La magia delle cose

A Palazzo Reale le opere dei maggiori rappresentanti del movimento artistico successivo alla Prima Guerra Mondiale

Arte - Mostre

La fine della I° Guerra Mondiale non pacifica le ragioni che il conflitto ha portato con sé tanto che nel breve percorso del successivo decennio (1920—1930), molti paesi europei saranno attraversati e sommersi dall’incubo delle dittature.

In campo artistico, la crisi economico sociale porterà molti autori, già fondatori della Avanguardie Storiche, ed essere fautori di un nuovo bisogno di Realtà, il “REALISMO MAGICO” è figlio di questa necessità. E’ una situazione culturale che si impone in Europa tra le fine del primo conflitto mondiale e la fine degli anni Venti, ha nomi diversi ma ha l’unica funzione di reinventare l’Arte al di là dei tanti ISMI che l’hanno caratterizzata tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900. Un’ altra caratteristica del Realismo Magico è quello di non essere un MOVIMENTO ma una semplice aggregazione d’artisti, un raggruppamento di pittori uniti solo dall’interesse formale verso la pittura, lontani da precise e definiti tipologie realizzative, lontani da qualsiasi riferimento ideologico. Ecco allora che le tele ricompaiono, curate in ogni loro dettaglio, con ritratti di donne, di fanciulle, di personaggi familiari, di nature morte, d’oggetti del quotidiano, di momenti e situazioni di un definito mondo borghese. Un mondo pittorico proposto dentro atmosfere stranianti, con fondali semi vuoti, sommersi da una luce fredda, carica di stupore, luoghi senza un definito tempo. La vita è sì li, ma lontana, misteriosa, sospesa, in attesa di qualche accadimento. Non c’è contrapposizione con il passato, è solo un tentativo di ridare alla pittura un senso di classicità, una dimensione eterna.

Questa apparente involuzione della pittura può avvenire solo attraverso tre modalità: con la riproposizione della figura umana e la conoscenza del mestiere, con il ripristino dello spazio scenico nella tela grazie alla prospettiva rinascimentale e, non ultimo, con la straniante dimensione attribuita al tempo che appare sempre lontano da un definita temporalità. Soltanto ripristinando queste finalità di lavoro sarà possibile riannodare il dialogo con i maestri e non è, certamente, un arretramento della pittura, tanto meno un ritorno all’ordine, semplicemente una dimensione della vita fuori da ogni umana vibrazione, lontana da ogni sentimentalismo.

Così CARRA, CASORATI, OPPI, FUNI, DONGHI, CAGNACCIO di SAN PIETRO, DE CHIRICO, MARIO e EDITA BROGLIO, MARTINI, approfondiscono i generi pittorici e alcuni luoghi tematici della pittura, generando un “unicum” che qui, negli spazi di Palazzo Reale in Milano, la Mostra REALISMO MAGICO, curata da Gabriella Belli e da Valerio Terraroli mette bene in evidenza e in tutta la sua preziosità.

L’esposizione, ricca di un’ottantina di quadri, documenta in modo rigoroso le caratteristiche di questo mondo che, nel suo farsi, è stato una preziosa tendenza artistica attorno alla quale, pur in contesti culturali diversi ha raccontato una definita esistenza, come la NEUE SACHLICKHEIT in Germania, dove ha prodotto un linguaggio connotato da una forte oggettività e di aspra critica sociale). Qui, da noi invece, il linguaggio è più legato a una semplice analisi delle cose e del quotidiano, lontano da qualsiasi sperimentazione e affidato, più che altro, ad un ritorno verso un primitivismo medievaleggiante, tenendosi ben lontani dalle retoriche e dalla pesante monumentalità del successivo Ritorno all’Ordine di romana memoria.

REALISMO MAGICO
Dal 19 – ottobre – 2021 – al 27 febbraio – 2022
Palazzo REALE di Milano, piazza Duomo

di
Pubblicato il 07 Gennaio 2022
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