Woldetensae: “L’Openjobmetis trasuda energia. Il mio ruolo? La versatilità”

Presentato alla Enerxenia Arena il 23enne bolognese: "Sulla maglia l'omaggio a mio nonno. In spogliatoio ho trovato una chimica perfetta". Arcieri: "Era tra gli italiani più interessanti in A2, è qui per migliorare"

Basket Tomas Woldetensae Michael Arcieri

L’esordio a Venezia, con una tripla messa a segno al primo possesso, è stato l’aperitivo dell’esperienza varesina di Tomas Woldetensae. Il 23enne bolognese di origini eritree ha firmato un contratto di due anni e mezzo con la Pallacanestro Varese: prevedere il futuro, specie nel mondo del basket, non è semplice ma le premesse sono quelle di un rapporto che potrebbe diventare duraturo.

Lo ha detto nel corso della conferenza stampa anche Michael Arcieri, il gm biancorosso, imbeccato su una sorta di paragone con quanto avviene di solito con i giocatori scelti nel draft NBA: «L’idea è simile: quando prendi un ragazzo al draft hai la speranza di aver scelto bene ma sai anche di avere la possibilità di sviluppare le sue qualità. Noi abbiamo deciso fin da subito di guardare al campionato di A2 per trovare giovani che possano crescere e Tomas era senza dubbio uno di quelli più interessanti».

Il diretto interessato sorride, sotto la sua caratteristica chioma afro, anche per via del riferimento alla sua alma mater americana, l’università della Virginia: «Diamo per scontato che chi ha giocato in quel college abbia la difesa nel proprio DNA – spiega Arcieri – e questo è un motivo in più per cui abbiamo puntato su di lui. Un giocatore che in attacco sa fare diverse cose».

«Non mi piace definirmi in un ruolo preciso sul parquet – conferma Woldetensae – Credo che la versatilità sia un’arma in più. Sono conosciuto come guardia tiratrice, e mi va bene, ma amo molto anche passare la palla, mettere i compagni in posizione per fare canestro». La chiamata della Openjobmetis è stata, intanto, una piacevole sorpresa: «In questo momento sì, non me lo aspettavo, anche perché a Chieti non stavamo attraversando un buon periodo a causa di vari motivi, covid compreso. Quindi non pensavo di essere contattato da Varese ma sono molto felice di essere arrivato in una società così importante e storica del basket italiano».

Woldetensae arriva dalla provincia bolognese (giovanili a San Lazzaro di Savena ndr), una condizione che lo ha aiutato a sviluppare la sua passione per la palla a spicchi ma, curiosamente, non lo ha coinvolto nel tifo per una squadra cittadina. «Ho imparato a non tifare né Virtus né Fortitudo – ride – perché ho tanti amici sui due fronti. Di certo vivere a Bologna è particolare: si respira davvero aria di “basket city” e per un ragazzino che si avvicina a questo sport è un aiuto a consolidare la passione e la voglia di giocare».

A Venezia, ma anche in tutte le partite a venire, sulla maglia numero 8 di Tomas campeggia una “B.” prima del cognome. Un omaggio che lo stesso giocatore spiega: «è per mio nonno. Quando è passato a miglior vita ho deciso di cambiare legalmente il mio cognome aggiungendo il suo, Benazzi. Volevo fare qualcosa di più potente rispetto a un semplice tatuaggio: voglio ricordare che tutto ciò che faccio è iniziato grazie a lui, alla sua vicinanza».

Nello spogliatoio biancorosso, intanto, Woldetensae si è integrato rapidamente come si è visto anche in occasione della partita del “Taliercio”. «Ho esperienza con una struttura importante come quella di Virginia, organizzata e molto professionale. Qui ho trovato una società con le stesse caratteristiche, molto attenta ai dettagli, che mi ha permesso di inserirmi subito. La mia esperienza negli USA mi aiuta anche nella relazione con i giocatori americani, visto che parlo bene inglese. Ma quello che più mi ha stupito è la chimica trovata dentro a questo gruppo: sono tutti carichi, volenterosi e consapevoli di avere una grande occasione. Si respira energia in campo, in allenamento e naturalmente in partita. E lo si è visto».

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Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 16 Febbraio 2022
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