Metamorfosi urbana a Varese: quando il liceo Cairoli era il convento della Quiete

La 46esima puntata della rubrica di Fausto Bonoldi ci porta nel cuore del comune, il palazzo Estense di via Sacco

Metamorfosi urbana: non c’è stata più pace per la Quiete dei padri cappuccini

Ogni lunedì, con una passeggiata virtuale, la rubrica “Metamorfosi urbana” vi racconta le trasformazioni che ha subito Varese negli ultimi cento anni, da quando cioè è diventata capoluogo di provincia. A firmarla è Fausto Bonoldi, storica firma del giornalismo varesino che su questo argomento, che tratta da anni nel gruppo Facebook La Varese Nascosta,  ha scritto anche un libro, edito da Macchione, dal titolo “Cara Varese come sei cambiata

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Degli antichi edifici del convento dei Cappuccini, già radicalmente ristrutturato nell’Ottocento e trasformato nella villa La Quiete – e che nulla ha a che fare con la clinica la Quiete, che è più in là –  è rimasto il nucleo storico della sede del liceo classico “Ernesto Cairoli”, che si affaccia sulla via Dante Alighieri.

La Quiete è il nome della zona di Casbeno, alle pendici del colle Campigli, poi adottato anche dalla vicina clinica oggi chiusa, in cui i Padri Cappuccini edificarono, verso la fine del Seicento,  il convento di San Bartolomeo, trasferendosi dal Monastero Vecchio, costruito nel 1562, oggi ricordato da una via, che sorgeva a valle in una zona allora malsana perché paludosa di Casbeno.

Il cantiere del nuovo monastero fu aperto il 29 agosto del 1689, con la posa della prima pietra da parte di Andrea Martignoni, figlio di Benedetto, che aveva concesso l’area in cambio del sito del primo convento. Del complesso faceva parte una chiesa dedicata a San Bartolomeo in cui, per sua volontà, ebbe la prima sepoltura, nel 1780, Francesco III d’Este, duca di Modena e signore di Varese.

Quando, nel 1797, il convento fu espropriato in forza di un decreto della Repubblica Cisalpina, il terreno e gli edifici furono acquistati dalla famiglia Sanvito, che pose in essere una radicale ristrutturazione che comportò la parziale distruzione della chiesa, da cui le spoglie mortali di Francesco III furono prelevate e trasferite in un più piccolo oratorio.

Non ebbe miglior sorte del convento la villa La Quiete che, già adibita a sede scolastica, nel Novecento fu sacrificata in gran parte alla costruzione di moderni edifici per le scuole. La parte del convento che resistette più a lungo fu la portineria, che sorgeva nel luogo oggi occupato dal Masso Sacro del Grappa, sul viale XXV Aprile. Sopra l’arco d’accesso al complesso conventuale era affrescata una sosta o “quiete” della Sacra Famiglia in viaggio verso l’Egitto da alcuni attribuita a Francesco Cairo.

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Pubblicato il 07 Febbraio 2022
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