Sostegno alle famiglie nel 2022: l’assegno unico e altre misure ancora in vigore

Accanto all'assegno universale rimangono in vigore nel 2022 alcuni bonus specifici e diverse misure e congedi retribuiti a sostegno della genitorialità

eventi bambini

L’assegno unico in vigore dal 2022 punta a redistribuire più equamente le risorse destinate al sostegno alle famiglie e a salvarle dal caos di decine di bonus, detrazioni e contributi per i figli proposti ai genitori da diversi enti nazionali e locali negli ultimi anni, generando confusione, fatica e parecchie disparità.
Si tratta quindi nel 2022 di semplificare il sostegno economico alle famiglie con una misura unica e universale: unica perché ne sostituisce diverse, e universale perché spetta a tutte le famiglie con figli a carico residenti e domiciliate in Italia.

Oltre all’assegno unico rimangono in vigore alcuni bonus specifici, come quelli per il rimborso delle rette degli asili erogati dall’Inps e da altri enti, e diverse misure e congedi retribuiti a sostegno della genitorialità.

Le prestazioni assorbite dall’Assegno unico

L’Assegno unico sarà erogato da marzo 2022 e assorbe le seguenti prestazioni:

  • il premio alla nascita o all’adozione (Bonus mamma domani);
  • gli assegni familiari tutti (incluso l’assegno ponte, comunque in vigore fino al 28 febbraio)
  • Bonus Bebé (o Assegno di natalità)
  • Detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni
  • Bonus mamme single con figli disabili

I genitori quindi non dovranno più conservare scontrini e ricevute per prestazioni o dispositivi medici, corsi sportivi o rette scolastiche da presentare in dichiarazione dei redditi per ottenere le relative detrazioni fiscali.
Potranno invece compilare il modello Isee 2022 e con quello richiedere l’Assegno unico familiare che può variare da 50 a oltre 300 euro al mese in base all’indicatore economico e alle eventuali maggiorazioni.

Scopri qui come richiedere l’Assegno unico universale.

Arriva l’assegno unico universale: come richiederlo a partire dall’Isee 2022

Confermati nel 2022 i Bonus per l’Asilo Nido

Il Bonus asilo nido di Inps costituisce di fatto un rimborso, pagato dall’Inps fino a un massimo di 11 mensilità per chi iscrive i figli al nido. Riconfermato nel 2022 con importo variabile in base a determinate soglie Isee di riferimento. Viene erogato fino ad esaurimento fondi.

Dovrebbe essere confermata anche la misura Nidi gratis riconosciuta da Regione Lombardia per famiglie in condizione di fragilità economica (Isee inferiore a 20 mila euro) per i figli iscritti nei nidi comunali aderenti all’iniziativa. Si richiede in autunno.

Per i residenti della città di Varese è in vigore per tutto l’anno scolastico 2021-2022 l’azzeramento della retta per tutti i bambini iscritti agli asili nido comunali.

Chi ci guadagna, chi ci perde

Secondo i dati diffusi dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb – l’authority dei conti pubblici) l’Assegno unico universale vale nel complesso 18,2 milioni di euro di cui un terzo (6,8 milioni di euro) sono fondi nuovi, che si aggiungono a quelli recuperati dalle misure che vengono assorbite dall’Assegno unico. Considerato che e beneficeranno 7,3 milioni di famiglie per 11 milioni di figli, si tratta di un guadagno medio annuo di mille euro a famiglia (sempre secondo le stime di Upb).

Ma la redistribuzione delle risorse non premia tutti. Sicuramente ci guadagnano gli autonomi che non avevano accesso agli assegni familiari e in generale avranno un sostegno economico maggiore 3 famiglie su 4. Per le altre è prevista una “clausola di salvaguardia”, una sorta di cuscinetto che accompagnerà con delle “maggiorazioni cuscinetto” l’entrata in vigore della manovra per fino al 2024. E dal 2025?
Secondo Upd avranno un sostegno economicamente inferiore circa un milione di figli (746 mila famiglie, circa il 10% del totale) mentre per un altro 15% delle famiglie la situazione sarà sostanzialmente invariata.

«Parallelamente all’introduzione dell’Assegno unico familiare saranno rivisti alcuni parametri Isee e dell’Isee ed entra rigore una piccola riforma fiscale che abbassa del 2% le aliquote su fascia bassa e intermedia – spiega la giurista Benedetta Chiodaroli che sostiene l’attività delle Mamme in cerchio di Azzate a favore della maternità – Per capire bene cosa succede e che effetto avranno nel loro complesso tutte queste misure per le tasche dei genitori bisognerà aspettare alcuni mesi dopo l’entrata in vigore dell’Assegno unico, sperando che sia davvero pronto per il primo di marzo».

Assegno unico: il link al simulatore Inps per il calcolo degli importi

La manovra di bilancio approvata il 30 dicembre conferma tutti i contributi statali di sostegno alla maternità già previsti nel 2020, con la sola eccezione del bonus latte artificiale. “Lo scopo è  creare un ponte fino all’avvio dell’Assegno universale per i figli, che dovrebbe partire dal 1° luglio 2021, con risorse stanziate dalla stessa Legge di bilancio”, spiega Benedetta Chiodaroli, dottoranda in Giurisprudenza che collabora con l’associazione Mamme in cerchio di Azzate per il sostegno alla maternità.
“Di questo assegno si discute da luglio, ma sembra non essere una priorità del Governo – aggiunge – In teoria avrà un importo minimo di 200 euro per figlio dal 7° mese di gravidanza fino ai 18-21 anni e andrà a sostituire vari bonus esistenti, nel quadro di una generale riforma del fisco”.
Per ora il sostegno alla natalità prevede queste misure.

Congedi retribuiti per il sostegno alla natalità

Congedo di maternità
L’indennità per congedo di maternità è riconosciuta a tutte le lavoratrici – subordinate, autonome, libere professioniste – e ha una durata di 5 mesi. La futura mamma può scegliere se goderne nella formula classica (ultimi 2 mesi di gravidanza più primi 3 mesi di vita del neonato), oppure 1+4 o tutto nei 5 primi di vita del bambino a cominciare dal momento del parto.
Si richiede sempre all’Inps (o alla cassa previdenziale di riferimento) ed è pari all’80% della retribuzione, ma nel caso delle lavoratrici subordinate sarà il datore di lavoro ad anticipare l’indennità (salvo poi conguaglio con l’ente) e ad erogare il 20% in più nel caso sia previsto da contratto collettivo.
Dell’assegno di maternità può godere il padre solo in casi estremi: decesso o grave infermità della madre, abbandono del figlio da parte della madre o in caso di affidamento esclusivo del figlio al padre.

Congedo obbligatorio di Paternità
Ai papà è riconosciuto un “Congedo obbligatorio di paternità di 10 giorni” (nel 2020 erano 7 giorni, solo 5 negli anni precedenti) godibile entro il quinto mese del figlio e integralmente retribuito.

Congedo parentale per mamma e papà
Definita un tempo “maternità facoltativa” può essere goduta sia dalla madre che dal padre per un totale complessivo di 10 mesi (massimo 6 mesi per la mamma, massimo 7 mesi per il papà se ne fa 3 consecutivi) entro i 12 anni del figlio.
Il congedo parentale può essere goduto anche in maniera non continuativa e su base oraria, secondo regole stabilite da contratti collettivi  e si richiede all’Inps.
Durante il congedo parentale viene corrisposto il 30% della retribuzione entro i primi 6 anni bimbo e anche tra i 6 e gli 8 anni del bambino, ma solo in particolari condizioni di reddito. Non è riconosciuta alcuna indennità tra gli 8 e 12 anni.

Generica 2020

Riposi giornalieri per mamma e papà 
Definiti un tempo “permessi per l’allattamento”, i riposi giornalieri di 2 ore al giorno (in caso di orario di lavoro superiore alle 6 ore giornaliere e 1 ora al giorno in caso di contratti part-time) sono fruibili sia dalla mamma che dal papà entro l’anno di vita del bambino e retribuiti al 100%.

Congedo per la malattia dei figli
Ne possono godere alternativamente sia la mamma che il papà per tutto il tempo della malattia del figlio stabilita da pediatra o dalla struttura (in caso di ricovero) che ne inviano richiesta tramite Inps direttamente al datore di lavoro, con i seguenti limiti:
– nei primi 3 anni di vita del bambino non ci sono limiti al congedo per malattia.
– tra i 3 e gli 8 anni i genitori hanno 5 giorni di congedo l’anno per la malattia del figlio.

Assegno di maternità per lavoratrici atipiche e discontinue con contribuzione minima
Il requisito di base è la residenza in Italia e ammonta a circa 340 euro (rivalutate annualmente) per 5 mesi.

Assegno di maternità rilasciato dal Comuni di residenza
Oltre alla residenza è richiesto per gli stranieri regolare permesso di soggiorno di lungo periodo e un Isee familiare inferiore ai 17 mila euro (soglia 2019).
Anch’esso ammonta a circa 340 euro mensili per 5 mesi e non è compatibile con diversi trattamenti previdenziali.

Lidia Romeo
lidiaromeo@gmail.com

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Pubblicato il 31 Dicembre 2021
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