Anche a Varese si esulta per il curling: “Sogniamo un settore giovanile e una pista dedicata in città”

L'ex Mastino Davide Quilici è il presidente della giovanissima Varese Curling, una decina di giocatori e tanta voglia di crescere: «Passione pazzesca, siamo pronti a diventare più grandi»

varese curling

«Quello che hanno fatto quei due ragazzi a Pechino è pazzesco: per me è stata un’emozione incredibile ma vi garantisco che per tutto lo sport italiano l’oro di Stefania e Amos è qualcosa di incredibile». Davide Quilici non sta nella pelle: l’Italia del curling ha appena vinto il titolo olimpico nella specialità del doppio misto e l’eco di quel successo storico ha infiammato i cuori dei pochi varesini che conoscono e praticano una disciplina guardata con curiosità ma della quale tutti ignorano regole e storia.

Quilici invece parla con cognizione di causa: 58 anni, un passato importante da giocatore di hockey e da presidente dei Mastini, da poco più di un paio d’anni ha riportato il curling nella Città Giardino. Prima con un paio di giornate “didattiche”, poi con la fondazione della Varese Curling che in questa stagione è iscritta a due campionati federali (il misto a 4 e la Serie C maschile). Grazie a questa attività, Quilici è entrato a far parte del mondo delle “pietre sul ghiaccio” e sa bene quel che dice quando parla di “vittoria pazzesca” a Pechino.

«In Italia il curling ha una base di meno di 500 tesserati, il che vuol dire che i giocatori veri sono ancora meno. Eppure Constantini e Mosaner hanno battuto nazioni dove ci sono centinaia di migliaia di persone che giocano al nostro sport; il Canada ha addirittura 2 milioni di praticanti e loro lo hanno eliminato nel girone. Inoltre, secondo me, anche la nazionale maschile può fare bene nella gara a squadre. Ma già così siamo davanti a un miracolo sportivo: pensate che da noi ci sono solo cinque campi attivi, in questo momento, dedicati esclusivamente al curling. E nonostante tutto è arrivata una medaglia d’oro».

A Varese il “movimento” – se così si può chiamare – conta una decina di giocatori: «Dopo la fondazione della società siamo rimasti senza palaghiaccio prima del previsto e nel frattempo è arrivata la pandemia. Però non abbiamo mollato: il nostro gruppo è fatto di persone entusiaste e ci stiamo facendo conoscere. Quest’anno abbiamo organizzato un pomeriggio di prova ad Oggiona con Santo Stefano, abbiamo raccolto oltre 20 iscrizioni e alcuni hanno già chiesto di cominciare a giocare: c’è il piccolo problema che siamo senza PalAlbani ma per imparare basta anche una pista di dimensioni ridotte. 

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Quilici nel “vecchio” PalAlbani

Ora ci aspettiamo che altri si avvicinino a questo gioco che mi ha colpito fin dal 2006. L’intuizione mi venne con le Olimpiadi di Torino ma poi l’impegno nell’hockey non mi ha permesso di portare avanti questo discorso. Poi nel 2019 siamo partiti con la società e con l‘obiettivo di creare almeno un giocatore varesino per le Olimpiadi: quelle di Milano-Cortina sono troppo vicine, vediamo nel 2030. Intanto pensiamo a mettere in piedi anche un settore giovanile».

Il presidente delle Volpi (questo il nomignolo della Varese che “boccia sul ghiaccio”) è entusiasta dei due azzurri d’oro: «Ho conosciuto Mosaner perché è di Cembra, il paese trentino che ha una pista dedicata, dove abbiamo svolto due camp con la squadra. Lui bravissimo, ma Constantini è stata fenomenale: nel doppio misto la donna tira la prima e l’ultima stone di ogni end e lei, che ha appena 22 anni, è stata perfetta. Precisa e glaciale».

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La squadra del Varese Curling

Il rimpianto di Quilici è che, nel nuovo PalAlbani, non è stata prevista una pista dedicata al curling: «Purtroppo quando la società ha preso piede il progetto definitivo era già stato presentato e abbiamo perso un’occasione importante. Potremo giocare sulla pista dell’hockey ma non è la stessa cosa (quella di curling ha una serie di particolarità e deve essere perfettamente liscia e pianeggiante), inoltre c’è grande fame di ore-ghiaccio per tutti gli sport. Io sto provando a capire se in città o nelle vicinanze si può aprire la possibilità di creare una pista: in un capannone di 50×15 metri ce ne stanno due (la pista singola è lunga 45 metri e larga 5), ma l’ideale sarebbe averla all’interno di un centro sportivo così da ottimizzare le necessità energetiche e da inserirla in un contesto già dedicato agli atleti. Speriamo di trovare una soluzione». E chissà che l’incredibile oro di Stefi e Amos non possa dare una bocciata decisiva anche nella nostra città.

Favola curling per l’Italia: Constantini e Mosaner conquistano un oro storico

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 08 Febbraio 2022
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