Decine di verbi e di racconti per salutare la nascita di Visionare, la rivista dell’ordine degli architetti di Varese
E' stata una serata molto diversa dal solito quella organizzata per mercoledì 26 gennaio dall’Ordine degli Architetti di Varese, nella consueta cornice di villa Panza.

E’ stata una serata molto diversa dal solito quella organizzata per mercoledì 26 gennaio dall’Ordine degli Architetti di Varese, nella consueta cornice di villa Panza.
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Non solo perchè, per la prima volta, è stato abbandonato il titolo “Thinking Varese” per quello di “Visionare“, che accompagnerà tutti gli incontri della rassegna 2022.
Ma anche, e soprattutto, perchè non si è trattata di una conversazione “a due” con un architetto, un collega che si confronta su opere definite ma un racconto corale, che ha provato a definire una visione del futuro.
Un futuro prossimo rappresentato dalla nascita della nuova rivista pubblicata dall’Ordine degli Architetti in occasione dei festeggiamenti del sessantesimo anniversario della loro fondazione, dal titolo Visionare, e dalla presentazione di una nuova rassegna di incontri, che porta lo stesso nome ed è curata da Fulvio Irace, architetto di chiara fama e docente al Politecnico di Milano.
Ma anche un futuro più lontano, raccontato dai molti dei 28 autori del numero zero della rivista, che si sono confrontati con altrettanti verbi all’infinito, cercando di definire la loro identità e il loro futuro.
TANTE LETTERE, UN LOGO, UN’IDEA DI FUTURO
Tra i primi a intervenire nell’incontro dopo il saluto della presidente Elena Brusa Pasquè che ha ringraziato tutti per il lavoro davvero corale fatto per arrivare a questo risultato, è stato Iacopo Pavesi, che, come ha raccontato la presidente «Ha regalato all’ordine degli architetti tutto il concept della rivista: il nome, il logo, la grafica, l’impaginazione della rivista e anche l’idea su come strutturare il primo numero».
Del nome, Pavesi ha spiegato che: «L’architetto spesso è persona curiosa e visionaria, per questo sempre alla ricerca di nuovi spunti per la sua creatività. Il titolo di questa nuova avventura VISIONARE è un messaggio per tutti ed il suo logotipo vuole essere un segno che insieme ai suoi contenuti vuole diventare un riferimento puntuale per i nostri iscritti che potranno in seguito proporre Visioni, Esperienze, Progetti, Idee, Aggiornamenti, Confronti».

Il logo invece ha un preciso nume ispiratore: «Ho disegnato questo Logotipo pensando al mio Amico e Maestro Giancarlo Liprandi, con cui ho insegnato per tanti anni al Politecnico di Milano nel Laboratorio di Comunicazione Visiva della Scuola del Design. Lui mi avrebbe detto che ho giocato con le lettere. Un gioco che è un assiemaggio delle lettere della parola VISIONARE, usando un allineamento ottico che compone la scritta creando anche un logotipo che fa pensare, attira la sua lettura attraverso un lettering che diventa un’ immagine».
Il numero zero è stato da poco inviato agli oltre 2000 associati, e sarà online insieme agli altri numeri della rivista, a partire dal numero 1.
Per ultimo nella lunga serata invece ha parlato il secondo protagonista di Visionare Fulvio Irace – architetto, professore al politecnico di Milano e storico dell’architettura – che sarà il curatore della rassegna Visionare, nome che caratterizzerà gli incontri 2022 dell’ordine degli architetti di Varese: «Quello che proverò a fare in quest’anno è quello presentare gli incontri in modo che siano qualcosa di diverso da una lecture a cui siamo abituati – ha spiegato – La lecture rappresenta un mondo perfetto, compiuto. Io invece vorrei trasformare l’incontro in un colloquio, che toglie dalla perfezione della spiegazione univoca e costringe a pensare in un modo diverso. Un esercizio che ho cominciato a fare nella realizzazione del mio libro “Sguardi sull’architettura contemporanea” realizzato nel lockdown confrontandomi con 22 colleghi in tutto il mondo».

Il primo incontro, il 16 febbraio, sarà un dialogo a quattro tra Irace e i fotografi che con lui hanno firmato un altro libro, “Milano Moderna. Architettura, arte e città 1947-2021“, che ricostruisce oltre 70 anni di storia architettonica del capoluogo lombardo. Con lui ci saranno Paolo Rosselli, Marco Introini, Filippo Romano e Giovanna Silva.
VENTOTTO VERBI PER 28 PERSONALITÀ: OBIETTIVO RACCONTARE L’IDENTITA’ E IL FUTURO
Protagonisti della serata però sono stati anche i 28 autori del numero zero di Visionare, molti dei quali sono stati presenti dal vivo o in remoto per salutare questa nuova realtà editoriale: e a parteciparvi sono stati non solo eminenti architetti, ma anche imprenditori, filosofi, fotografi, personalità dello sport e del giornalismo.
Ognuno di loro ha sceto e raccontato un verbo all’infinito, che fosse in grado di raccontare sè o la sua storia, e porre anche una propria idea di futuro: se per Arturo Dell’Acqua Bellavitis, professore emerito del politecnico di Milano il verbo è “raccontare”, per l’archistar svizzera Mario Botta il verbo è “Disegnare“.
Molti verbi raccontano la vita degli autori: per l’ingegnere aeronautico dell’Aermacchi Osvaldo Pedrocchi il verbo è “Pilotare”, per Marco Fumei Da Cortà, direttore di Savinelli Pipe, il verbo scelto è fumare, mentre Francesco Pierantozzi, giornalista sportivo Sky e presidente del Rugby Varese ha ovviamente scelto il verbo “Giocare”.
Ma non mancano verbi esistenziali, come “Amare” scelto dall’architetto romano Giancarlo Micheli, “solidalizzare” scelto dal sindaco di Varese Davide Galimberti, “Sognare” scelto dal presidente della Camera di Commercio Fabio Lunghi, “Pensare” scelto dall’architetto ed ex presidente dell’ordine varesino Laura Gianetti e “Osare” scelto dalla Docente alla supsi di Lugano Caterina Carletti.

In tutto 28 contributi, che vedono protagonisti anche Alberto Bortoluzzi (Fotografare), Laura Piantanida (Architettare), Cristina Morozzi (Curare), Ettore Mocchetti (Abitare), Franco Raggi (Ripartire), Salvatore Settis (Tutelare), Andrea Margaritelli (Seminare), Franco Purini (Pensare), Paolo Mezzanotte (Volare), Silvio Raffo, (Meravigliare), Nicola Zanardi (Illuminare), Chiara Zocchi (Annotare), Marcello Morandini (Camminare), Giovanna Dossena (Valorizzare), Marco Introini (Misurare), Michele Pierpaoli (Tramandare), Elena Brusa Pasquè (Imparare, disimparare e imparare), Iacopo Pavesi (Visionare)
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