Come scegliere la scuola superiore? Consigli e suggerimenti per prendere la decisione giusta
Non manca molto al "click" che segna la richiesta di iscrizione alla scuola superiore. Una scelta che apre nuove prospettive
Cosa ti piacerebbe fare da grande? I sogni del futuro iniziano sin da bambini. C’è chi ha le idee chiare, chi ha qualche passione e chi non sa proprio da che parte andare.
Al bivio si arriva alla fine della scuola secondaria di primo grado, quella che è per tutti la terza media. I quattordicenni devono decidere a quale scuola superiore iscriversi: liceo, istituto tecnico, istruzione o formazione professionale? Ogni indirizzo prevede poi ulteriori declinazioni e poi altre articolazioni, fino a definire un percorso che porterà il ragazzo a delineare meglio il suo futuro.
«È un momento importante, che va affrontato con consapevolezza – spiega la professoressa Laura Caruso, Referente dell’Orientamento e della Dispersione scolastica all’Ufficio scolastico territoriale – Una scelta che apre nuove prospettive. Per questo va fatta con cura: una decisione sbagliata può innescare una fase difficile che, nei casi estremi, può portare alla dispersione scolastica. Oggi stiamo lavorando per ripensare l’orientamento in uscita dalla terza. Lo sforzo è quello di individuare un modello che colleghi ambizioni e aspirazioni dello studente e dei suoi genitori con il parere dei suoi docenti, in uno sforzo che non è solo informativo ma anche formativo».
Tutti gli insegnanti dell’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado devono individuare le potenzialità, le capacità ma anche le abilità del singolo proponendo uno sviluppo futuro che tenga anche conto del tessuto imprenditoriale esistente: «Il mondo del lavoro, oggi, sta cambiando velocemente – sottolinea Laura Caruso – ci sono professioni emergenti mentre altre stanno scomparendo. Si richiedono competenze nuove, talenti differenti, che afferiscono a predisposizioni di ciascuno di noi. L’aspettativa della qualità della vita deve fare il conto con le ambizioni di ciascuno, certamente, ma anche con l’offerta e le novità legate al progresso scientifico e tecnologico».
Il mondo della scuola sta seguendo con attenzione questa evoluzione del mercato del lavoro, aggiornando i propri profili in uscita e i percorsi formativi: «Ci sono alcune aziende che propongono una sorta di open day permettendo agli alunni di calarsi in differenti ruoli. Ciascuno nei panni di uno dei tasselli della stessa azienda, imparano la complessità e il valore di ciascuna posizione. Un percorso che parte dall’insegnamento della cittadinanza e arriva all’orientamento, in modo trasversale, coinvolgendo ragazzi e ragazze per superare una visione stereotipata dei ruoli».
L’orientamento è un momento complesso su cui costruire un percorso almeno dal secondo anno: «Il successo formativo di uno studente è legato molto alla scelta del percorso che fa. Lavorare sulla conoscenza di sé e dei propri desideri è fondamentale. È un processo di accompagnamento che non deve essere superficiale. Sono importanti i risultati ottenuti a scuola, le capacità che emergono, ma c’è anche tutta la parte di socialità fuori dall’ambito scolastico che deve essere valorizzato».
La scelta del futuro, dunque, deve essere un gioco di squadra, per valutare ambizioni, aspirazioni, attitudini e capacità. I docenti devono consigliare i genitori che devono ascoltare i figli in un confronto aperto. Si parte dalle visite durante gli open day degli istituti o ai saloni dei mestieri per giungere a una valutazione delle carriere in uscita: « A volte si ignora quanto variegato e innovativo sia il mondo del lavoro. Conoscere, confrontarsi e individuare il talento del ragazzo o della ragazza sono le azioni fondamentali per avviarsi verso il successo del percorso formativo».
Il successo o l’insuccesso scolastico non è questione di intelligenza ma di qualità dell’intelligenza: «Ognuno di noi è portato per alcune materie e meno per altre. Ed è sbagliato fare una graduatoria di cosa conti di più o di meno. Tutto è importante in un’ottica di collaborazione collettiva, dove ogni singola professione fa parte di un meccanismo più ampio della società».
Cosa voglio, chi sono e dove vado: gli studenti devono riflettere seriamente su se stessi. La scuola è un’agenzia ma non è l’unica. Qualsiasi esperienza, attività, hobby permette di crescere e di capire quale strada si vuole imboccare al bivio del futuro.
Articolo realizzato con la collaborazione e il sostegno della Provincia di Varese
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