Monti: “La nuova legge sulla Sanità costruita insieme ai lombardi”

Nel convegno organizzato a Schianno amministratori pubblici e rappresentanti della Sanità hanno analizzato gli aspetti principali e gli effetti della riforma nella gestione delle unità assistenziali territoriali

Convegno Schianno

La nuova Legge di potenziamento della Sanità Lombarda: aspetti principali ed effetti nella gestione delle unità assistenziali territoriali ”. È stato questo il tema affrontato in un incontro organizzato al circolo di Schianno presenti amministratori locali e rappresentanti della Sanità e del welfare della Lombardia.

Ad introdurre il convegno su un tema molto ampio che ha forti implicazioni locali Stefano Frattini gruppo Lega Nord Indipendenti: “La nostra idea è quello di potenziare il distretto sanitario di Gazzada ed aumentare i servizi dei cittadini. Per questo porteremo una mozione in consiglio comunale da condividere con tutte le forze politiche presenti per migliorare le offerte sul territorio del distretto di Gazzada”.

Una legge costruita insieme ai lombardi, che viene da lontano e guarda al futuro – ha detto invece  Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali al Pirellone e relatore della legge di potenziamento della sanità lombarda. Siamo i primi ad attuare il Piano nazionale di ripresa e resilienza e ad integrarlo con 800 milioni di euro di risorse regionali. In questo modo riaffermiamo la centralità dei cittadini nel sistema di cure”.

“La legge che abbiamo approvato da poco aggiunge un tassello ulteriore al processo di potenziamento della medicina territoriale che Regione Lombardia ha avviato nel 2015, in un contesto di contenimento della spesa sanitaria voluta dai Governi centrali ai danni delle regioni e quantificati dalla Fondazione Gimbe in 37 miliardi nel decennio 2010-2019. Abbiamo voluto dare risposta alle tante sollecitazioni che ci sono pervenute dal terzo settore, dai sindaci, dalle associazioni di volontariato, dagli operatori sanitari e dai medici di medicina generale che abbiamo ascoltato in questi mesi. Un processo legislativo partecipato e costruito dal basso, partendo dalle esigenze di chi lavora in questo contesto quotidianamente” ha detto Monti. 

“Per quanto riguarda le associazioni di volontariato, le mettiamo al centro delle scelte strategiche del sistema sanitario lombardo: insieme a loro programmeremo gli scenari attuativi della legge e definiremo i percorsi diagnostico terapeutici. Una bella dimostrazione di come Regione Lombardia metta al centro il cittadino/paziente anche in scelte molto importanti come queste”.

Tanta attenzione alla cronicità – ha detto ancora Monti – Abbiamo istituito un fondo ad hoc di 5 milioni di euro dedicato al finanziamento di progetti innovativi di telemedicina, teleassistenza e telemonitoraggio dei pazienti cronici. Vogliamo mettere i medici di famiglia nelle condizioni di poter offrire una presa in carico più efficace ed ispirata ai modelli dei Paesi del nord Europa che hanno una conformazione geografica e demografica simile a quella lombarda. Questo stanziamento si aggiunge ai 170 milioni già previsti per lo sviluppo complessivo della telemedicina che, in linea con quanto ci chiede l’Europa, sarà un uno strumento aggiuntivo di medicina di prossimità”.

Una delle principali novità riguarda l’istituzione di un nuovo livello d’assistenza che interagisce con Ospedali e Case della Comunità. “Gli Ambulatori Sociosanitari Territoriali saranno la casa dei medici di famiglia riuniti in associazione o in cooperativa ed opereranno in sinergia con le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità. I medici che lavoreranno al loro interno, potendo effettuare prestazioni ed esami a bassa intensità che oggi sono disponibili solamente all’interno delle strutture ospedaliere, limiteranno le liste d’attesa e promuoveranno l’appropriatezza clinica”.

“Il convegno ha permesso di trasmettere le novità dal Punto di vista della medicina territoriale, di base ed ospedaliera. Meritocrazia, aggiornamento tecnologico e promozione della ricerca sono i cardini ospedalieri sui quali si incentra la legge di potenziamento della sanità lombarda. Un attento lavoro con le università lombarde permetterà un ricambio negli ospedali nel segno della continuità dell’eccellenza” ha aggiunto  Giorgio Bozzini, primario di Urologia all’ASST Lariana.

Interessante anche l’intervento di Gianpaolo Fortini responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Cure Palliative e di Terapia del dolore ASST dei Sette Laghi: “Con 72 Hospice, 814 posti letto, oltre 100 erogatori di cure domiciliari e oltre 30.000 percorsi attivati ogni anno, la Lombardia si pone al primo posto nel panorama italiano per ciò che riguarda le cure palliative. Uno sforzo che ha visto negli anni un incremento costante delle risorse dedicate che oggi superano i 120 milioni di euro. La nuova legge di riforma sanitaria, cogliendo appieno l’attuale contesto sociodemografico ed epidemiologico, prevede un ulteriore potenziamento delle cure palliative. Nel mondo industrializzato, il 20% delle risorse sanitarie è dedicato all’1% della popolazione nell’ultimo anno di vita, prevalentemente per cure ospedaliere. Non è tanto o soltanto un problema di spesa sanitaria ma diventa invece necessario mettere in campo il massimo sforzo per evitare il rischio che si intraprendano cure inappropriate con inutili sofferenze per il malato e le famiglie. Si tratta quindi di intercettare questo bisogno negli ospedali e nei Pronto Soccorsi” ha spiegato Fortini. “Si tratta di una battaglia di civiltà, di grande valore etico e con questa legge, fatta per la comunità, Regione Lombardia si pone ancora una volta in prima fila a fianco dei professionisti e dei cittadini. In tema di cure palliative, siamo in Italia “i primi della classe” e vogliamo continuare ad esserlo”.

Al convegno ha partecipato anche Adele Patrini in veste di esponente del mondo del Volontariato: “Nel mio ruolo e, soprattutto, da paziente oncologico ritengo questa riforma socio sanitaria lombarda una riforma molto partecipata, strutturata in una logica di welfare community che vede i cittadini direttamente partecipi delle scelte che li riguardano. Scienza e cultura si integrano per produrre una cura che sia la sintesi di fattori di fondamentale importanza in sanità: ricerca, scambio di saperi, considerazione della persona, formazione e solidarietà. Il Terzo Settore va a sistema e può favorire il collegamento tra Ospedale e Territorio, attraverso un approccio multidisciplinare, personalizzato ed in rete. Il salto di qualità è notevole e cambierà il rapporto tra individuo, società e malattia”.

 

Roberta Bertolini
roberta.bertolini@varesenews.it

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Pubblicato il 16 Dicembre 2021
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