Tappa al Teatro di Varese per i Tiromancino, Federico Zampaglione: “Sul palco trent’anni di carriera”

L'appuntamento al Teatro di Piazza Repubblica è per sabato 26 marzo, alle 21. Sul palco i grandi classici della band e e non solo: "Tante fotografie di questo lungo percorso artistico"

tiromancino

Un tour non è mai uguale all’altro. Di certo, quest’ultimo, per Federico Zampaglione e band rappresenta un ritorno sulle scene davvero speciale. Partita a fine febbraio, la tournèe “Ho cambiato casa” segna il loro ritorno ai live dopo la pandemia. L’appuntamento a Varese con i Tiromancino è per  sabato 26 marzo, alle 21. Un appuntamento imperdibile per qualsiasi fan.

In scaletta, assicura il cantante della band, non mancheranno i grandi classici, in uno spettacolo tra musica ed emozioni che permette agli spettatori di vivere ore di leggerezza, ma anche di riflessione sui rapporti più profondi che segnano le nostre vite. Quelli tra figli e genitori ad esempio, quelli legati alle relazioni amorose e all’amicizia. Ma anche sul rapporto tra l’uomo e il pianeta, in un momento in cui ancora una volta la guerra infiamma il cuore dell’Europa.

Come è stato tornare sul palcoscenico dopo tre anni e in un momento così particolare?
«Il tour sta andando molto bene. È iniziato alla fine di febbraio ed è sicuramente coraggioso per il momento storico che stiamo vivendo. Non ne siamo sicuramente estranei, ma chi viene al concerto viene avvolto dalla musica, dalle vibrazioni positive, dai testi e dai messaggi di speranza. Si crea un’atmosfera molto bella, è una serata tra amici, dove c’è molto affetto. Di certo, i vari protocolli per il Covid rendono le cose più complicate, ma siamo in giro per teatri e questo è molto bello. Diciamo che tra tutti i tour che ho fatto nella mia vita, questo di sicuro non lo scordo».

Il ritorno delle emozioni dei live da un parte, il pensiero della una guerra in corso dall’altra. A questo proposito ha appena pubblicato il brano “Questa terra bellissima” dove si parla di ambiente e pace.

«È un testo scritto nel 2018 dove si parla di rispetto, di ambiente e del fatto che il posto in cui viviamo va amato, rispettato e protetto da una serie di insidie. Questo anche pensando ai bambini, alle generazioni future. L’ho scritta diversi anni fa, ora quelle parole sono tornate attuali».

Cosa si deve aspettare il pubblico dalla serata?

«In ogni tappa ci sono alcune dei pezzi più significativi del mio repertorio, i grandi classici ma non solo. È un percorso che inizia dai miei esordi e ripercorre tutte le tappe di quello che è stato fino a qui. Tramite aneddoti e canzoni ripercorro la mia carriera, ma anche la mia vita. Le canzoni sono spesso delle fotografie, delle immagini che restano per sempre. In questo spettacolo è come se avessi fatto una selezione di queste immagini e il concerto diventa un luogo di incontro, dove trascorrere insieme una piacevole serata».

Nell’album ci sono diverse collaborazioni della scena indie. Gazzelle, Galeffi, Leo Pari e Franco126. Da padre fondatore della scuola cantautorale romana qual è il rapporto che vivi con loro? 

«Collaboro molto volentieri con loro, c’è un rapporto lavorativo ma anche di amicizia. Siamo tutti sulla stessa barca. Hanno raccolto un’eredità, un modo di fare musica alternativa, lontano dal mainstream e con suoni e linguaggi che escono dalla consuetudine, così come abbiamo iniziato noi. Abbiamo un rapporto artistico, anche basato sulla condivisione degli stessi ideali».

Come è nata la collaborazione con Carmen Consoli nel brano L’odore del mare?
«Mi sono sempre sentito affine ad un’artista come lei. Abbiamo sempre condiviso una certa dimensione emotiva e quando mi sono trovato tra le mani questa canzone l’ho subito pensata. Ho capito che la sua voce, il suo graffio e che l’avrebbe elevata e gli avrebbe dato profondità. Il pubblico ha accolto questa canzone, non solo per la sua melodia ma penso ne abbracciato anche i contenuti».

Questo tour si intitola Ho cambiato tante case? Che significato ha in questo caso la casa?
«La casa ha un valore enorme, è il punto di riferimento di tutti noi. Il luogo dove ti senti protetto, ma può anche essere intesa come uscire da quella “casa”, dalla confort zone per confrontarti con un nuovo vicinato. Un passaggio che fa paura, ma necessario, che fa crescere e allarga il tuo orizzonte e i tuoi pensieri. Per “casa” intento anche i vari generi musicali in cui mi sono sperimentato e sentito a casa in questi anni, ma anche le diverse esperienze artistiche, dal cinema alla letteratura, ognuna delle quali mi ha permesso di superare dei limiti, vivere una nuova esperienza».

TIROMANCINO
TEATRO DI VARESE, 26 MARZO 2022, ore 21
Biglietti su Ticketone

Adelia Brigo
adelia.brigo@varesenews.it

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Pubblicato il 15 Marzo 2022
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