Gallarate ricorda il sacrificio di Angelo Pegoraro

Domenica 16 gennaio, nella via che lo ricorda, si terrà la commemorazione del giovane partigiano del rione Cascinetta

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«Nel rigoroso rispetto delle norme anti-Covid», l’Anpi di Gallarate, come tutti gli anni, organizza e promuove la commemorazione del partigiano Angelo Pegoraro, ucciso dai fascisti nel gennaio 1945.

L’Anpi – «in ossequio a quel sacrificio, e per rimarcare la missione istituzionale dell’Anpi a difesa della democrazia e della Libertà duramente conquistate» – lo ricorderà domenica 16 gennaio, alle 11, al cippo di via Pegoraro 51, nel cortile delle case operaie dove viveva la sua famiglia.

«In ragione della pandemia in corso» sarà presente «una contenuta delegazione” e verrà deposto un omaggio floreale.
Ai partecipanti il presidente Anpi Gallarate Michele Mascella raccomanda «il distanziamento e l’uso della mascherina FFP2».

Il partigiano “Falco” tra Gallarate e il Novarese

Angelo Pegoraro era nato nel 1927: giovanissimo operaio, era entrato nella Resistenza nel 1944. Non renitente alla leva, ma fin da subito combattente consapevole: dopo l’esordio in una formazione del Medio Novarese, scelto il nome di battaglia “Falco”, nel luglio del 1944 tornò nella zona di Gallarate e partecipò ad una prima azione a Besnate (Varese).
In seguito si spostò nella zona di Villadossola, mentre a dicembre 1944 era ancora sulle colline del Novarese, dove partecipò alla battaglia di Suno: fu tra gli ultimi difensori a ritirarsi dalla linea partigiana, di fronte al rastrellamento che impiegava centinaia di fascisti e tedeschi.

Insieme ad altri della Prima Brigata Lombarda rientrò poi sulla sponda lombarda, in un territorio ostile, per la grande presenza di caserme, depositi militari, fabbriche belliche. Il 16 gennaio del 1945 rientrò brevemente a casa della famiglia, alla Cascinetta: una pattuglia di repubblichini a caccia di renitenti la leva per il famigerato esercito della RSI lo sorprese e lo catturò. “Falco” viene ucciso sul posto, il compagno che era con lui – Vittorio Minelli – verrà fucilato un mese dopo al cimitero di Sacconago di Busto Arsizio.

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Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 11 Gennaio 2022
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