Il Racconto di Natale dei bambini di Casbeno

Dal blog della Scuola primaria Carducci, la storia di un combattivo Babbo Natale alle prese con le multinazionali dei giocattoli

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L’elfo entrò di corsa nell’ufficio del capo proprio mentre lui stava cercando di sistemare alla bell’e meglio il tabacco dentro la pipa.

Babbo Natale lottava con la sua vecchia pipa sprofondato nella poltrona davanti al caminetto accesso con le gambe distese e gli scarponi adagiati su un poggiapiedi.

“Allora non si usa più bussare?” si rivolse all’elfo.

“Signore! Mi scusi Signore!” rispose l’elfo impacciato “sono appena arrivati gli ultimi dati e volevo mostrarglieli!” si scusò.

Babbo Natale farfugliò qualcosa facendo un gesto all’elfo di avvicinarsi.

“In verità” osò dire l’elfo “avrebbe tutti i dati già disponibili sul suo computer…se solo si decidesse ad accenderlo!”

Indicò un vecchio computer sistemato sulla grossa scrivania del capo ma la spessa coltre di polvere che ricopriva la tastiera dava idea che non fosse mai stato utilizzato.

“Giammai!” tuonò all’elfo “quelli sono strumenti del diavolo!” aggiunse “preferisco i bei vecchi metodi! Dunque?” chiese spazientito al suo collaboratore.

L’elfo drizzò la schiena e si schiarì la voce prima di cominciare:

“Miguel di Saragozza aveva chiesto la corda per saltare “Jump-it” con una serie di luci led sincronizzate con la musica che permettono di saltare a tempo e dotata di sensori che inviano allo smartphone via bluetooth il numero di salti permettendo di condividerli sui social.”

“Ha ricevuto una corda…beh…fatta di corda, ma lo stesso è accaduto a Alvaro, Pepe, Carmen e tutti i suoi amici che alla fine si sono trovati tutti giù in strada per giocare insieme a saltare e si sono divertiti un sacco!”

“Annette di Stoccarda” proseguì “aveva scritto nella letterina come prima cosa il bob “Freccia del Nord” ma sotto l’albero ha trovato uno slittino fatto di legno. Lì per lì non ha capito cosa fosse poi il suo papà l’ha portata sulla collina e le ha mostrato come scendere giù dal pendio. Ora di sera non si contavano più le discese che aveva fatto, sempre a folle velocità!”.

Hoshi di Osaka si aspettava di trovare l’ultimo modello del “RoboFriend 3.0” che viene descritto dalla pubblicità come “il robot che non farà mai lo stesso movimento due volte grazie al chip di intelligenza artificiale di cui è dotato!”

“All’inizio la delusione è stata grande nel vedere il nostro robot di legno e per parecchio tempo ha cercato il pulsante di accensione da ogni parte. Poi ha scoperto che poteva fargli fare praticamente qualunque mossa grazie agli elastici che abbiamo montato su tutte le articolazioni e ha passato l’intera giornata a inventare mille avventure!”.

All’inizio non è stato un buon Natale per Amalia che si aspettava di trovare sotto l’albero “Park”, l’ottovolante in miniatura da costruire e che, una volta acceso, permette a dei vagoncini magnetici di compiere le evoluzioni sulla rotaia.

Nel pacco regalo, al suo posto, ha trovato delle normalissime biglie colorate da far correre in un percorso da costruire con passaggi, ponti e paletti.

Gli zii e i nonni, incuriositi, hanno cominciato a giocare con lei e hanno trascorso insieme tutto il pomeriggio del giorno di Natale, divertendosi come non facevano da tempo!”

“Peter ha ricevuto un flauto, Sheila un libro di favole e così via.”

“Insomma” concluse Babbo Natale “pare abbia funzionato!”

La porta dell’ufficio si spalancò nuovamente e irruppe un uomo vestito di tutto punto con lo sguardo scuro e un passo deciso. Dietro di lui un secondo elfo che si affrettò a giustificarsi: “Scusi capo, non sono riuscito a trattenerlo all’ingresso!”.

L’uomo raggiunse la sedia davanti alla poltrona di Babbo Natale e senza scuse né convenevoli l’afferrò, la girò e vi si sedette: “non ho certo affrontato un lungo viaggio per farmi sbattere la porta in faccia! Sono qui perchè lei” indicò con l’indice e un tono accusatorio Babbo Natale “non usa telefono cellulare e perché ho urgenza di parlare con lei!”.

Babbo Natale fece cenno all’elfo di tranquillizzarsi e si rivolse all’uomo appena entrato:

“Mi dica, dunque! Cosa vuole da me, Mister Profitto?”

Lui si aggiustò il nodo della cravatta prima di cominciare a parlare: “Vede, Mister Claus, ho visto i risultati del lavoro che i nostri analisti hanno fatto sui primi dati che abbiamo raccolto e le previsioni non vanno affatto bene, anzi le previsioni sono terrificanti!”.

Babbo Natale si lisciò la barba: “Mi dica quello che vuole dirmi! Ma per favore, usi parole semplici!”.

L’uomo lo guardò con disprezzo da dietro i suoi occhiali dalla montatura all’ultima moda, cercò di mantenere la calma e disse:

“Quello che voglio dire, Mister Claus, è che i vostri giocattoli di legno e pezza piacciono ai bambini! Stanno avendo un grande successo! Troppo successo! E questo non va bene!”.

“Non capisco, Mister Profitto!” rispose Babbo Natale “non era quello che volevamo? Non era questo il nostro accordo?”.

“Il nostro accordo” ribattè l’altro “era di altra natura! Come sa bene, io rappresento i maggiori industriali e imprenditori del pianeta ed ero venuto qui da lei con una precisa proposta: vista la carenza di chip che arrivano dall’oriente e che hanno ridotto all’osso la nostra produzione di giocattoli, le avevamo proposto di ritornare a produrre i suoi, di giocattoli…come dire…più tradizionali! E le avevamo offerto gratuitamente la nostra rete logistica mondiale per la consegna, tutto questo perché i bambini potessero avere anche quest’anno i regali!”.

“Poi ci si è messo anche quel casino con il canale di Suez…” aggiunse massaggiandosi la tempia.

“Non era previsto” riprese con un sospiro “che i suoi giocattoli piacessero! I suoi giocattoli non devono piacere! Devono solo servire a non far piangere i bambini nell’attesa che noi possiamo tornare a produrre i nostri fantastici gadget iper-tecnologici! È chiaro? Mi sono spiegato?” urlò agitando i pugni nell’aria.

I due elfi presenti ancora nella stanza avevano piano piano indietreggiato con le gambe tremanti fino a schiacciarsi alla parete alle loro spalle.

Babbo Natale, che fino ad allora era rimasto seduto, si alzò e spinse in là il poggiapiedi.

Poggiò la pipa sulla scrivania, lanciò un ceppo nel camino, poi si girò verso Mister Profitto che stava ancora ansimando per la sua accusa.

“I nostri giocattoli, quelli che costruiamo qui nella Fabbrica, sono semplici, non hanno batterie né libretti di istruzioni, né microchip né altri componenti elettronici!”.

“Ma è proprio questo il loro segreto: piacciono perché sono belli!”.

“Da molti, troppi anni ormai, mi avete tagliato fuori! Con la vostra pubblicità martellante e i vostri giochi luminosi avete portato i bambini di tutto il mondo a desiderare oggetti sempre più complicati e costosi, per i vostri interessi, per guadagnare sempre di più!”.

“Ma adesso basta! Dal prossimo Natale torneranno i giocattoli costruiti da me e dai miei elfi, tornerò io e le mie renne a consegnarli in giro per il mondo e non saranno più i vostri corrieri!”.

“Da troppo tempo sono rinchiuso qui perché mi avete tolto ogni possibilità di far felici i bambini!”

Mister Profitto non fiatava ma stringeva le labbra tra i denti, i pugni vibravano per la rabbia.

“Eh no caro amico! Ho finalmente capito che la pensione non fa per me!” dichiarò l’omone vestito di rosso.

“Sa cosa le dico?” aggiunse con un grande sorriso circondato dalla folta barba bianca “Babbo Natale è tornato…ed è tornato per restare!”

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Pubblicato il 24 Dicembre 2021
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