Quei documenti inediti che raccontano “La donna del Caravaggio”

Donzelli Editore ha pubblicato il saggio dello storico Riccardo Bassani che attraverso l'analisi degli atti di alcuni processi ricostruisce la vita e le peripezie di Maddalena Antognetti

Libri - Copertine generiche

Offre una lettura a diversi livelli il saggio con cui Riccardo Bassani, archivista e storico, oltre che fondatore delle case editrici Equitare e Gorée, torna a parlare del Caravaggio a venticinque anni dalla controversa uscita di “Caravaggio assassino” (Donzelli 1994) che innescò una vivace querelle con alcuni storici dell’arte e della quale Bassani parla, a voler questa volta sgomberare il campo da qualsiasi equivoco, nel capitolo iniziale dove precisa, dopo aver riconosciuto che «alcuni documenti inediti furono da me trascritti in maniera infedele», che l’ipotesi avanzata allora si è però rivelata esatta al successivo approfondimento: la donna che prestò i suoi lineamenti alla “Madonna di Loreto” fu Maddalena Antognetti, della quale nel saggio odierno è ricostruita la vicenda biografica e il profilo umano.
Figlia di un agiato mercante, ancora adolescente Maddalena (1579) fu travolta da una serie di vicissitudini familiari seguite alla morte del padre che la ridussero insieme alla sorella Amabilia e alla madre Lucrezia a un’indigenza dalla quale le due giovani non trovarono riscatto se non divenendo cortigiane nella Roma della Controriforma post tridentina, negli anni dei pontificati di Clemente VIII (1592-1605), Leone XI (1° – 27 aprile 1605) e Paolo V (1605-1621).
Una città nella quale il nepotismo era la norma e l’esercizio del potere, sia del clero che dei laici, violento e corrotto, supportato da una miriade di leggi che regolavano la vita fin nei dettagli minimi, basti pensare ad esempio a quella che imponeva alle cortigiane il taffetano giallo perché fossero immediatamente riconoscibili o alla prescrizione che queste in chiesa occupassero sempre e soltanto la prima fila dei banchi, così da non distrarre gli uomini dalle funzioni o il divieto di andare in carrozza o di uscire di notte. E non è casuale che il giallo (colore del disonore che le cortigiane condividevano con gli ebrei) compaia nel dipinto “Giuditta e Oloferne”, nel quale Caravaggio usò Maddalena Antognetti come modella o ancora in “Marta e Maria Maddalena”, dove entrambe le sorelle bibliche hanno il taffetano, l’una al collo, l’altra alla cintura.
Dunque, una società regolatissima, ma trasgressiva, sacra e profana, nella quale il profumo d’incenso si mischia a quello di zolfo, tratteggiata dall’autore in modo preciso, soprattutto nella descrizione dei quartieri abitati dalle sorelle Antognetti dove sono all’ordine del giorno risse e ferimenti nel pubblico, incesti, figli illegittimi e violenze di ogni genere nel privato, e il tutto spesso esita in delazioni, querele, denunce, interrogatori, inchieste, arresti, processi, che sono la maggior fonte a cui Bassani ha attinto e che costituiscono parte dell’importante appendice di inediti apposta al saggio.
Tra gli esempi riportati ha un particolare valore la querela di Amabilia in difesa della sorella nei confronti del bargello Ovidio Marchetti, che per anni esercitò su di lei prima e su Maddalena poi una serie di soprusi e prevaricazioni nelle quali un malato senso del possesso trovava sfogo nel disprezzo e in un uso del potere privo di scrupoli, da bravaccio della peggior specie, lui che come capo della polizia avrebbe dovuto essere il primo difensore della legalità.
Un atto coraggioso, di aperta sfida nella «capitale della cristianità governata da un pontefice quasi terrorizzato dalle donne, che in loro vedeva il male assoluto», in una Roma ancora fresca del ricordo del processo, e della successiva condanna capitale, di Beatrice Cenci, ingiustamente accusata di parricidio per la quale Clemente VIII aveva decretato «la damnatio memoriae vietando la circolazione delle cronache che ne ricordavano la storia, punendo severamente autori e diffusori». Ed è la stessa Roma del Giubileo dell’anno 1600 con le sue sfarzose coreografie barocche, ma anche della piena del Tevere della vigilia di Natale del 1598 che gettò nel caos la città: per le strade galleggiavano balle di merci, fastelli di fieno, mobili, libri e masserizie (…) fango, cadaveri, carcasse di animali, rottami di ogni genere. Si potrebbe cedere alla tentazione di leggere la storia di Maddalena come un romanzo, e indubbiamente al di sotto della sequenza cronologica degli avvenimenti lungo la quale la vicenda procede si percepisce un ritmo narrativo diverso, che ai miei occhi è l’ulteriore fascino di questo libro e alimenta la curiosità del lettore di guardare in faccia Maddalena Antognetti, trovando soddisfazione nelle riproduzioni dei sette dipinti nei quali il Caravaggio la usò come modella e nella lettura critica che ne fa Fiora Bellini (già coautrice di Caravaggio assassino) nella postfazione.

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Riccardo Bassani

La donna del Caravaggio – Vita e peripezie di Maddalena Antognetti

Donzelli Editore, settembre 2021

Euro 34

di
Pubblicato il 24 Novembre 2021
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