Ritiro sociale in aumento tra giovanissimi: nasce lo sportello dedicato
Attivato dal Centro per l'inclusione dell'Ufficio scolastico territoriale, ha l'obiettivo di intervenire in ottica preventiva e di recupero dei ragazzi autoreclusi in casa

Sono sempre di più i ragazzini che si ritirano non solo da scuola ma proprio dalla vita sociale, e sono sempre più giovani, anche a Varese. Lo si percepisce nelle scuole e lo conferma anche il primario della Neuropsichiatria iinfantile dell’Ospedale Del Ponte, tanto che il Centro territoriale di supporto e inclusione scolastica (CtsCti gestito dall’Ufficio scolastico territoriale di Varese) ha attivato quest’anno un nuovo servizio dedicato: lo Sportello ritiro sociale.
«In questi anni due anni di pandemia il fenomeno è molto aumentato – afferma il responsabile dell’Ufficio scolastico territoriale per l’inclusione Luigi Macchi – Non abbiamo il quadro completo perché non sempre al ritiro scolastico corrisponde un ritiro sociale ma ci preoccupa la situazione di estrema fragilità di adolescenti e preadolescenti, con casi segnalati anche nei bambini di quarta e quinta elementare».
A intervenire sul disagio manifestato dai giovanissimi in prima battuta sono di solito le scuole, con sportelli psicologici o consulenze che cercano di capire se la difficoltà dipende da bisogni educativi speciali (Bes), se si tratta di situazioni temporanee dovute a particolari contingenze o se c’è la cronicizzazione di un problema su cui è necessario intervenire. «Per questo quest’anno abbiamo aggiunto ai progetti di prevenzione dei disturbi dell’apprendimento (progetto IndiPoteS) e bullismo e cyberbullismo, progetti per ascolto, orientamento, autismo e ausili tecnologici un nuovo sevizio, lo Sportello ritiro sociale, realizzato con il progetto Sakido».
Il ritiro sociale
Partendo da insuccessi scolastici o esperienze relazionali frustranti, i ragazzi si isolano, compromettendo la vita scolastica, i rapporti coi coetanei e con la famiglia. Un fenomeno in espansione che vede adolescenti e preadolescenti chiudersi fino a non accedere più ad alcuna forma di mediazione con il mondo. Alcuni mantengono un legame «leggero» individuando in internet l’unica possibilità di contatto con l’esterno: chiave di accesso alle relazione con gli altri, al sapere, alla simbolizzazione (avatar e giochi di ruolo). Sono gli Hikikomori, ragazzi che mettono in atto un auto ricovero che esprime il disagio e, contemporaneamente, un primo tentativo di risolverlo.
“Soli, chiusi in casa con genitori spaventati. I nostri adolescenti hanno bisogno di aiuto”
Il progetto Sakidō
Il progetto prevede il coinvolgimento di 10 partner: coop L’Aquilone, Cts, coop Totem, università cattolica di Milano, Cfp Somma Lombardo, Istituto C.A. Dalla Chiesa di Sesto Calende, Associazione Smart, Ufficio di Piano di Sesto, Ufficio di Piano di Tradate, Comune di Vergiate.
Il progetto prevede la presa in carico del minore, con attività individuali e in piccolo gruppo di didattica attiva e “riattivazione di competenze”, oltre a laboratori di prevenzione nelle scuole secondarie di primo grado e supporto ai genitori.
Vista la situazione di pandemia, per questo primo anno di progetto viene proposto uno sportello di ascolto online. Lo sportello è rivolto ad insegnanti e genitori che necessitano di un confronto con un professionista rispetto ad alcune situazioni di ipotetico ritiro sociale.
Con lo sportello ci sarà la possibilità di contattare un’equipe multiprofessionale (psicologo e/o pedagogista) per poter raccogliere informazioni circa i segnali prodromici del ritiro sociale e individuare possibili strategie e modalità relazionali di intervento
Come accedere allo Sportello ritiro sociale
È possibile contattare lo sportello attraverso l’apposito modulo. Si verrà ricontattati al più presto per la definizione di un appuntamento online.
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