La guerra in Ucraina e i costi energetici: Europa Verde chiede di investire di più sulle fonti rinnovabili
Secondo il movimento ambientalista, "disarmare Putin può e deve partire anche dalle singole decisioni quotidiane, partendo dalle nostre abitazioni con piccole azioni che comportano dei minimi sacrifici"

La guerra in Ucraina, gli effetti sulla popolazione ma anche sull’economia mondiale sono al centro della riflessione proposta da Europa Verde:
«Europa Verde ha partecipato alla manifestazione che si è tenuta ieri a Varese e che ha raccolto centinaia di persone tutte unite nel comune rifiuto della guerra come mezzo per risolvere qualsiasi tipo di contesa. Le manifestazioni sono un modo importante per far sentire pubblicamente la propria voce, per sensibilizzare le persone ai problemi che hanno un impatto rilevante nella vita di tutti giorni.
Ma in questo caso la situazione è radicalmente diversa, le conseguenze reali della guerra si stanno facendo sentire in modo significativo sotto diversi punti di vista sia sociali che economici. Il notevole afflusso di profughi che sta iniziando ad arrivare nei Paesi europei sta mettendo alla prova la nostra capacità di accoglienza, così come il significativo aumento dei prezzi di molti generi di prima necessità tra i quali i generi alimentari e il gas rappresentano l’ennesima
batosta per moltissime famiglie in molti casi già provate da due anni di grandi difficoltà dovute alla pandemia.
Una miscela particolarmente pericolosa per le nostre società a cui l’Europa sta rispondendo in maniera esemplare, restando unita nella ferma condanna a questa guerra di invasione, attivandosi con grande generosità per accogliere i profughi e lavorando con tutti i canali diplomatici per ottenere nel più breve tempo possibile il cessate fuoco.
Oltre alla drammatica tragicità delle guerre, il dato di fatto che sta emergendo in modo preoccupante è quello relativo alla dipendenza energetica del nostro Paese dalla Russia. Il raddoppio (se va bene) delle bollette ci sta facendo capire in modo concreto quanto questa dipendenza sia tossica per il nostro futuro e per quello delle nuove generazioni, senza dimenticare che 800 milioni di € al giorno finiscono nelle casse di uno Stato
che ne usa una parte per acquistare armamenti da utilizzare sulla popolazione civile.
Senza voler mettere sul tavolo ulteriori aspetti correlati al riscaldamento globale, crediamo che sia oramai giunto il momento per il nostro Paese per attivare una solida e definitiva strategia per avviare una transizione verso le fonti rinnovabili. L’assemblea programmatica di Europa Verde che si è svolta a Roma nello scorso fine settimana ha tracciato un percorso molto chiaro al riguardo.
Non sono sufficienti le confuse intenzioni del ministro Cingolani, occorrono molto più coraggio e molti più investimenti nelle rinnovabili.
Disarmare Putin può e deve partire anche dalle singole decisioni quotidiane, partendo dalle nostre abitazioni con piccole azioni che comportano dei minimi sacrifici nell’abbassare la temperatura di funzionamento dei nostri impianti di riscaldamento , può essere fatto da semplici cittadini che installano impianti fotovoltaici e costituiscono comunità energetiche rinnovabili, può essere fatto dalle pubbliche amministrazioni che riqualificano il loro patrimonio immobiliare dal punto di vista energetico, può essere fatto dalle aziende adottando approcci basati sull’economia circolare.
Il tema cruciale della transizione ecologica e dello sviluppo sostenibile che non sfrutti le risorse del pianeta saranno le grandi sfide della nostra civiltà. Quello che sta avvenendo in Ucraina e che abbiamo vissuto recentemente in altre parti del pianeta in modo meno conosciuto (p.e. Africa sub-sahariana) sono solo alcune delle guerre che ci troveremo a fronteggiare in un prossimo futuro nel quale le risorse naturali diventeranno sempre più oggetto di conflitti.
Garantire l’utilizzo sostenibile e consapevole di tali risorse significherà sostenere la pace».
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