Dal Festival di Sanremo alla semina dell’aglio. La parabola di Fabio Ilacqua

L'autore della canzone "Lettera di là dal mare" interpretata da Massimo Ranieri e vincitrice del premio della critica si racconta e parla dei progetti futuri

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A dispetto del cognome, Fabio Ilacqua preferisce il vino all’acqua. Pur essendo un autore musicale affermato, preferisce leggere piuttosto che ascoltare musica. Eppure lui non solo scrive i testi, ma se la cava molto bene anche con la musica, che ricama utilizzando il pianoforte. Lo incontriamo subito dopo Sanremo, che ha visto il suo brano, “Lettera di là dal mare“, cantato da Massimo Ranieri, vincere il premio della critica.
E allora partiamo proprio da questa canzone. Come è nata? «È nata una decina di anni fa» racconta Fabio, che abbiamo intervistato al Circolo “Avvenire” di Sant’Ambrogio Olona. «Parole e musica. Il tema dell’immigrazione, soprattutto quella del sud Italia verso l’America, è un tema a me caro. Poi è rimasta lì. Un paio di anni fa, grazie a Mauro Pagani, sono entrato in contatto con Massimo Ranieri, che ha sentito il pezzo, gli è piaciuto. Quest’anno ha deciso di portarlo a Sanremo».

Una prima esecuzione non proprio perfetta per Ranieri. «Massimo Ranieri non può permettersi di essere impreciso sull’intonazione, ha una voce perfetta e quando sbaglia tutti se ne accorgono. Io l’ho sentito a Milano, canta ancora molto bene. A Sanremo era emozionato. L’ho chiamato al telefono subito il giorno dopo la prima esecuzione del brano, era entusiasta. È un cantante dalla grande carica umana, capace ancora di emozionarsi sul palco dopo tanti anni di carriera. Ranieri ha nel suo repertorio anche “Mia ragione“, una mia canzone arrangiata da Gino Vannelli, e quasi mi scappa da ridere pensando che io, da ragazzino, cantavo cover di Vannelli».

Dal successo di “Amen” (Sanremo giovani), dal successo planetario di “Occidentali’s Karma“, Fabio è diventato un autore molto richiesto. Ha collaborato con Francesco Gabbani, Paola Turci, Loredana Bertè, Ornella Vanoni, Marco Mengoni, Red Canzian. Due suoi brani sono nel repertorio recente di Mina e di Celentano. Il suo brano “Niente è andato perso” farà da traino al nuovo lavoro della coppia più bella del mondo della canzone italiana. «Sì, mi ha chiamato Massimiliano Pani, figlio di Mina. Certo, collaborare con Mina e Celentano per un autore è molto bello, ma vorrei sottolineare che amo molto ogni mio progetto, ad esempio quello con Simona Molinari, cantante di Napoli: ho prodotto e arrangiato il suo nuovo album».

Ma noi sappiamo che è in uscita un suo disco per la BMG, la casa discografica diretta da Dino Stewart che è diventata la sua seconda casa. «È vero, con Dino mi trovo proprio come a casa. Rispetto al mio album, i provini sono pronti, si tratta di entrare in sala di registrazione ma sui tempi non posso dire nulla. Potrebbe essere quest’anno, l’anno prossimo… chissà…».

Intanto Ilacqua non perde certo tempo, in attesa di questo suo disco. La sua vita non è cambiata di una virgola, nonostante il successo. «Faccio sempre la stessa vita, che considero una vita da privilegiato, perché mi è concesso il tempo per pensare, per leggere, scrivere. Chi deve lottare per il pane non può permettersi questo lusso. Lusso e responsabilità di chi può amplificare le sue idee. Ora sono molto preso con il lavoro nei campi, col mio terreno di quasi seimila metri quadri a Casbeno: potatura degli alberi da frutta, le prime semine…».

Fabio guarda la neve, ricordo della nevicata di San Valentino… «Questa neve non ci voleva, dovevo seminare l’aglio».
Sì, sempre la stessa vita, tante letture, camminate all’aria aperta, il mestiere di contadino…in attesa che le idee vengano a galla e, come per miracolo, diventino canzoni di successo. «Non credo di potermi attribuire molto merito – dice Fabio – Mi sento come un funzionario che mette a posto delle idee che stanno lì. Vivo periodi nei quali non c’è nulla, poi un giorno si sblocca tutto ed io non faccio che copiare ciò che vedo, ciò che sento. A quel punto posso lavorare ore ed ore di fila, perché come in un dipinto tutto deve essere a posto».

Progetti futuri? «Sto lavorando con Mengoni, ho un altro progetto importante ma per ora non posso anticipare nulla. A maggio farò la Via degli Dei, alcuni giorni di cammino da Bologna a Firenze».

Ci viene in mente il viaggio a cavallo di Mogol e Battisti, molti anni fa. Quindi troviamo un Fabio Ilacqua felice. «Felice è parola grossa… diciamo soddisfatto. Faccio quello che mi piace, con i miei tempi. Sì, è un bel mestiere. Riesco a mettere i paletti, a mantenere le distanze dal mondo che ruota intorno al successo, un mondo che all’inizio ti lusinga, solletica il tuo ego ma poi ti soffoca, sempre se tu gli permetti di soffocarti».

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Pubblicato il 18 Febbraio 2022
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