Disdetta unilaterale del contratto di lavoro, “La nostra famiglia” deve pagare 93mila euro
La sentenza è del tribunale di Como. Mirella Palermo segretaria Fp Cisl dei laghi: "Ora ci aspettiamo un effetto domino che coinvolga le sedi della Nostra famiglia sparse sull’intero territorio nazionale"
Il giudice di Como ha condannato “La nostra famiglia”, associazione fondata dal Beato Luigi Monza che si dedica alla cura e alla riabilitazione soprattutto di bambini e ragazzi con disabilità, al pagamento di 93mila euro, riconoscendo così quanto era stato negato ai suoi dipendenti nel momento del rinnovo contrattuale. La vicenda risale a quasi due anni fa: nel pieno del rinnovo del contratto collettivo della sanità privata, i rappresentanti della Nostra famiglia avevano abbandonato il tavolo delle trattative comunicando al contempo che avrebbero applicato ai lavoratori un altro contratto, peggiorativo rispetto al precedente. «Il giudice ha riconosciuto con questa sentenza – spiega Mirella Palermo, segretaria della Funzione pubblica Cisl dei laghi – quanto ingiustamente era stato negato in sede di rinnovo del contratto». (da destra Mirella Palermo e Maria Paola Pasquarelli della Fp Cisl dei Laghi)
Coinvolti nella vicenda sono oltre 130 lavoratori che operano nelle tre strutture in provincia di Varese: a Castiglione Olona, Cislago e Vedano Olona, a cui se ne aggiungono altri 2.000 nelle sei regioni in cui l’associazione è presente.
Un analogo risultato a quello di Como è stato ottenuto sempre dalla Funzione pubblica della Cisl, nello scorso settembre, al tribunale di Udine. «Ora attendiamo fiduciosi che ulteriori risultati come questi vengano raggiunti creando così un effetto domino – continua la sindacalista – che coinvolga le sedi della Nostra famiglia sparse sull’intero territorio nazionale».
Mirella Palermo sottolinea inoltre che le scelte fatte in questi anni non sono legate esclusivamente alla questione economica. «È altrettanto necessario non mortificare i lavoratori deteriorando la qualità del tempo, la dedizione e la professionalità che vengono profuse quotidianamente sul posto di lavoro».
«La sentenza di oggi – conclude la sindacalista – ci rende ancor più motivati ad affrontare ogni tappa del percorso necessario a raggiungere il meritato traguardo dei lavoratori della “Nostra famiglia”. Un ringraziamento a tutto il personale che, pur rivendicando i propri diritti, ha continuato ad operare con serietà e professionalità in tutte le sedi del distretto varesino, agli avvocati Luca Guaglione e Gianmaria Monico per la dedizione, la pazienza e la competenza, e a Maria Paola Pasquarelli preziosa e caparbia collega».
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