Guido Bonoldi : “Ecco quali sono i miei progetti di sviluppo della sanità a Varese”

Primo punto programmatico in campagna elettorale, la sanità torna tra gli obiettivi dell'azione amministrativa del sindaco Galimberti che si affida al consigliere medico di lunga esperienza

I volti in  consiglio comunale nel Galimberti Bis

Costruire una rete che garantisca assistenza sanitaria più efficiente per i cittadini. È l’obiettivo che si è dati il dottor Guido Bonoldi, consigliere comunale di Varese con delega alla sanità.

Quello della salute è stato il primo punto del programma elettorale del sindaco Davide Galimberti. La pandemia, le criticità del sistema pubblico, il dialogo difficile tra i tanti attori, il grande bisogno di cure hanno evidenziato la necessità di mettere testa e azione anche in un ambito che da tempo è fuori dall’orbita comunale.

Le riforme, dal ’97 in poi, hanno definito un modello di assistenza sbilanciato, troppo incentrato sull’ospedale e con un territorio poco definito. Con la legge del 2015, approvata per rivoluzionare l’organizzazione ( focalizzandosi sulla presa in carico e non sulla cura), non si è ottenuto alcun miglioramento. Ora c’è una nuova normativa regionale, piani di sviluppo del territorio indicati a livello ministeriale e, soprattutto, fondi a sufficienza su cui investire per un vero cambio di passo.

SONO UN MEDIATORE CHE DIALOGA CON LE TANTE RISORSE DEL TERRITORIO

« Il mio mandato è quello del mediatore e facilitatore – spiega il dottor Bonoldi che ancora oggi, nonostante la pensione, lavora in ospedale per dare una mano nell’emergenza Coivid – Ci sono tanti attori sul territorio che non dialogano a sufficienza. ll sistema sanitario e socio-sanitario è complesso ad articolato. Spesso, neppure i professionisti che operano nella sanità lo conoscono in tutte le sue sfaccettature e i vari ambiti a volte non sono integrati tra loro (pensiamo ad esempio allo scollamento e alla difficoltà di dialogo che esistono tra la medicina ospedaliera e quella generale-territoriale). Partiamo da qui, da queste risorse vere che già esistono, e cominciamo a costruire collaborazioni. La legge regionale n. 22 prevede che accanto alle case della comunità gestite dalle ASST possano sorgere anche strutture “gestite esclusivamente da medici di medicina generale o da pediatri di libera scelta riuniti in associazione o in cooperativa e in collaborazione con le farmacie convenzionate”».

COLLABORAZIONE STRETTA CON I FARMACISTI, UN PRESIDIO CAPILLARE

Nasce così, per esempio, il corso di formazione destinato ai farmacisti in collaborazione con Federfarma: « Un momento formativo sulla rete dei servizi socio-sanitari di Varese. Si realizzerà in aprile su tre serate e coinvolgerà dieci relatori che parleranno di come sono articolati i diversi ambiti: emergenza-urgenza, centri medici privati accreditati, medicina generale, servizi per disabili, servizi domiciliari e diurni per anziani, psichiatria, cure palliative, consultori, nuovi servizi previsti dal PNRR».
Le farmacie non sono state scelte a caso: sono i presidi sanitari più capillari e vicini alla popolazione, spesso il primo punto di riferimento.

PORTE APERTE A MEDICI DI MEDICINA GENERALE PER APRIRE UNA SECONDA CASA DI COMUNITA’

Porte aperte anche per i medici di medicina generale: « Il Comune è pronto ad ascoltare chi ha proposte per implementare la presa in carico – commenta il dottor Bonoldi – La medicina di gruppo, per esempio, potrà essere una grande risorsa. La condivisione di compiti e ruoli, per creare poliambulatori, permetterebbe di mettere in rete forze e competenze, rompere l’isolamento del singolo e costruire percorsi integrati più efficienti e funzionali. Si sta ragionando sulla possibile apertura di una seconda casa di comunità a Varese. la legge regionale lo prevede e c’è interesse a costruire un’alternativa sul territorio comunale sulla scorta di modelli che sto approfondendo».

I SINDACI NON SI CANDIDANO A GESTIRE LA SANITA’ MA DIALOGANO CON TUTTI GLI ATTORI

« L’obiettivo che ci si pone è quello di “recuperare una dimensione territoriale del tema della salute e della sanità” in sinergia con gli enti pubblici sanitari “ATS e ASST”, con l’Università, con i servizi privati, con gli enti del terzo settore e con i professionisti; nel documento si chiarisce che “i sindaci non si candidano a gestire oggi la sanità o a tornare a vecchi e superati modelli di interazione con le aziende sanitarie, bensì si stagliano come figure in grado di dialogare autorevolmente con tutti i soggetti che, a vario titolo e competenza, si occupano della promozione e della tutela della salute”».

Il ruolo del consigliere delegato, quindi, non sarà quello di raccogliere criticità e debolezze per pungolare i principali referenti dell’azione sanitaria: « È il momento di costruire, progettare. Il possibile ruolo di un’amministrazione è quello di contribuire a individuare spazi dove realizzare nuovi servizi territoriali finanziati dai fondi del PNRR. Il mio sarà un ruolo proattivo e collaborativo con le istituzioni, Ats be Asst così da definire una risposta nuova, diversificata e capillare alla richiesta di sanità. C’è anche il tema dell’infermiere di famiglia, una figura nuova che sarà in grado di garantire il servizio. Va conosciuta meglio e inserita nel sistema. Oggi si dovrebbero superare alcuni steccati culturali e aprirsi alle innovazioni che il mondo sanitario presenta. Gli infermieri non possono più essere considerati una minaccia per la classe medica ma un aiuto di valore per migliorare l’intero settore»

Chi pensava al dottor Bonoldi come a un paladino per superare magagne e problemi della sanità varesina si deve mettere il cuore in pace: « Sono qui per costruire e stringere relazioni. Voglio lavorare per far crescere un nuovo modello integrato, aperto al dialogo e fortemente collaborativo».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 22 Gennaio 2022
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