O è quella nascosta dentro ai nostri smartphone, scomposta in tante versioni di noi quante sono le nostre relazioni? È la provocazione di “La verità”, il nuovo spettacolo del Gruppo Teatrale Crennese che debutterà sabato 6 novembre al Teatro delle Arti di Gallarate.

“La verità” è adattamento teatrale (curato da Valeria Longo) del film “Perfetti Sconosciuti” dì Paolo Genovese. Nonuna semplice riduzione, ma una reinvenzione, con l’introduzione anche di un nuovo personaggio. «La Verirà, appunto, che provocherà anche il pubblico e susciterà domande» spiega Cesare Zoia, che firma la regia del nuovo lavoro.

Il debutto alle Arti, in ricordo di don Alberto

«La “prima” per la prima volta non è a Crenna, anche se rimaniamo assolutamente legati al luogo che ci ha visti nascere» spiega ancora Zoia. Il teatro di Crenna non è in grado di rispondere alle nuove normative anti-Covid e quindi il debutto sarà alle Arti, dentro alla rassegna di teatro amatoriale inaugurata dalla compagnia La Crocetta settimana scorsa.

«Siamo molto contenti di partecipare anche quest’anno alla rassegna: ricordare don Alberto facendo teatro è la cosa più bella. Siamo poi molto contenti di tornare sul palco: possiamo finalmente concludere e presentare il lavoro che avevamo iniziato a preparare e che avevamo interrotto a febbraio 2020. Lavorare con il gruppo è stato molto bello e spero di poter portare anche messaggi al pubblico, perché il teatro non deve solo far ridere ma fare riflettere».

Sette amici a cena, un gioco e il convitato di pietra: la Verità

La trama dello spettacolo si riassume facilmente ed è simile a quella del film:si svolge  durante una cena tra amici, i proprietari di casa Eva e Rocco, marito e moglie da tempo in crisi invitano gli amici di sempre, Cosimo e Bianca, novelli sposi, Lele e Carlotta e infine Peppe. La serata prende una piega inaspettata quando Eva suggerisce di fare il gioco della Verità. Ognuno dei commensali dovrà mettere il proprio cellulare sul tavolo e ogni chiamata o messaggio dovranno essere condivisi con gli altri…

Come siete arrivati alla scelta di rileggere Perfetti sconosciuti e come lo avete adattato?
«Premessa: io non ho mai visto il film, ho preferito non vederlo e leggerne solo i testi. Cercavamo un testo che si adattasse alla nostra compagnia, al numero di attori e abbiamo preso un film di grande successo, che è stato oggetto anche di remake in altri Paesi. Il tema è molto interessante e riguarda tutti noi: l’uso spropositato della tecnologia e del telefono, che facilita molte cose, ma ci rende schiavi, vìola la nostra privacy. Non so quanti di noi, se si esaminassero i nostri smartphone e le nostre conversazioni, avrebbero una vita totalmente trasparente. La garanzia del privato poi è anche un tema attuale. Si arriva infine a riflettere su che cosa è la Verità: è quel che siamo davvero o quel che facciamo vedere all’esterno? Abbiamo scelto di creare un nuovo personaggio, la Verità appunto».

Che altre scelte diverse ci sono nello spettacolo rispetto al film?
«Abbiamo scelto di mettere in scena tutte le telefonate, mostrando tutti gli interlocutori di cui nel film si sente solo la voce. Abbiamo poi adattato il contesto, ritoccando i luoghi dove si svolge la vicenda che nel film è ambientato a Roma».

Avete già in programma anche repliche, dopo la prima che rimane comunque emozionante e “in casa”?
«Saremo a Sumirago sabato 20 novembre, poi sono previste altre repliche».

Gli interpreti

In scena ci sono Cinzia Alberici, Monica Squizzato, Mirko Dalla Rosa, Valeria Longo, Cesarina Beretta, Gianni Bardelli, Chiara Luoni, Giada Banca, Marco Benetazzo, Alessandro Della Valle, Pietro Zoia, Simone Longobardi.

Dietro le quinte e alla scenografia e costumi hanno lavorato Angela Minoli, Gianluca Pozzi, Mirko Salvalaggio, Nunzio Minoli, Renzo Cozza, Rina Minoli, Rosanna Sindaco, Silvano Salvitti, Simone Carubelli.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 03 Novembre 2021
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