“Paolo ha lasciato l’immagine dell’amore”: Cassano saluta per l’ultima volta il dottor Casiraghi
Una folla gremita ha riempito la chiesa di Santa Maria del Cerro a Cassano Magnago Paolo Casiraghi

Una comunità scossa e ancora incredula ha dato l’addio a Paolo Casiraghi, improvvisamente scomparso martedì 3 novembre, si è radunata nella chiesa di Santa Maria del Cerro a Cassano Magnago questo pomeriggio, venerdì 5 novembre.
A celebrare il funerale don Andrea Ferrarotti in una chiesa gremita, al punto che molte persone hanno ascoltato fuori sul sagrato.
Casiraghi, classe 1978, era neurochirurgo: nel gennaio 2009 ha iniziato a lavorare all’ospedale Sant’Anna nel reparto di Neurochirurgia diretto allora dal dottor Angelo Taborelli e dal 2015 dal dottor Silvio Bellocchi. É stato medico di gara durante il Giro d’Italia e la manifestazione ciclistica internazionale a tappe Tirreno-Adriatico; oltre al ciclismo ha seguito anche gare di pattinaggio e rugby, nonché il campionato italiano di serie C1 di basket. É stato autore e coautore di diverse pubblicazioni scientifiche in ambito neurochirurgico.
È scomparso prematuramente il dottor Paolo Casiraghi, neurochirurgo di Cassano Magnago
«Questa estate ho rivisto Paolo dopo 20 anni e mi sembrava che il tempo non fosse passato. Mi sembrava quel ragazzo che frequentava l’oratorio, che era buono ed era amato da tutti», ha commentato don Renato Bettinelli, che anni fa è stato affiancato da Casiraghi nel mondo oraotoriale, durante l’omelia dopo la lettura del Vangelo di Giovanni.
“Era il volto di Dio”
«Il suo animo è rimasto intatto; ha lasciato un’immagine grande dell’amore, di Dio e di Gesù: era il loro volto terreno che noi incontravamo e che ci rafforzava. A lui dobbiamo quel cammino della nostra fede come ha fatto Marta nel Vangelo. La speranza della resurrezione è sempre spostata in avanti, è una speranza nel senso umano: bisogna fare un passo avanti. Gesù non chiede solo di sapere e di sperarlo; ci chiede di credere in lui è nella resurrezione», ha continuato don Renato.
«Dobbiamo stare con Paolo e pensare che, ogni volta che ci ritroviamo come cristiani, abbiamo la vita eterna. Gli dobbiamo questo: lui è vivo in mezzo a noi, celebra con noi e lui celebra con noi», ha concluso.
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