Dai rifiuti al biometano, apre a Legnano l’impianto per produrre 4 milioni di metri cubi all’anno

L'impianto tratterà 52mila tonnellate di rifiuti organici l’anno trasformandoli in 4 milioni di metri cubi di biometano e 14mila tonnellate di compost

Taglio del nastro per il nuovo impianto per la produzione di biometano a Legnano, che in base alle previsioni tratterà più di 50mila tonnellate di rifiuti organici all’anno – 40mila di frazione organica vera e propria e 12.400 di verde – trasformandoli in 4 milioni di metri cubi di metano e 14mila tonnellate di compost. Basato su una logica di partenariato pubblico-privato, l’impianto ha comportato un investimento di 21,5 milioni di euro e nelle prossime settimane diventerà operativo a tutti gli effetti avviando la produzione.

L’idea alla base della struttura è quella di trasformare la frazione umida dei rifiuti in biometano e compost: i rifiuti, dopo un trattamento di preselezione per eliminare eventuali “intrusi”, verranno sottoposti ad un processo di degradazione al termine del quale il biogas ottenuto verrà depurato e raffinato diventando biometano. Il residuo della lavorazione verrà invece stabilizzato e trasformato in compost di qualità.

«Questo impianto è un progetto di territorio, con una visione lunga – ha spiegato il sindaco di Legnano Lorenzo Radice durante la cerimonia di inaugurazione -: rientra in quella transizione ecologica che dobbiamo compiere. Legnano nei prossimi mesi inizierà anche un’altra transizione importante, che riguarda la tariffa puntuale: sono passaggi di cui essere orgogliosi. Con impianti come questo o come quello vicino di Borsano stiamo facendo un percorso che deve riportare l’Alto Milanese e tutta questa parte della città metropolitana a rimettersi all’avanguardia rispetto al tema dei rifiuti, che sempre di più devono diventare materia che può essere valorizzata e non da scartare».

La posa metaforica della prima pietra per il nuovo impianto era arrivata a luglio 2020, a valle di un percorso iniziato il 3 dicembre 2015, quando Amga venne autorizzata dall’allora provincia di Milano a realizzare un impianto che avrebbe trattato lo stesso tipo di rifiuto, ovvero la frazione organica dei rifiuti solidi urbani e il verde, ma per produrre elettricità ed energia termica attraverso la combustione del biogas. Poi, dopo che nel 2017 Asja Ambiente e Tecnologie Ambientali si sono aggiudicate la gara di appalto per la progettazione, realizzazione e gestione della struttura, la partecipata di via per Busto Arsizio si è seduta al tavolo con Città Metropolitana per la variante del titolo autorizzativo che ha sancito il passaggio dal biogas al biometano. E ora, dopo un anno e mezzo circa di lavori, si apre una nuova fase per la struttura.

Taglio del nastro per il nuovo impianto per la produzione di biometano a Legnano

«Oggi per questo impianto parte una nuova tappa, la più sfidante – ha sottolineato Stefano Migliorini, direttore generale di Aemme Linea Ambiente -: quella della gestione in un contesto urbano, in cui dovrà dimostrare di essere all’altezza delle aspettative, di essere efficiente e di ridurre al massimo qualunque tipo di impatto sulla cittadinanza. Il pensiero che sta alle spalle di questo impianto è che “l’ambiente è un dono collettivo, patrimonio di tutta l’umanità, eredità comune da amministrare e non da distruggere”: questo impianto è un esempio di come le sfide della sostenibilità e dell’economia circolare si debbano accettare con lo sguardo rivolto alla tecnologia e la fiducia nell’intelligenza delle persone e non con un malinconico rimpianto per i tempi che furono».

Il nuovo impianto entrerà peraltro in funzione in un momento storicamente delicato per la produzione energetica in generale e soprattutto per quanto riguarda la dipendenza da fonti fossili, tra l’aumento dei costi e il rischio di tagli nelle forniture legato ai venti di guerra nell’Est Europa. Criticità alla quali la produzione di biometano può però contribuire a dare una risposta: è di ieri, mercoledì 9 marzo, un’analisi di Utilitalia che stima nel 5% il fabbisogno energetico cui potrebbe supplire la produzione da rifiuti rispetto al totale dell’importazione del gas metano che oggi arriva dalla Russia.

Taglio del nastro per il nuovo impianto per la produzione di biometano a Legnano

«Gli impianti di digestione anaerobica per la produzione di biometano e compost sono la soluzione tecnologica più avanzata per il recupero della frazione organica dei rifiuti urbani – ha ribadito Agostino Re Rebaudengo, presidente di Asja Ambiente -. L’inaugurazione dell’impianto di Legnano oggi è la dimostrazione che possiamo rendere l’Italia energeticamente più indipendente e pulita, produrre biometano e comport e applicare i migliori principi di economia circolare anche ai nostri rifiuti».

«La potenzialità della produzione di biometano è oggi parte integrante dello scenario proiettato, in rapida evoluzione, verso la transizione energetica, ossia il passaggio dall’utilizzo di fonti di produzione non rinnovabili a energie rinnovabili, meno inquinanti e più efficienti – ha aggiunto Valerio Menaldi, amministratore unico del Gruppo Amga -. Ad oggi in Italia sono 15 gli impianti di questo tipo, a conferma di come questa tecnologia sia, ormai, matura. Non solo: in un futuro prossimo gli stessi saranno deputati a colmare quella carenza del sistema impiantistico dedicato agli enti locali che, se per le altre frazioni emrceologiche consente loro di realizzare l’economia circolare attraverso i canali e le filiere già esistenti, per la frazione organica presenta maggiori difficoltà e prezzi spesso insostenibili per le piccole comunità locali».

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leda.mocchetti@legnanonews.com
Pubblicato il 10 Marzo 2022
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