Il sottopasso ferroviario della stazione di Luino verrà allungato

Soluzione in una convenzione stipulata con Germignaga. A darne notizia l'assessore Porfiri durante il consiglio comunale: "Grazie a RFI e al Comune di Germignaga che crede nella nostra visione urbanistica"

Luino - stazione

Sono stati diversi i temi toccati durante il consiglio comunale di Luino tenutosi nella serata di ieri, 17 marzo. Tra i più interessanti figurava sicuramente quello che riguardava l'”Approvazione convenzione tra i Comuni di Luino e Germignaga per la partecipazione all’assegnazione di contributi per interventi di rigenerazione urbana – progetto per l’allungamento del sottopasso ferroviario della stazione di Luino”, al punto tre dell’ordine del giorno.

Una grande notizia per il territorio luinese per diversi aspetti: la rigenerazione urbana di quell’area ha tra i suoi obiettivi principale la ricucitura fra il fronte e il retro stazione e l’attuazione di un reale collegamento tra piazza Marconi e il parcheggio Smarborder, ora praticamente inutilizzato poiché “lontano” dall’area e quindi poco funzionale al suo scopo. Ma non solo, l’ambizione più grande con cui è stato portato avanti il progetto dalla attuale amministrazione è quella di creare una vera e propria interazione tra la comunità luinese e un’area ad oggi totalmente dimenticata. 

«Questa sera mi trovo a perfezionare un passaggio che fa parte di un lungo percorso iniziato dal mio predecessore, l’assessore Fabio Sai – ha detto l’assessora all’Urbanistica e alle Opere Pubbliche Francesca Porfiri – Un progetto che la maggioranza sta portando avanti dall’inizio del mandato e che io condivido a pieno, soprattutto in ottica di rigenerazione urbana come volano di ricadute sociali, ambientali ed economiche per l’intera città e motore dello spazio pubblico e della società».

A dare tutti i dettagli delle intenzioni con cui questo allungamento del sottopasso ferroviario avverrà, sempre l’assessora Porfiri con un testo predisposto dal gruppo di maggioranza in cui viene descritto il dibattito politico che li ha portati a quella decisione:

«Nonostante questo punto all’ordine del giorno verta soltanto sull’approvazione di un atto propedeutico al possibile riconoscimento dei fondi a valere sulla Missione 5 – Componente 2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è un fondamentale passo avanti nelle politiche di sviluppo sostenibile del territorio luinese. L’attuale amministrazione ha da subito guardato con particolare attenzione all’area dell’ex scalo ferroviario. Quest’area era stata a sua volta oggetto di politiche di rilancio da parte della precedente amministrazione: un rilancio che è però stato interpretato con una variante al PGT (Piano di Governo al Territorio) dal gusto prettamente immobiliarista. Inoltre quella prospettiva, oggi più che mai, diverge dal concetto di rigenerazione degli spazi e da quella richiesta di sostenibilità di cui tutti parlano, ma che pochi riescono ad implementare. Una prospettiva che rimane comunque inattuabile con il PGT vigente, poiché l’enorme quota di rigenerazione dei volumi edificabili del piano attuativo (quantificabili in circa 5 condomini da 5 piani), non è comunque sufficiente a rendere appetibile un’area in cui i contrappesi per la richiesta pubblica, fra cui la realizzazione del sottopasso, non sono economicamente sostenibili per nessun operatore. Quindi in sostanza con questo strumento urbanistico l’area ferroviaria rimarrebbe tale quale per chissà quanti anni ancora.
L’area ferroviaria, intesa come ex scalo, da sola rappresenta circa il 10% della superficie di Luino centro, ossia ben 50 ettari di spazi dislocati in un punto nevralgico del territorio. Da subito abbiamo appunto interpretato quell’area come un punto nevralgico, come una risorsa, come un’opportunità pubblica da cogliere al meglio. Non come una semplice area dismessa da “riempire”. La rigenerazione di quell’area passa per un primo, vitale, nodo da risolvere : la ricucitura fra il fronte e il retro stazione. Ma non per dare un senso compiuto ad un’opera realizzata con soldi comunitari, ovvero il collegamento tra piazza Marconi e il noto parcheggio Smartborder. Bensì per creare una vera interazione tra la comunità luinese e un’area ad oggi totalmente dimenticata, che merita di fare parte integrante della nostra quotidianità. Sulla scorta di questo ragionamento, non abbiamo voluto renderci esecutori di decisioni non nostre. E nemmeno abbiamo voluto vincolare ogni prospettiva futura con opere non funzionali e gravose per l’amministrazione comunale e gli uffici preposti. Il riferimento esplicito va al progetto Interreg detto “Iron Pact”, concepito per dare quella risposta di cucitura prolungando il sottopasso ferroviario. In realtà però, il finanziamento previsto si è rivelato gravemente insufficiente in termini di risorse, dell’ordine di diversi milioni di euro.
La conseguenza è stata la proposta di un intervento con la stessa finalità di collegamento, ma che snaturava totalmente la sua utilità iniziale. Nei dettagli, la precedente amministrazione, oggi in parte presente fra i banchi della minoranza con i consiglieri Pellicini e Casali, era ben informata dei costi da sostenere per il sottopasso e delle insufficienti disponibilità del finanziamento Iron Pact. Per questo, giustamente, tentò di bussare alla porta di altri finanziatori, ricevendo però risposte negative. L’indicazione politica data allora all’ufficio tecnico, per non perdere il finanziamento, fu quella di reinventarsi il progetto Iron Pact abbandonando l’ipotesi del sottopasso ferroviario e proponendo invece un’alternativa di circumnavigazione dello scalo con un’improbabile collegamento.
Consapevole delle criticità di un progetto rivisto al ribasso per mancanza di fondi, la precedente amministrazione ha correttamente atteso l’esito delle elezioni di settembre 2020. Correttamente perché l’unica decisione possibile, se vista dalla prospettiva di fattibilità e utilità di un’opera, era quella di non perseguire quell’idea. Trattavasi insomma della proverbiale patata bollente.
Patata bollente che, per loro fortuna, non hanno dovuto più affrontare in seguito al cambio di amministrazione. Tant’è che all’epoca del nostro insediamento, la nostra decisione di rinunciare a questa opzione non è stata minimamente contestata dalla Regione e dagli altri enti coinvolti, sapendo che accettarla avrebbe portato solo risultati di facciata, per niente utili al territorio. E molto probabilmente ci avrebbe anche impedito di proporre quanto stiamo per votare. All’epoca venimmo tacciati di essere l’amministrazione che rinunciava alla realizzazione del sottopasso. Un’affermazione non vera perché, per quanto osservato nella proposta progettuale dell’Iron Pact al momento della decisione, del sottopasso non vi era nemmeno l’ombra.
Oggi lo possiamo dire con soddisfazione : ci avevamo visto lungo. In quei mesi infatti si cominciava a parlare di Recovery Fund, ed eravamo certi che ci sarebbero state opportunità di finanziamento più adeguate. Oggi, grazie a RFI che ha mostrato sin da subito una disponibilità incondizionata, e grazie al Comune di Germignaga, che crede nella visione urbanistica ad ampio spettro dell’amministrazione Bianchi, stiamo concretizzando il primo passo verso una revisione del territorio luinese. Certamente è solo un atto per la partecipazione congiunta ad uno dei bandi del PNRR, ma perlomeno il via è stato dato: Luino deve pianificare il suo domani partendo dall’oggi. Partendo dalla stazione ferroviaria, e affermando con coraggio che la rigenerazione passa attraverso gli spazi pubblici».

Una scelta progettuale che ha trovato d’accordo tutti i presenti, anche il consigliere di minoranza Andrea Pellicini, rimasto solo un po’ stizzito per le presunte “frecciatine”, contenute nello scritto letto dall’assessora Porfiri, rivolte alla sua precedente amministrazione. L’unica richiesta arrivata, sia dall’ex sindaco Pellicini, sia dal consigliere di minoranza Furio Artoni, è stata quella di poter visionare in modo più approfondito i progetti e quindi di convocare una Commissione Territorio. Concordi con questo anche l’assessora Porfiri e il sindaco Bianchi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Marzo 2022
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