Sicurezza sui treni, l’assessore regionale De Corato chiede la collaborazione di Prefetture e Comuni

Abbiamo chiesto all'assessore regionale Riccardo De Corato quale risposta pensa di dare Regione Lombardia alla richiesta di maggiore sicurezza sulle linee ferroviarie

treno notte

I due episodi di violenza avvenuti venerdì sera su un treno e in una stazione della linea Trenord Milano-Varese hanno riaperto drammaticamente il dibattito su un tema che da tanti anni aspetta una risposta efficace: la sicurezza sui treni, in particolare nelle ore serali e notturne, e nelle stazioni, ormai quasi tutte non presidiate e abbandonate a se stesse. Un tema che chiama in causa innanzitutto i gestori del trasporto ferroviario ma anche Regione Lombardia.

Abbiamo chiesto all’assessore regionale alla Sicurezza, immigrazione e polizia locale Riccardo De Corato quale risposta pensa di dare a questa emergenza.

«La risposta che crediamo possa essere più efficace per contribuire alla sicurezza sui treni è quella che abbiamo avviato sulla tratta Milano Lecco – dice l’assessore – che si regge su due fondamentali presupposti normativi: la legge 6/2015 che prevede accordi tra enti promossi da Regione Lombardia e da noi cofinanziati per la sicurezza urbana, e l’accordo con ministero dell’Interno e Anci stipulato lo scorso 29 aprile che vede sinergie operative tra enti locali e forze dell’ordine per una sicurezza integrata mediante la costituzione di specifici accordi sotto l’egida della Prefettura».

In concreto, come funziona questa risposta?

«In base ad accordi con i Comuni, propiziati dalle Prefetture, Regione Lombardia mette a disposizione risorse per pagare gli straordinari serali di agenti di polizia locale e agenti delle forze dell’ordine per garantire la presenza sui convogli ferroviari nelle ore a maggiore rischio. A Lecco siamo riusciti a firmare l’accordo, anche se non è stato facile, coinvolgendo 27 Comuni sulla tratta Milano Lecco e il Comune capoluogo».

E’ previsto un accordo simile anche nelle altre province?

«A Lecco l’accordo è già operativo anche perché era la linea più esposta, con più aggressioni e una presenza della delinquenza di un certo rilievo. A metà novembre il protocollo è stato inviato a tutte le Prefetture e sto aspettando le risposte. Ad oggi ho avuto solo quelle di Lodi e Cremona, che non segnalano particolari emergenze. Da Varese non è ancora giunta una risposta, ma credo che ci vorrà ancora qualche giorno e poi il tempo per trovare l’accordo con gli enti locali anche se, come abbiamo verificato a Lecco, non è semplice».

Non sono previste misure più immediate?

«In questo momento la situazione credo sia già un passo più avanti rispetto a quella che c’era fino a poco tempo fa, perché, come mi hanno segnalato anche alcuni utenti, si vede più di frequente la polizia di Stato che chiede i documenti e il green pass. Anche Trenord conferma che gli agenti di polizia sono più presenti».

Non sono in programma interventi più strutturali, come pulsanti per chiamate di emergenza, telecamere in tutti i vagoni o maggiore personale a bordo?

«Abbiamo provato la security a bordo e non è servita a molto. Abbiamo avuto un’esperienza negativa, il servizio di guardie giurate non ha funzionato, perché non erano in grado di far fronte alle emergenze dal momento che non hanno una veste giuridica che permette loro di intervenire. Era più un fatto di visibilità ma non avendo la qualifica di agenti di pubblica sicurezza avevano dei limiti. E’ necessario avere divise a bordo,  pubblici ufficiali che possono operare fermi e arrestare per impedire delitti come quelli accaduti nei confronti delle due ragazze».

Quindi la vostra risposta è il modello Lecco?

«Sì, il protocollo firmato a Lecco credo sia una risposta efficace e sto facendo pressing sulle Prefetture perché attivino i Comuni per applicarlo su altre tratte».

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Pubblicato il 06 Dicembre 2021
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