“Un museo è per tutti” la neo direttrice Chiara Gatti racconta il Museo Man
Emozionata per questo nuovo importante incarico, la storica dell'arte ci racconta i suoi progetti per il museo sardo di cui è la nuova direttrice dal 1 di febbraio
Dal primo febbraio il Museo MAN di Nuoro ha un nuovo direttore, anzi una nuova direttrice, che dalle sponde del Lago Maggiore porta la sua lunga esperienza nel campo dell’arte tra le colline della Sardegna. Originaria di Luino, Chiara Gatti succede a Luigi Fassi nominato direttore di Artissima.
Dal Lago Maggiore alla terra di Sardegna come ti senti all’inizio di questo nuovo incarico?
«Sono molto emozionata e contenta. Il Man è una realtà molto importante con oltre venti anni di storia. L’esperienza a Palazzo Verbania a Luino è stata molto stimolante perchè è stato un progetto di avviamento e di fondazione di un nuovo luogo per l’arte, mi spiace che oggi sia chiuso. Il MAN è un museo strutturato e con una collezione significativa.»
Presentaci il Museo Man. Qual è la collezione la sua peculiarità?
«Il MAN conserva un’importante collezione dedicata agli autori sardi dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni, con pezzi importanti di Antonio Ballero, Giuseppe Biasi, Francesco Ciusa, Mario Delitala, Carmelo Floris, Maria Lai, Mauro Manca, Costantino Nivola e moltissimi altri. La collezione è in continua crescita e presenteremo a breve le nuove acquisizioni, tra cui un’opera molto importante di Mario Sironi, entrata da poco nella permanente.»
Lo scorso 11 febbraio ha inaugurato la mostra del pittore e scrittore Carlo Levi che opere sono esposte?
«L’esposizione parte dalla rilettura fatta dalla curatrice Giorgina Bertolino dei due viaggi che l’artista ha fatto nel 1952 e 1962 in Sardegna. La mostra trae proprio il titolo da “Tutto il miele è finito” il libro di Carlo Levi dedicato alla terra sarda edito da Einaudi. Una vera e propria ricerca antropologica che ci permette poi di presentare la produzione antologica dell’artista con oltre 80 opere tra dipinti, disegni e incisioni e fotografie realizzate dallo stesso Levi.»
Le cose da fare sono sicuramente molte, qual è al primo posto?
«Al primo posto, per esigenza temporale, c’è la richiesta dei prestiti internazionali per i prossimi progetti espositivi. L’iter di prestito in questo caso è lungo, per cui è in cima alla lista delle priorità. L’idea infatti è quella di una mostra in estate e una in autunno di maestri storici che sono passati dalla Sardegna con opere provenienti anche da musei stranieri.»
Qual è il ruolo di un museo oggi, soprattutto in una realtà di provincia?
«Il museo deve essere un collettore di energie che deve interagire con la comunità. il museo è per tutti. Il dialogo che vorrei instaurare è sia con un pubblico che viene da fuori, che sceglie la Sardegna per il mare per esempio, ma anche quello locale che deve trovare nel museo un luogo in cui si riconosce.»
La comunicazione per un Museo è fondamentale, in che direzione andrà quella del Man?
«Sicuramente la pandemia ha accelerato lo sviluppo della comunicazione digitale e quindi dobbiamo coltivare quello che di buono la crisi ci ha lasciato. Stiamo attivando una serie di webinar sulla mostra di Levi e continueremo a sviluppare la comunicazione on line sul sito e sui social network.»
La tua carriera nel campo dell’arte si divide tra storica dell’arte, giornalista, curatrice di mostre e direttore di spazi museali. Qual è a cosa che preferisci fare?
«Oggi ti dico il Direttore, sono costretta a malincuore a lasciare l’impegno giornalistico per motivi di tempo, continuerò con delle collaborazioni ma non riesco a seguire la cronaca d’arte.»
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Complimenti a chi si è lasciato scappare la Gatti! Con Palazzo Verbania stupendamente restaurato e la bravissima Chiara Gatti (luinese) al timone avremmo potuto avere un Lac italiano, la nostra Luino poteva diventare una prestigiosa Lugano italiana!
O tempora, o mores!
Alberto Palazzi