21 gradi in pianura e venti fortissimi in montagna: “Febbraio inizia eccezionalmente mite e secco”

Arpa mette in fila le anomalie climatiche degli ultimi giorni: temperature alte, vento forte, siccità persistente. Unica consolazione: "In questo contesto calano gli inquinanti nell'aria"

sole

Da diverse settimane la Lombardia si trova a fare i conti con l’assenza quasi totale di precipitazioni. Dopo la neve del 8 dicembre 2021, l’arrivo di correnti settentrionali più asciutte hanno infatti dato avvio a un periodo prevalentemente secco anche nella nostra regione, come in buona parte dell’Italia nord-occidentale. Escludendo i brevi e locali episodi di pioggia poco intensa del 25 dicembre e del 5 gennaio e le deboli nevicate cadute sui settori più settentrionali delle Alpi, durante il periodo considerato non sono state registrate precipitazioni degne di nota.

Ad aggravare il contesto secco si sono aggiunte temperature molto spesso sopra le medie del periodo soprattutto in montagna (ricordiamo la giornata del primo gennaio, quando a 3,000 m sono stati toccati 9°C, scopri di più QUI), mentre in pianura, complici le nebbie e le inversioni termiche, i valori si sono mantenuti più vicini alle medie. Negli ultimi giorni in occasione dell’ennesima perturbazione da nord si è assistito all’effetto causato dal foehn, vento settentrionale che ha provocato un riscaldamento importante anche sulla pianura lombarda, allontanando le nebbie e alzando la colonnina di mercurio fino all’apice raggiunto il 2 febbraio, quando in molte città dalla pianura si sono raggiunte massime di 20-21°C, valori tipici di inizio maggio.

Gli effetti dell’assenza di piogge e neve sono stati riscontrati in particolare dai tecnici del settore idrologico. I dati aggiornati al 30 gennaio pubblicati nell’ultimo bollettino di riserve idriche di Arpa mostrano che, rispetto al periodo di riferimento 2006-2020, il manto nevoso (SWE) sui rilievi lombardi è attualmente circa il 70% sotto la media, mentre il totale della riserva idrica invasata nei grandi laghi risulta del 54% inferiore alla media.  Inoltre, tutti i principali fiumi lombardi registrano livelli idrometrici vicini ai valori minimi storici per il periodo considerato.

L’assenza di precipitazioni unita alla frequente ventilazione secca contribuisce anche ad aumentare il pericolo di incendi boschivi. Perciò, in accordo con la Sala Operativa Regionale di Protezione Civile (SOR) e con il servizio meteorologico di Arpa Lombardia, Regione Lombardia ha disposto l’apertura del periodo ad alto rischio incendi boschivi per la stagione invernale–primaverile 2022, con decorrenza immediata e sino alla prossima revoca.

“Bisogna però sottolineare anche l’aspetto positivo delle attuali condizioni meteorologiche che, se da una parte aumentano una criticità, dall’altra aiutano a mitigarne un’altra: quella dell’accumulo degli inquinanti atmosferici -si legge in una nota di Apra-. Dal primo febbraio, infatti, le stazioni fisse per il rilevamento delle polveri sottili di Arpa hanno registrato una drastica riduzione del PM10, con valori spesso inferiori a 20 µg/m³ su quasi tutto il territorio regionale, grazie ai forti venti che hanno favorito un importante ricambio d’aria”.

Per il fine settimana le condizioni meteorologiche rimarranno sostanzialmente invariate, con nuvolosità irregolare in pianura, nebbie nelle ore mattutine e temperature in linea con il periodo. Da lunedì è invece previso un netto rinforzo dei venti, con forti raffiche da nord anche in pianura. Ciò favorirà un nuovo rialzo delle temperature e la dispersione deli inquinanti atmosferici. Nevicate sulle Alpi, più abbondanti sui settori di confine.

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Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Febbraio 2022
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