I bambini ucraini trovano accoglienza nelle scuole di Varese ma i posti non sono infiniti

Al centro di prima alfabetizzazione NAI iniziano a crescere il numero di domande di iscrizione. Al momento la situazione è sotto controllo ma se i numeri dovessero crescere ci saranno difficoltà

I primi kit di benvenuto a varese ai bambini del centro nai

Sono ancora piccoli gruppi e il percorso di accoglienza nelle classi delle scuole varesine è in grado di rispondere. Ma se quei numeri dovessero raddoppiare allora il sistema attuale non reggerebbe, la capacità della scuola varesina di accogliere e includere potrebbe registrare criticità.

Lo sanno bene al “NAI” (Neo arrivati in Italia) il centro di prima alfabetizzazione che da 12 anni è attivo nella città di Varese. Esperienza voluta dal Comune e dai 5 istituti comprensivi per concentrare esperienze e risorse in una sola sede, così da agevolare l’integrazione dei bambini e ragazzi stranieri che arrivano in città e non conoscono la nostra lingua.

CENTINAIA DI STUDENTI STRANIERI SONO PASSATI DAL CENTRO DI PRIMA ALFABETIZZAZIONE DI VARESE

In tanti anni, sono passati dai banchi, attualmente ospitati alla scuola Parini del comprensivo Varese 4 diretta da Chiara Ruggeri Anna Frank, decine e decine di alunni stranieri accolti da tre educatrici del Comune di Varese nel ciclo primario e dall’insegnante Cinzia Milan per il triennio delle medie.

Una sinergia che, fino a oggi, ha reso un servizio importante soprattutto agli studenti e alle loro famiglie: « Chi arriva in classe spesso si sente a disagio, confuso – spiega la docente Milan – ecco perché, anni fa, si era pensato di realizzare questa esperienza, che centralizza in un unico posto le esperienze dei mediatori impegnati. Nella nostra provincia, sono diverse le esperienze di rete per l’accoglienza, a Varese si è puntato sulla sinergia scuola-Comune per ottimizzare le esperienze così i minori, una volta acquisite competenze sufficienti in italiano, possono entrare nelle classi corrispondenti».

QUASI 25 LE DOMANDE DI INSERIMENTO GIUNTE PER I BAMBINI FUGGITI DALL’UCRAINA

In questo momento, nel centro della Parini stanno arrivando le richieste per gli studenti dell’Ucraina: « Da martedì io ne avrò 9 – spiega Cinzia Milan – che vanno ad aggiungersi al gruppo esistente. Questo modello è efficace finché si rimane in gruppi di 15/18 studenti. Si lavora bene, si riesce a seguire un percorso individualizzato. Se la richiesta di inserimenti dovesse aumentare, si dovrà fare qualche scelta organizzativa. Io sto pensando a una riorganizzazione divisa per classi: attualmente vengono tutti insieme perché i numeri sono piccoli, ma nel caso dovessero aumentare si dovrà lavorare su turni per età».

Al di là dei profughi ucraini, al centro fanno riferimento tutti i ragazzi stranieri in arrivo a Varese: « Con la fine dell’emergenza sanitaria, molti paesi hanno riaperto i confini e si stanno registrando molti ricongiungimenti familiari. Numeri anche questi in crescita».

IL COMUNE DI VARESE PRONTO AD ACCOGLIERE MA I POSTI SONO LIMITATI

Gli scenari possibili sono anche sul tavolo dell’Assessore ai Servizi educativi del Comune di Varese Rossella Dimaggio: « In questo momento abbiamo 15 domande di iscrizione, ma in classe ne abbiamo 10 perché gli altri stanno facendo un percorso speciale di accoglienza nelle scuole che frequenteranno. È chiaro che, nel caso di aumento di domande, dovremo intervenire. Il Comune potrà aumentare portando da 3 a 4 il numero di educatrici impegnate al NAI e, magari, anche raddoppiare i turni tra mattino e pomeriggio. Ma non è questa la mia preoccupazione. Lo scenario che temiamo è che la domanda sia talmente elevata che i posti stessi nelle scuole cittadine non basteranno. Finché le diverse classi avranno la capacità di accogliere e integrare si procede spediti. Ma quando finiranno i posti? A quel punto, come Comune, non potremo fare altro che chiedere un intervento del Ministero».

Al NAI l’accoglienza è a 360 gradi: « Chi arriva a Varese spesso scappa da guerre, distruzioni, orrori – commenta ancora Cinzia Milan – hanno un vissuto molto impegnativo. Siamo ormai capaci di affrontare il peso delle vite che si lasciano alle spalle. Il modello di accoglienza che la provincia di Varese offre, grazie alle reti che si sono create, è davvero molto positivo. Questi bambini ucraini, nella gran parte, non sanno una parola di italiano né di inglese ma abbiamo l’aiuto di mediatori culturali. Anche in questo caso, però, il sistema è tarato sui piccoli numeri».

ALCUNI STUDENTI UCRAINI STANNO SEGUENDO LE LEZIONI IN DAD TENUDE DAI PROPRI PROFESSORI

Gli scenari, dunque, sono ancora molto incerti anche se ci si porta avanti per individuare debolezze e criticità da affrontare prima che diventino emergenze : « C’è una variabile di rilievo – fa notare ancora Cinzia Milan – gli insegnanti ucraini stanno dimostrando una capacità di reazione encomiabile. Alcuni dei ragazzi fuggiti continuano a seguire le lezioni delle proprie classi perché gli insegnanti hanno attivato la Dal. Davvero un gesto importante».

SI LAVORA PER ATTIVARE ANCHE UNA CLASSE DI PRIMA ALFABETIZZAZIONE PER I RAGAZZI DELLE SUPERIORI

Al momento, fuori dal percorso di integrazione graduale sono fuori i ragazzi in obbligo formativo ma che hanno il titolo di terza media: « Ci sono stranieri che dovrebbero entrare negli istituti superiori ma hanno un limite linguistico. Per questo motivo stiamo lavorando per attivare anche una classe delle superiori, così da completare l’accoglienza e l’integrazione degli studenti stranieri». 

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 18 Marzo 2022
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