A palazzo di giustizia l’ispezione ministeriale dopo l’omicidio di Morazzone
L’iniziativa della Guardasigilli seguita alle polemiche sulla morte del piccolo Daniele Paitoni. La conferma della Procura, “acquisizioni documentali”
La decisione era stata fatta filtrare dai palazzi di via Arenula, sede del ministero della Giustizia all’indomani dell’omicidio del piccolo Daniele Paitoni, 7 anni a Morazzone avvenuto nel pomeriggio di capodanno. Le polemiche legate ai passaggi procedurali che hanno portato il padre Davide nella condizione di poter incontrare il figlio sebbene al centro di due denunce per lesioni e percosse, e finito poi agli arresti domiciliari per tentato omicidio, hanno creato una sorta di “caso Varese“.
Social “esplosi“ di commenti, dichiarazioni (anche da parte di addetti ai lavori e giuristi), prese di posizione, lanci di agenzia, tutto finito sui giornali, assieme al dolore dei parenti del bambino: la madre, i nonni e i conoscenti della piccola comunità di Schianno (Gazzada) dove il bambino viveva assieme alla madre.
Così “fonti“ di agenzia nel primo pomeriggio del 4 gennaio hanno battuto la notizia dell’arrivo degli ispettori mandati da Marta Cartabia con il compito di «svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari» sul caso. Ispettori che sono già al lavoro a Varese.
Lo conferma la procuratrice Daniela Borgonovo (foto) a capo dei pubblici ministeri del capoluogo: si tratta non di una visita in presenza ma nella richiesta di invio documentale di atti richiesti alla magistratura varesina.
Di più non è dato sapere, se non che l’invio è già avvenuto, nei giorni scorsi, appunto a una decina di giorni dall’annuncio.
La notizia arriva a poche ore dalla lettera aperta che la stessa procuratrice ha voluto inviare a tutti i cittadini di Varese e che sotto forma di intervista è stata pubblicata dal principale quotidiano italiano, il Corriere della sera, e nella quale oltre ad esprimere «ancora una volta, il dolore ed il sentimento di solidarietà con la madre di Daniele che tutti noi proviamo da quel tragico giorno», Daniela Borgonovo intende insistere su di un punto preciso, legato al raccordo fra la protezione offerta dalle istituzioni e le vittime di violenza («di ogni genere di violenza», aggiunge a Varesenews): «Tutti noi siamo molto preoccupati che la fiducia nella rete di protezione che abbiamo creato, soprattutto per le donne ed i fanciulli maltrattati, possa rapidamente diminuire, respingendo nuove vittime di questi fenomeni verso una solitudine cui, invece, devono e possono essere sottratte».
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