Un nuovo tomografo ibrido ad alta prestazione per la medicina nucleare dell’Asst Lariana

Il nuovo macchinario, del valore di 830.000 euro, consente di eseguire esami scintigrafici e Spet/Tac di elevata qualità

tomografo

È entrato in funzione in questi giorni il nuovo tomografo ibrido ad alta prestazione acquistato da Asst Lariana per le attività della Medicina Nucleare grazie ad un finanziamento regionale di 830mila euro. Il macchinario – il sistema premium NM/CT870DR della ditta GE – consente di eseguire esami scintigrafici e Spet/Tac di elevata qualità (da qui, appunto, la sua qualifica di tomografo ibrido).

«L’apparecchiatura – spiega il dottor Roberto Posterli, direttore facente funzioni della Medicina Nucleare di Asst Lariana – è dotata di una Tac a 16 strati che permette un’adeguata qualità dell’imaging morfologico e rilevatori scintigrafici ad alta sensibilità che consentono di eseguire una diagnostica scintigrafica di precisione. Possiamo inoltre svolgere studi quantitativi delle lesioni neoplastiche e di conseguenza effettuare una dosimetria per le terapie con radioattività (radiometaboliche, radiologiche interventistiche, radioterapiche) e monitorare il follow-up oncologico dei pazienti». 

La medicina nucleare si occupa di diagnosticare e trattare le patologie attraverso le radiazioni che vengono emesse dai nuclei di alcuni atomi. Sia nella fase della diagnosi che in quella del trattamento, il medico nucleare utilizza sempre sostanze radiomarcate, ossia contenenti atomi radioattivi. Una volta introdotte nell’organismo queste sostanze possono essere visualizzate attraverso le radiazioni emesse, consentendo di studiare la struttura o la funzionalità degli organi e/o dei tessuti. Nel caso dei trattamenti con le terapie radiometaboliche, invece, le sostanze radioattive tendono a concentrarsi nei tessuti colpiti dalla malattia (ad esempio tumori e ipertiroidismo) e vengono così utilizzate per distruggere le cellule malate in modo quanto più selettivo possibile.

Le patologie trattate dal medico nucleare sono molte e diverse fra loro: da quelle di carattere oncologico (piani di trattamento e follow up) a quelle cardiovascolari (riconoscimento e controllo della cardiopatia ischemica), da quelle endocrinologiche (soprattutto in ambito tiroideo, paratiroideo e surrenale) a quelle neurologiche (per l’inquadramento delle principali patologie degenerative come, ad esempio, il Morbo di Alzheimer e il Morbo di Parkinson), da quelle nefro-urologiche (per definire la funzione di ciascun rene nel caso di nefropatie, per valutare reflussi vescico-renali soprattutto in età pediatrica) a quelle pneumologiche (per la malattia tromboembolica polmonare) a quelle ortopediche (ad esempio nel caso di sospetta mobilizzazione di protesi articolari) e gastrointestinali, da quelle infiammatorie a quelle infettivologiche.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Marzo 2022
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