Uno straordinario patrimonio artistico tra i monumenti alla memoria varesini

E' stato presentato sabato 20 "Vite, arte e storie straordinarie raccontate dai Monumenti  "alla memoria" del Varesotto" pregevole saggio scritto sull'argomento da Gianfranco Ferrario 

Presentazione libro “vite arte e storie straordinarie raccontate dai Monumenti alla Memoria”

E’ stato presentato nella mattina di sabato 20 novembre “Vite, arte e storie straordinarie raccontate dai
Monumenti  “alla memoria” del Varesotto” pregevole saggio scritto dall’architetto Gianfranco Ferrario e sostenuto dall’ordine degli architetti della provincia di Varese.

In Salone Estense, introdotti dal sindaco di Varese Davide Galimberti e dal presidente dell’ordine degli architetti di Varese Elena Brusa Pasquè l’autore Gian Franco Ferrario e l’editore Pietro Macchione, moderati dal giornalista Paolo Grosso hanno presentato il saggio che ha documentato e catalogato “l’architettura dell’oltre” in provincia, seguendo i percorsi culturali e architettonici del varesino Carlo Maciacchini, l’architetto progettista del cimitero monumentale di Milano, di quello di Giubiano a Varese e di Busto Arsizio.

Il volume raccoglie il risultato della visita agli oltre duecento siti della provincia, dove è stato possibile scoprire un patrimonio inestimabile di arte funeraria che abbraccia un periodo di circa 200 anni.

Nei cimiteri della provincia di Varese sono conservate infatti, tra i monumenti funerari, opere di insigni architetti, ingegneri e artisti di fama internazionale: da Luca Beltrami a Paolo Cantù, da Enrico Castiglioni a Camillo Boito, da Carlo Maciachini a Giuseppe Pagano, da Piero Portaluppi, a Giuseppe Sommaruga.

Tra gli scultori si possono trovare opere Floriano Bodini, Enrico Butti, Luigi Fontana, Pompeo Marchesi,  Lodovico Pogliaghi, Arnaldo Pomodoro,  Adolfo Wildt e molti altri: un patrimonio di indiscutibile valore raccolto nel volume edito da Macchione.

Presentazione libro “vite arte e storie straordinarie raccontate dai Monumenti alla Memoria”

LA PRESENTAZIONE DEL VOLUME DA PARTE DELLA PRESIDENTE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI

«Quando ero alle elementari il 2 novembre la maestra Cristina Ferrari della scuola Parini di Giubiano ci portava sempre in visita al Cimitero Monumentale varesino e ci faceva pulire le tombe di coloro che non avevano più nessuno che accudisse le loro lapidi. Noi bambini portavamo stracci e fiori che lasciavamo ad uno ad uno sulle tombe dei “dimenticati”. Sceglievamo quelli che avevano le facce più giovani o quelli che non erano sopravvissuti alla Prima guerra mondiale. La Maestra ci insegnò a leggere le lapidi e a comprendere il valore della datazione e delle frasi con cui chi rimaneva voleva ricordare il proprio defunto. Dalla scuola può  rinascere un nuovo modo di guardare ai cimiteri come musei d’arte a cielo aperto, luoghi per ricordare “Vite arte e storie straordinarie raccontate dai Monumenti alla Memoria”, titolo del libro di Gianfranco Ferrario.

Nei secoli la sepoltura ha avuto modi diversi di essere celebrata. La Storia insegna che ogni paese, ogni epoca e ogni religione ha tradizioni diverse per le sepolture. La vita oltre la morte era un tema molto sentito presso gli antichi quasi sempre interpretato come un viaggio e, in modi diversi, la cultura del modo di scegliere il luogo di sepoltura si è modificata nei secoli e nelle tradizioni e culture adattandosi alle altitudini, al clima e alle religioni. Il tempio di Pashupatinath a Katmandu è un luogo dove la morte è il rito che si ripete nei secoli lungo il fiume dove a pochi metri l’uno dall’altro i corpi senza vita, avvolti in vesti bianche, ornati di fiori profumati, vengono bruciati e le ceneri gettate nell’acqua che purifica: nessuna lapide, nessun nome, nessun ricordo perché per i buddisti tutto è in divenire tutto si trasforma e tutto ritorna.

Per gli Egizi invece non era così. Le loro tombe a distanza di migliaia di anni fanno ancora discutere archeologi e storici sul perché di tanta magnificenza e grandezza. Le origini dei nostri cimiteri italiani hanno invece poco più di un secolo di vita, prima i personaggi famosi venivano sepolti nelle chiese o nei loro dintorni, gli altri in fosse comuni.

La Rotonda della Besana, a Milano, per esempio era stata edificata nel XVII secolo come cimitero dell’ex Ospedale Maggiore oggi. Vi erano sepolti circa 100.000 morti alla fine dell’800 quando le foppe furono svuotate per eccesso di cadaveri e paura di nuove epidemie. I cadaveri erano quindi raccolti in tombe comuni al di sopra delle quali si ergeva la chiesa ovvero un grande e unico monumento religioso che uguagliava tutti senza distinzione di ceto o di cultura.

Il Libro di Gianfranco Ferrario invita a riflettere su un tema importante per tutti: la cultura cristiana delle esequie e il ricordo dei defunti attraverso l’arte e micro-architetture.

Per noi cristiani i cimiteri sono i luoghi del ricordo, del lutto, della riconciliazione, della commemorazione e della preghiera.  Ma non era sempre stato così. La cura delle tombe, la visita al cimitero, la preghiera personale e comunitaria, la celebrazione dell’anniversario e della santa messa in loro memoria sono espressione di un rapporto con il mistero della morte e con le persone che sono passate in un’altra dimensione.

In periodo napoleonico l’editto di Saint Cloud ,del1804, aveva imposto che le tumulazioni avvenissero fuori dal centro abitato, e che le lapidi dei “cittadini” fossero tutte “identiche”. Il provvedimento era stato esteso a tutt’Italia e aveva dato avvio ad accesi dibattiti tra gli intellettuali del tempo.

Ugo Foscolo in antitesi a questa tendenza si soffermò sul valore della tomba, come luogo della memoria e proprio con il grande poeta ha introdotto il tema del sepolcro come luogo di civiltà perché è solo la memoria che può sopravvivere alla distruzione della materia. Attraverso i sepolcri si puó ricostruire la storia di un territorio.

Per la nostra cultura per le nostre tradizioni è diventato importante non dimenticare i propri cari defunti e il loro ricordo consente di mantenere vivo l’esempio di uomini di grande valore e di vite straordinarie così come indicato nel titolo del libro.

Questi sepolcri, attraverso il loro ricordo,  riescono a tramandare alle generazioni future i loro valori morali. Questo è il senso del libro di Gianfranco. Senza la Storia non c’è futuro e senza memoria non c’è storia. Il sepolcro è non solo il luogo di affetti, ma consente la trasmissione di un intero patrimonio umano, attraverso il culto dei personaggi che hanno contribuito alla vita e alla crescita di un territorio. Alla base della teoria foscoliana, vi è l’idea che nel mondo in continuo divenire, soltanto il sentimento, sia in grado di garantire all’uomo l’immortalità, attraverso il ricordo. Ecco che in tutt’Italia alla proposta napoleonica si oppose un inno alla memoria del defunto tramite l’architettura e l’arte. I Cimiteri si popolarono di piccoli templi, piccole case di Famiglia, cappelle per le cerimonie di commiato, in cui far riposare, insieme, i propri defunti.

Tra la fine dell’Ottocento e il Novecento l’architettura della memoria ha trasformato  i cimiteri in luoghi ricchi di opere d’arte, con  piccole e importanti manufatti o curiosi inserimenti artistici e scritte e incisioni che raccontano vite passate.

Il nostro Ordine Degli Architetti di Varese non poteva esimersi dall’accogliere con il dovuto riguardo il lavoro del collega Arch. Gianfranco Ferrario  che ha sapientemente documentato e catalogato l’architettura dell’oltre, seguendo i percorsi culturali e architettonici del nostro  varesino Macciacchini, il grande architetto progettista del Cimitero Monumentale di Milano e di quello di Giubiano a Varese e a Busto Arsizio, a cui lo stesso Ferrario lo scorso anno aveva dedicato un’altra testimonianza  letteraria sui cimiteri come luoghi della memoria: un aiuto concreto per coloro che restano e che vogliono ricordare, un invito alle scuole per scoprire la storia del proprio territorio con una lettura di memoria passeggiando in cimiteri che sono luoghi da conoscere e preservare».

Elena Brusa Pasquè

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Novembre 2021
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