Il calzolaio di Saronno che sfida Yves Saint Laurent su Instagram e TikTok

Max è un giovane imprenditore e ha un grande sogno nel cassetto: realizzare scarpe al miglior rapporto tra qualità e prezzo. Spopola sui social con video dove mostra segreti e curiosità del mestiere di calzolaio

Generica 2020

C’era un tempo nel quale, prima delle produzioni di massa, le scarpe venivano realizzate a mano, una alla volta. Era un mestiere da artigiani, che richiedeva destrezza nel maneggiare i materiali, precisione, creatività e tanta pazienza. Abilità che si costruivano negli anni e che spesso venivano tramandate da padre in figlio. Oggi l’industria calzaturiera è massiva e completamente meccanizzata e quella del calzolaio tradizionale, in grado di creare ex novo scarpe, borse e cinture, è un arte che pochi padroneggiano. Tra loro c’è Maximiliano Maiorino, 32 anni di Saronno, città dove in via Cavour 51 ha una piccola bottega di calzolaio.

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Cresciuto tra colla, chiodi e gli attrezzi da calzolaio del papà e del nonno, che a sua volta aveva ereditato il mestiere dal padre, ha iniziato questo lavoro a 22 anni. «Inizialmente è stata più un’esigenza, perché in quel momento non c’era altro – racconta il saronnese -. Avevo i macchinari di famiglia e nel 2013 sono partito con un piccolo negozietto in via Cavour. Poi mi sono trasferito in un altro spazio più grande sempre a Saronno e ho aperto altri due negozi, uno a Gorla Minore e l’altro a Solaro. Non sono andati benissimo, quindi li ho chiusi e con la mia famiglia abbiamo preso tutti insieme questo negozio. L’anno scorso ho iniziato a usare i social e sono cresciuto molto».

Hai sempre voluto fare il calzolaio? «In realtà volevo fare il calciatore, ero scarso quindi mi sono dovuto arrangiare con qualcos’altro – racconta sorridendo Max -. La vita mi ha portato a fare il calzolaio e oggi la mia ambizione è diventare il miglior al mondo. Non importa cosa fai nella vita, basta farlo al meglio. Adesso io provo ad essere il migliore».

Maiorino shoes

Nel suo negozio ripara e personalizza calzature e borse. «Creo anche scarpe su misura, che è una cosa che non fa quasi più nessuno. È un lavoro che richiede tempo, ma è molto appagante creare una scarpa dal niente. A livello pratico ci impiego dalle sei alle otto ore, però poi il procedimento, dalla misurazione dei piedi alla prova delle scarpe, richiede circa un mese. Creo anche portachiavi, portafogli, porta cellulare, zainetti fatti a mano, cose che però in questo momento sto lasciando un po’ indietro, perché sono pieno di richieste di riparazioni».

L’anno scorso, dopo un periodo non proprio roseo a livello lavorativo, dovuto soprattutto agli impatti della pandemia sulle attività economiche, Max non si è perso d’animo e ha iniziato a mostrare sui social il proprio lavoro, pubblicando brevi video in cui ripara e personalizza scarpe e borse. Oggi sfiora i 250 mila follower su Tik Tok e i 40 mila su Instagram.

 

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«Ci avevo già provato nel 2015 ma non era andata benissimo. Il lockdown mi ha spinto a riprovarci, anche perché il mio sogno era aprire un negozio virtuale proprio per arrivare a tutto il mondo e non a limitarmi solo alla mia città. Nei video ho mostrato semplicemente quello che faccio, è piaciuto e ho iniziato a crederci. Poi a giugno dello scorso anno c’è stato il boom di follower».

Oggi gli ordini di riparazione arrivano da tutta Italia e in una piccola percentuale anche da Paesi esteri, come Germania, Spagna e Inghilterra. Una richiesta di riparazione è arrivata anche da Marcell Jacobs, il campione olimpico dei 100 metri ai Giochi di Tokyo 2020. «Ho tanto di quel lavoro che da solo è difficile stare al passo delle richieste, cerco personale che non trovo perché nessuno fa più il calzolaio».

Maiorino shoes

Le cose più particolari che hai realizzato? «Un ragazzo americano mi ha chiesto un paio di scarpe su misura con il numero 52, erano enormi. Un borsone della Bentley l’ho trasformato in una cuccia per cane, poi per un russo ho creato un paio di stivaletti in pitone blu elettrico con sfumature nere».

Max ha realizzato anche una propria linea di sneaker e di décolleté. «Sono disegnate e progettate da me, montate in calzaturifici qui in Italia, con prodotti solo italiani. Non è facile produrre serie fatte bene, perché usando prodotti di qualità il prezzo aumenta. Ho cercato di creare un prodotto che non avesse un prezzo eccessivo, perché mi piace l’idea di rapportarmi alle persone con qualità e prezzo ottimali». In uno dei suoi video pubblicati sui social, mette ironicamente a confronto le sue décolleté con un paio di Yves Saint Laurent da quasi 1000 euro. “Ho scoperto di avere un sacco di cose in comune con Yves Saint Laurent – afferma il ragazzo nel video -.  Anche io sono un artigiano e ho un controllo qualità tutto mio. Ricerco pelli e materiali qui in Italia e produco le scarpe nel mio paese. Sono ancora giovane e se vuoi essere il migliori devi sfidare i migliori. Quindi Yves Saint Laurent, arriva Maiorino da Saronno”.

Generica 2020

Spulciando le sue pagine social si scopre poi che molto spesso insieme alle scarpe da riparare, le persone gli inviano anche prodotti enogastronomici dalla propria terra: «Ho di tutto: infusi, biscotti, liquori, grappe, caramelle. Mi hanno inviato anche i plumcake e il calendario dei carabinieri».

Sogno nel cassetto? «Vorrei che il mio marchio diventasse il migliore per rapporto tra qualità e prezzo».

Valentina Rizzo
valentina.rizzo@varesenews.it

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Pubblicato il 02 Febbraio 2022
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