Roberto, una vita da pastore: “Il Natale lo passo insieme alle mie pecore”
Abbiamo incontrato uno dei pastori che in questi giorni staziona con le sue pecore nel Varesotto. Si chiama Roberto Morandi, ha 51 anni, e ci ha raccontato la sua vita di sacrifici e trasferimenti in giro per la Lombardia
Greggi di pecore sparsi sui prati se ne vedono tantissimi nel Varesotto nelle settimane che precedono le festività natalizie. Il nostro è infatti un punto di passaggio per tanti pastori che vanno su e giù per la Lombardia, alla ricerca di terreni erbosi per nutrire gli animali in attesa di tornare in alpeggio. Un’immagine che ricorda il presepe e accompagna il conto alla rovescia verso il Natale.
Abbiamo incontrato uno dei pastori che in questi giorni staziona con le sue pecore nel Varesotto. Si chiama Roberto Morandi, ha 51 anni, è nato a Cittiglio ma ha la residenza in provincia di Bergamo.
Ha la residenza perché non si può dire che viva in provincia di Bergamo, dato che buona parte dell’anno la passa in giro per il Nord Italia al seguito del suo gregge. Quello che in questi giorni pre natalizi si può ammirare tra Bodio Lomnago e Galliate Lombardo conta 1200 capi, per la maggior parte pecore, ma anche asini, agnellini, capre e cani.
«Faccio questo mestiere dal 1985: dopo l’esame di terza media, ho buttato lo zaino e sono partito con le pecore, una tradizione di famiglia – ci racconta in un freddo pomeriggio, in una delle rare pause -. Sono in giro per buona parte dell’anno, soprattutto in Lombardia, ma arriviamo fino in Piemonte. Partiamo a piedi da Bergamo, passiamo da Varese, poi Novara, Vigevano, Pavia fino ad Alessandria: da lì in giugno riportiamo gli animali in montagna, in alpeggio».
Sono in due a gestire questo gregge, con l’auto al seguito e la roulotte per dormire nelle zone assegnate: «È una vita di sacrificio, per noi è sempre un giorno lavorativo, non ci sono domenica, lunedì, feste – spiega -. Le nostre pecore sono da lana e carne, sono animali da riproduzione. Ogni pastore ha il suo percorso, che va rinnovato ogni anno coi permessi dell’Ats. Negli ultimi anni siamo troppi, molti non hanno tradizione, esperienza, lavorano male. Ma io vado avanti, è dura, ma lo faccio volentieri. Ora andiamo col gregge a Galliate, passeremo lì il Natale, insieme alle pecore, è così da sempre».
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