Quelli di Air Italy: ignorati fino all’ultimo giorno, tra Malpensa e Olbia
A due anni dall'annuncio della liquidazione, 1322 rischiano il licenziamento. I liquidatori nominati dal socio Qatar Airways rifiutano ogni soluzione alternativa
Ignorati fino all’ultimo: anche al 29 dicembre, a due giorni dal licenziamento, i liquidatori della compagnia aerea Air Italy non si sono presentati all’ultimo tavolo, l’ultimissimo, per definire il destino dei milletrecento e passa dipendenti, tra Milano Malpensa e Olbia.
Ancora un nulla di fatto, dunque. Al tavolo di confronto al ministero del Lavoro, c’erano il Mise, il sindacato e le due Regioni interessati – Sardegna e Lombardia – ma alla fine mancava il solito convitato di pietra: i liquidatori della compagnia, messa appunto in liquidazione dal socio principale (Qatar Airways) a inizio 2020.
«Nel caso ci dovesse essere la proroga per queste persone c’è pronta una norma del decreto milleproroghe e resta in piedi la possibilità di accedere al fondo di solidarietà del trasporto aereo, ma noi non ci arrendiamo sollecitando ancora una volta un intervento per senso di responsabilità da parte della proprietà» ha detto il segretario generale della Filt Cgil Sardegna Arnaldo Boeddu. «Oggi abbiamo vissuto un film mai visto fino ad ora: nessuno si era mai sottratto al confronto con il Governo».
L’assenza dei liquidatori è «un comportamento inaccettabile di fronte al governo italiano, le istituzioni e i lavoratori» ha aggiunto William Zonca, segretario generale Uiltrasport.
La Uiltrasporti ha anche proposto la creazione di un “bacino” di transizione per mantenere le qualificazioni del personale e favorire il reimpiego in altre compagnie (per quanto il momento per l’aviazione sia difficile). Circa due terzi dei 1322 lavoratori sono di stanza a Milano Malpensa, l’altra parte invece a Olbia, storica base di Meridiana, il vettore che Qatar Airways aveva rilanciato con il brand Air Italy quattro anni fa.
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