Lega all’attacco del Polo delle Libertà dopo il “voto disgiunto” sulle linee programmatiche del comune di Varese
Il segretario della Lega Pinti attacca Forza Italia: "Le linee programmatiche determinano gli schieramenti: sono un voto di appartenenza. Certo, per esprimerla occorre averla, un'appartenenza. Capisco che non sia da tutti"

Centrodestra contro centrodestra a Varese dopo il voto sulle linee programmatiche del Comune, nella seduta del consiglio comunale di Varese di ieri sera.
La minoranza infatti ha espresso il suo voto non favorevole in modi differenziati: Lega, Varese Ideale e il consigliere Giordano di Fratelli d’Italia hanno votato contro le linee programmatiche espresse da Galimberti. Il Polo delle Libertà, che unisce Forza Italia con gli indipendenti della lista Varese per Bianchi Sindaco ha invece deciso di non partecipare proprio al voto.
Un gesto cui la Lega ha dato immediata risposta, rivolgendosi direttamente alla componente di Forza Italia: «Esattamente 64 giorni fa il centrodestra unito chiudeva la campagna elettorale per Matteo Bianchi Sindaco in piazza del podestà. Era lo stesso giorno in cui il Silvio Berlusconi lanciava il suo appello al voto dalle colonne della stampa locale per supportare l’ultimo sprint prima delle urne – ricorda il segretario cittadino della Lega Marco Pinti – C’era una coalizione unita, c’era un programma condiviso, c’erano militanti, sostenitori e simpatizzanti di tutti i partiti e di molte associazioni: insieme fino all’ultimo per affermare un’idea di città alternativa a quella del centrosinistra. Una Varese di cose da fare: più sicura, più attenta al decoro, dove le castellanze sarebbero tornate protagoniste dell’azione comunale.C’erano, nella foto della vigilia elettorale, anche gli esponenti di Forza Italia e affini. Gli stessi che ieri hanno deciso di archiviare le idee del programma che tutti abbiamo sottoscritto e che migliaia di varesini hanno premiato con la loro fiducia».
Questo “tradimento del programma” è considerato: «La sciagurata scelta dei consiglieri che non hanno partecipato alla votazione sulle linee programmatiche» e «Rappresenta uno smacco a tutti gli elettori del centrodestra, ai militanti, a Matteo Bianchi e al resto della coalizione».
Per questo Pinti conclude amaramente: «Le linee programmatiche determinano gli schieramenti: sono un voto di appartenenza, di identità, di orgoglio anche nella sconfitta. Certo, per esprimerla occorre averla, un’appartenenza. Viverla, un’identità. Essere capaci di farlo vibrare, un orgoglio. Capisco che non sia da tutti».
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