Da area dismessa a supermercato: una nuova vita per l’ex Manifattura di Ferno

"Una nuova vita per l'ex Manifattura": il nuovo acquirente provvederà all'investimento e alla riqualifica. Dubbi dell'opposizione sulla viabilità e sui parcheggi. Si sposta invece il Tigros

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«Dopo ventidue anni e oltre di questo edificio che risulta decadente, forse siamo arrivati a una soluzione»: nel consiglio comunale di Ferno tenutosi ieri sera, giovedì 31 marzo, il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Mauro Cerutti ha introdotto il punto riguardante l’ex manifattura.

Quanto discusso ieri è un atto di indirizzo per una risposta preliminare (una prima bozza progettuale), che porterà naturalmente a una variante al Pgt.

Recentemente si è fatto avanti un acquirente che prevede di trasformare l’area da 3mila metri quadrati in un supermercato di media distribuzione, con accanto un’attività di ristorazione.

«Abbiamo chiesto il rifacimento della piazza e ci è stato accordato, così come la viabilità mantenendo i parcheggi. È un intervento che ci fa capire che i tempi del commercio dettano le soluzioni delle aree dismesse».

Il progetto era già stato presentato nella commissione Territorio dello scorso 6 dicembre e prevede aree verdi, spazi di aggregazione con panchine e dehors e 140 parcheggi per riqualificare un’area fatiscente del centro città  (tra via Trento e piazza San Martino) chiusa dalla fine degli anni Novanta e oggetto di vandalismo nel 2018.

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Il progetto

“La riqualificazione di un rudere”

Dai banchi dell’opposizione ha preso la parola Mattia Piantanida (gruppo Piantanida per Ferno): «La manifattura oggi rappresenta un grande problema di Ferno e del centro storico dal punto di vista socio-economico e di ordine pubblico. L’intervento andrà a riqualificare un’area che è un rudere irrecuperabile e va fatto: ben venga che ci sia un operatore che si è fatto avanti e che l’area venga riqualificata. Su questo siamo tutti d’accordo».

Ma il consigliere ha puntualizzato degli accorgimenti e delle soluzioni da adottare, primo tra tutti i parcheggi in area San Martino: «Lungo il margine della carreggiata non ci saranno più parcheggi. Chi la vive quotidianamente non cambierà la mentalità: chi arriva deve arrivare vicino al negozio che deve usufruire. Se li si toglie il parcheggio di fianco alla carreggiata la gente parcheggerà in divieto di sosta». Ha poi sottolineato l’importanza di mantenere i tredici parcheggi interni.

«Il disagio è minimo ma bisogna cambiare la mentalità se vogliamo vivere meglio in paese», ha risposto Cerutti. Poi è intervenuta l’assessora al Bilancio Daniela Vendramin: «Do parzialmente ragione a Piantanida, però la realtà della manifattura va risolta. Abbiamo visto diversi progetti e abbiamo pensato ai commercianti perché quelli che stanno in quella zona avranno dei dehors di circa 60 metri quadri per le persone che li frequentano e non ci sarà più la gente che mangia il gelato per strada. Un altro dehors sarà in via Mazzini. Si cerca di ritrovare delle situazioni di comfort e di vivibilità per i cittadini».

Contrario anche il consigliere Carlo Ferrari (Piantanida per Ferno): «Vedere che si tolgono i 16 parcheggi in via San Martino e viene fatto un mega-camminamento lo trovo assurdo, come avevo già espresso in commissione. Lì ci andava la rotonda, non il semaforo intelligente». Ha poi evidenziato il problema della fognatura.

A fare il punto la consigliera Claudia Colombo, al momento della dichiarazione di voto: «Considerate le difficoltà e l’importanza dell’opera, noi abbiamo proposto di affrontare il tema dei parcheggi- credo che i tempi ci siano, sollecitiamo di ricordarvi di queste grandi problematiche (parcheggi, rotonda e fognatura). Ricordatevi anche l’estetica, perchè nel progetto non c’è né un front off né un back off, è circondato dalla strada e essendo nella posizione centrale del paese deve avere una qualità per abbellire l’ingresso della nostra cittadina».

«Accogliamo quanto sollecitato dalla minoranza sulla fognatura, trasmetteremo ad Alfa la sollecitazione affinché verifichi il flusso delle acque in piazza San Martino», così ha risposto Gesualdi.

La maggioranza ha votato a favore, mentre l’opposizione si è astenuta, «ritenendo che l’intervento debba essere fatto». Così Pierangela Cassinerio, capogruppo di maggioranza: «Ricordo che il punto in discussione compare periodicamente da tanti anni nelle commissioni e nei consigli, perché il problema dell’edificio è che La manifattura per lungo tempo è stata una garanzia nel mercato della moda e del tessile. Potrebbe essere essere una luce nuova sul suo percorso».

Il Tigros si sposta

Sempre nel consiglio di ieri si è parlato del Tigros che si sposta (l’atto di indirizzo per proposta preliminare piano attuativo è conforme al Pgt). Il supermercato verrà girato sul lato opposto del terreno dove si trova ora (sul lato sinistro della provinciale), con un lieve aumento della superficie (di circa 300 metri quadrati): «Il tigros si sposta di lato, in commissione sono stati rispettati i criteri dell’intervento per le infrastrutture, parcheggi pubblici e privati e l’area verde. L’area commerciale non è una licenza in più, ma un’area che si sposta e tutti i criteri sono rispettati», ha spiegato Gesualdi.

Come opera di compensazione sarà realizzata una nuova pista ciclabile lungo la provinciale opposta a quella recentemente inaugurata. Colombo ha commentato con imbarazzo: «Noi chiediamo per l’intervento la realizzazione di una pista ciclabile dall’altra parte. Un anno e mezzo fa noi abbiamo votato contro la pista perché pensavamo fosse più interessante farla dall’altra parte, che erano state fatte delle osservazioni che non stavano in piedi. Ora l’amministrazione chiede a Tigros di realizzare una pista dall’altra parte della strada, con un particolare: l’amministrazione paga i proprietari dei terreni su cui verrà realizzata. La trovo un’incongruenza».

Gesualdi e Cerutti hanno spiegato i motivi della costruzione della prima ciclabile («Quando è stata fatta la pista attualmente in uso non era previsto l’intervento di Tigros, volevamo farla per raccogliere il flusso delle persone. Il tratto opposto ha delle incongruenze che non consentivano la pista, mentre il lato opposto – dal cimitero al Tigros – ha lo spazio sufficiente per far passare la pista senza dover spostare i pali della luce»), aggiungendo infine che «la pista ciclabile in realtà sarà trasformata in un marciapiede a tutela dei pedoni».

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Nicole Erbetti
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Pubblicato il 01 Aprile 2022
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