Videogiochi, perdersi nell’avventura con gli open world: quali sono i migliori dell’ultimo decennio
I videogiochi open world non sono mai stati così numerosi come negli ultimi anni
I videogiochi open world non sono mai stati così numerosi come negli ultimi anni. La loro fortuna risiede proprio nella capacità di influenzare il modo di vivere l’esperienza dei videogame. Con il termine “open world” si intende un vero e proprio “mondo aperto”, ovvero un gioco in cui l’utente si può spostare liberamente esplorando il luogo virtuale senza schermate di caricamento. Come si può immaginare, questi giochi sono all’insegna dell’avventura e dell’esplorazione, ma alcuni di questi sono diventati dei veri must del panorama videoludico.
La rivoluzione dei videogiochi open world
Sebbene oggi vengano dati per scontati, gli open world rappresentano uno step fondamentale del settore videoludico. Infatti, fino a pochi anni fa immaginare un gioco privo di caricamenti tra una zona e l’altra era impensabile. I primi tentativi vennero fatti durante gli anni Ottanta e uno degli esempi più calzanti è Elite, un simulatore spaziale che riproduceva un’intera galassia esplorabile. Il vero cambiamento è avvenuto durante l’epoca d’oro dei videogiochi, ovvero tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio degli anni Duemila, periodo in cui nacque una delle console che ha scritto la storia dei videogiochi. Molti ricorderanno infatti Shenmue (1999) e Grand Theft Auto III (2001).
Quest’ultimo si è ispirato a New York nella creazione del proprio mondo ed è stato tra i videogame più influenti della sua generazione, apportando diversi cambiamenti nelle modalità di gioco. Essendo questi tutti giochi d’avventura, dove il fattore esplorativo è determinante per l’esperienza ludica, un gamer dovrebbe sempre giocarli con pad alla mano e non con mouse e tastiera. Sul web, fortunatamente, esistono alcune guide che spiegano quali sono i migliori controller per pc e come collegarli al proprio computer. La comodità arriva soprattutto dagli stick analogici, che permettono di muoversi liberamente a 360 gradi. Ma quali sono stati i migliori titoli open world dell’ultimo decennio? Lo vedremo nel prossimo paragrafo.
I migliori Open World degli ultimi anni
Riuscire a stilare una lista con pochi (ma buoni) titoli non è semplice, ma ci siamo riusciti. Sono tutti videogiochi che hanno collezionato grandi numeri dal giorno della loro uscita.
Red Redemption 2
Se vi piace l’ambientazione western (atipica nei videogiochi) questo è l’open world che fa per voi. Il mondo creato da Rockstar è immenso e vivo, la storia è molto articolata e ben scritta. L’aspetto visivo è forse quello che, insieme alle meccaniche ludiche, colpisce di più. La particolarità del gioco risiede nell’accuratezza con cui è stato creato. Ogni suono che si sente proviene da qualcosa realmente presente nel luogo, non si tratta di semplici suoni di sottofondo. Inoltre, il personaggio porta fisicamente con sé degli oggetti, i quali non finiscono in un generico inventario.
The Witcher 3
Con il terzo capitolo, The Witcher punta a fare un vero e proprio salto di qualità. Un titolo che ha sconvolto in positivo il pubblico e che nel 2015 ha vinto l’importantissimo premio “Game Of The Year”, grazie al grande lavoro portato avanti da CD Projekt Red. La trama riparte poco dopo la conclusione del precedente episodio. Il nostro cacciatore di mostri è alla ricerca di Ciri, sparita a seguito degli eventi tragici legati alla Wild Hunt, un’invasione di forze soprannaturali. Solo i pochi Witcher rimasti in circolazione sono in grado di sconfiggere queste armate.
No Man’s Sky
Qualche anno fa il videogioco ha subito un flop non indifferente, tanto da essere stato ricoperto di critiche. Dopo 5 anni dalla pubblicazione, 17 espansioni gratuite e un upgrade next-gen, ha cambiato completamente forma, trasformandosi in un titolo infinito grazie alla sua natura procedurale. Per questo motivo lo inseriamo tra i migliori titoli open world.
Assansins’ Creed Valhalla
Si tratta di un progetto molto coraggioso, che si avvicina al franchise cercando comunque di raccontare una storia in modo diverso. Il vero punto di svolta arriva dopo 20 ore di gioco, quando la struttura inizia a sembrare più chiara, così come la divisione per saghe. Il protagonista si muove da una zona all’altra dell’Inghilterra cercando alleanze, vivendo avventure e crescendo, quindi acquisendo più consapevolezza.
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