Draghi in Parlamento: “Guerra cambierà le relazioni internazionali”. Pronti circa 3.500 militari italiani

Draghi ha riferito in Parlamento sulla crisi in Ucraina: "Crisi di portata storica, lunga e difficile". Il governo già ha pronto un piano per fronteggiare un possibile shock energetico e tre step di intervento delle forze armate

Il Premier Mario Draghi è in Parlamento per un’informativa urgente sulla situazione della guerra in Ucraina. «Le immagini che vediamo di cittadini inermi nel bunker e nei tunnel della metropolitana ci riportano agli anni più bui della storia europea», ha detto in apertura del suo intervento. Draghi ha ricordato che nonostante tutto l’ambasciata italiana rimane operativa, anche per assistere i 2.000 connazionali presenti ancora nel Paese, e nel farlo ha ringraziato -tra gli applausi dei Deputati- l’ambasciatore Zazo e tutto il personale che lavora sia dall’Ucraina che dal Ministero degli Affari Esteri.

«L’attacco è una gravissima violazione di uno stato libero e democratico e dei più fondamentali valori europei» ha detto Draghi. «Ho la sensazione di essere solo allo stadio iniziale di un profondo cambiamento delle relazioni internazionali che ci hanno accompagnato nei più di 70 anni che ci separano dalla seconda guerra mondiale».

Il Premier ha poi sottolineato il piano di aiuti economici da dare all’Ucraina «perchè il sistema economico si è disgregato» oltre alle sanzioni per la Russia. Come già ricordato a poche ore dall’inizio dell’invasione Draghi ha ribadito che «qualsiasi dialogo deve essere sincero e soprattutto utile» ma che con le violenze di questa settimana rendono «il dialogo nei fatti impossibile».

E se da un lato la diplomazia si è arenata, dall’altro la Nato è pronta «con un rafforzamento difensivo ad est». Draghi ha così spiegato che è previsto un immediato incremento delle forze dispiegate nell’area e utilizzo di regole di ingaggio per un impegno immediato. In questo scenario inizialmente l’Italia metterà a disposizione 240 militari che già oggi sono in Lettoni oltre a forze navali e velivoli in Romania. Poi ci sono già allertati 1.400 uomini e donne di tutte le forze armate e altri 2.000 militari disponibili. In ogni caso non vi è «nessuna autorizzazione implicita dell’attraversamento dei confini».

Draghi ha poi passato in rassegna il primo pacchetto delle sanzioni, con un occhio però al «settore energetico già colpito dai rincari di questi mesi» che sconta «l’imprudenza di non aver diversificato gli approvvigionamenti delle fonti di energia e fornitori in questi ultimi decenni». Il governo è quindi al lavoro su un pacchetto di misure di emergenza nel caso in cui ci dovessero essere problemi di approvvigionamento «sperando di non dover attivarli» che riguardano principalmente riduzioni di carico alle grandi industrie, alle centrali elettriche con un’ipotesi di riattivazione di quelle a carbone. La direzione a lungo termine dev’essere però quella di un «maggiore sviluppo delle fonti rinnovabili anche e soprattutto con una semplificazione per l’installazione degli impianti» dove oggi «gli ostacoli non sono tecnici o tecnologici ma solo burocratici».

Draghi non ha negato che «La crisi di portata storica potrebbe essere lunga e difficile da ricomporre perchè sta confermando profonde divergenze sull’ordine mondiale che non sarà facile superare» e in questo ha esortato tutti all’unità: «Davanti alle terribili minacce che abbiamo davanti per essere uniti con l’Ucraina e con i nostri alleati dobbiamo prima di tutto restare uniti tra noi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Febbraio 2022
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