L’Università dell’Insubria protagonista nelle celebrazioni per i 600 anni della Collegiata di Castiglione

I professori Andrea Spiriti e Laura Facchin del Centro di ricerca sulla Storia dell'arte contemporanea parleranno al convegno che si terrà a Palazzo Lombardia il 31 marzo

Arte, storia, fede e cultura si mescolano nel borgo di Castiglione Olona, “città ideale” nata per volontà del Cardinal Branda che avviò, con la bolla papale del 7 gennaio 1492, la costruzione di un progetto nuovo che partiva dall’arte e dalla religiosità per costruire un centro abitato a dimensione umana. Il primo di una serie di città dell’Umanesimo europeo che ha poi avuto repliche oggi, magari, più conosciute come Sabbioneta, Pienza, Giulianova.

I 600 anni della Collegiata sono, quindi, un’occasione per rilanciare la memoria di un patrimonio custodito in Lombardia ma di cui non si ha sufficiente percezione. Alle celebrazioni, avviate da Regione Lombardia insieme al comune di Castiglione e alla Collegiata, si unisce l’Università dell’Insubria.

« È il nostro terzo compito – ha spiegato il rettore Angelo Tagliabue  mettere a disposizione saperi e conoscenze per aumentare la consapevolezza del pubblico e dei cittadini. La storia si ripete, con contesti diversi, e racconta che, già nel 1400, c’era il concetto di creare delle strutture che fossero a misura di uomo».

Il prossimo 31 marzo a Palazzo Lombardia a Milano (Sala Biagi, via Melchiorre Gioia 37, ore 15) ci sarà una giornata di studio a più voci, moderata dal giornalista Luigi Mascheroni. Protagonisti saranno il professor Stefano Bruno Galli, assessore all’Autonomia e alla Cultura di Regione Lombardia,  il sindaco di Castiglione Olona Giancarlo Frigeri insieme all’assessore alla Cultura Cristina Canziani. Il racconto storico e artistico è affidato ai professori: Gabriele Archetti dell’Università Cattolica, Andrea Spiriti e Laura Facchin dell’Università dell’Insubria. Per la Collegiata intervengono: l’arciprete don Ambrogio Cortesi, il direttore del Museo Dario Poretti e il Conservatore Laura Marazzi.

«Questo sesto centenario – ha spiegato l’assessore Stefano Bruno Galli – è l’occasione per richiamare l’attenzione del pubblico su quattro grandi temi: la Collegiata, la Città Ideale, la figura del Cardinale, la valorizzazione integrata dell’intero corso dell’Olona, dalla Rasa sino a Milano. Da storico mi dispiace che occorrano delle ricorrenze come questa per valorizzare il ricco patrimonio artistico culturale che abbiamo in Lombardia. Sfruttiamo, però, l’occasione per avviare questi 4 progetti di valorizzazione che ci permetteranno una maggior divulgazione delle particolarità collegata al borgo di Castiglione e alle sue differenti sfaccettature, non ultima la presenza del fiume Olona così ricco di storia e di memoria».

Tra i maggiori studiosi del borgo c’è il professor Andrea Spiriti del Centro di ricerca sulla Storia dell’arte contemporanea dell’Insubria: «È importante cogliere l’unità del progetto: Castiglione non è un non borgo con begli edifici, ma una città dell’uomo per l’uomo, pensata tutta nello stesso momento e realizzata in vent’anni dal 25 marzo 1422, giorno dell’Annunciazione in cui è stata posata la prima pietra. Venne curata inizialmente dal Cardinale Branda, uomo di grande valore che riuscì a costruire una rete di rapporti davvero trasversali per portare a Castiglione anche i più famosi artisti del tempo. La costruzione della città ideale proseguì anche dopo la sua scomparsa, per volere delle generazioni successive nel secondo Quattrocento e primo Cinquecento che ne modificarono lo sviluppo pur rimanendo fedeli a un disegno univoco».

L’Università dell’Insubria farà anche da sede di un convegno internazionale organizzato  dal 28 al 30 settembre, con il supporto della rete interuniversitaria «Città ideali» del Rinascimento italiano. Nell’occasione, sarà pubblicato il secondo volume di Andrea Spiriti su Castiglione Olona (dopo quello del 2018): uno studio dedicato alle committenze di nipoti e pronipoti del Cardinale nel secondo Quattrocento e primo Cinquecento. 

Gli atti del convegno andranno in stampa nel marzo 2023, con nuovi incontri divulgativi:

« Il 25 marzo 1422, festa dell’Annunciazione, il cardinale Branda Castiglioni poneva la prima pietra della nuova Collegiata quale simbolo fondativo della città ideale di Castiglione Olona, feudo familiare e oggi in provincia di Varese. Si trattava di una città ideale: pensata cioè per l’uomo, a paradigma di uno spazio dove l’organizzazione urbana esaltasse i valori di città/civiltà, con istituzioni-modello come il primo edificio scolastico della modernità, la Scolastica (attuale sede comunale).

Ma era anche un riflesso agostiniano della Città di Dio, della Gerusalemme Celeste, con la dialettica fra la Rocca e la Villa. Ed era una sintesi della Cristianità (specie dopo l’Unione fra cattolici e ortodossi nel 1439, col ruolo forte di Branda) e dell’Europa: la compresenza di artisti lombardi, veneti, fiorentini, senesi, inglesi, boemi, francesi, tedeschi la rendeva molto più che l’«isola Toscana di Lombardia»; bensì il luogo dove Masolino da Panicale, Paolo Schiavo, il Vecchietta, i Solari da Carona dialogavano con le novità tardogotiche e umanistiche, in edifici (Collegiata, Battistero, Chiesa del Corpo di Cristo, palazzo Branda, palazzo dei familiari, palazzo dei Poveri di Cristo, palazzo Castiglioni di Monteruzzo) che costituivano i nodi di uno sviluppo urbano di forte caratura semantica.

Ma soprattutto, Castiglione Olona è il primo caso in assoluto di città ideale, apripista di una serie che includerà molti casi d’area italiana (si pensi almeno, in ordine, a Pienza, Giulianova, Cortemaggiore, Carpi, Ferrandina, Acaya, Sabbioneta, Loano, La Valletta) per poi costituire il paradigma del concetto moderno, da San Pietroburgo a Washington, da Chandigarh a Brasilia».

Oggi, il borgo storico di Castiglione ha perso la sua centralità: « La città ideale non esiste più – commenta il professor Spiriti – si è spostato tutto sulla Varesina. Rimane solo la sede del Comune. È auspicabile uno sforzo di tutte le parti, pubblico chiesa e privati, per ricostruire una rete di offerta integrata, che includa anche il MAP ( Museo delle arti plastiche) uno dei 4 al mondo. Anche il percorso dal parcheggio non concede una fruizione completa. Credo che la messa in rete di tutto il patrimonio, compreso il Castello di Monteruzzo, sia importante per ridare merito a un patrimonio artistico e culturale custodito nel nostro territorio». 

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 23 Marzo 2022
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