Il Partito democratico chiede trasparenza in merito al giudizio del Governo sulla riforma della sanità
Il PD annuncia la richiesta urgente di accesso agli atti per comprendere le perplessità del Governo e la risposta del presidente Fontana e chiedono all'assessore Moratti di riferire in aula
Dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della Riforma della sanità lombarda ma con la richiesta di alcune modifiche, le opposizioni chiedono che la questione venga presentata in aula.
«Ancora una volta Regione Lombardia manca di trasparenza sulla controversa riforma della sanità approvata lo scorso mese di novembre. A due giorni dalla nota ufficiale del Ministero, che ha sollevato criticità e chiesto chiarimenti su alcuni punti della legge – la gestione dei fondi del Pnrr destinati alla sanità territoriale, i rapporti tra pubblico e privato e la separazione di funzioni tra Ast e Asst – non è ancora arrivata nessuna informativa al Consiglio regionale. Come se la corrispondenza tra il Governo e la Regione fosse un fatto privato. Mentre è bene ricordare alla Giunta che sono atti di valenza pubblica, che riguardano una legge votata in Consiglio».
A dichiararlo è il consigliere regionale e capogruppo del Pd in Commissione sanità Samuele Astuti, che annuncia la richiesta urgente di accesso agli atti effettuata oggi dal gruppo del Partito Democratico.
«Vogliamo conoscere le perplessità del Governo sulla legge regionale e la risposta del presidente Fontana. Soprattutto, chiediamo che la vicepresidente Moratti riferisca all’aula – afferma Astuti – La legge fu votata unicamente dalla maggioranza, perché per noi era una non riforma. Un testo fragile con molte incongruità e molte lacune, un mero compitino per rispondere (male) alle indicazioni di Agenas. Abbiamo sempre dichiarato che invece serviva mettere mano a una riforma vera, concreta, profonda, nei confronti delle problematiche che abbiamo affrontato, a maggior ragione durante questi lunghi mesi di pandemia. Invece, è come se l’emergenza Covid in Lombardia non avesse insegnato molto, visto che rimangono aperti e insoluti temi come l’attenzione alla medicina territoriale extra-ospedaliera, la gestione dei pazienti cronici, la salute mentale e la disabilità, il sociosanitario in generale».
«Ora attendiamo di leggere nel dettaglio i dubbi e le criticità sollevate dal Ministero – conclude Astuti – che, a quanto ci risulta, riguardano modifiche sostanziali relative al decentramento e al ruolo delle diverse istituzioni sanitarie territoriali, il rapporto di Regione Lombardia con i privati e le nomine dei direttori generali delle Ats e delle Asst. Non certo dettagli, come invece li ha definiti la vicepresidente Moratti».
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