Assolti per le armi improprie i varesini fermati per la maxi rissa di Virtus-Varese a Bologna

I fatti avvenuti esattamente quattro anni fa. Il processo riguarda il porto abusivo di oggetti atti ad offendere secondo quanto previsto dalla normativa sul tifo violento entrata in vigore negli anni Novanta

Generica 2020

Sentenza di assoluzione per i varesini denunciati per il porto abusivo di oggetti atti a offendere a margine degli scontri avvenuti esattamente quattro anni fa a Bologna, nei momenti che hanno preceduto l’inizio della partita Virtus Bologna – Pallacanestro Varese il 22 aprile 2018. In tutto furono 38 le persone denunciate per rissa (nella quale un tifoso bolognese rimediò una coltellata alla coscia), reato che segue altro iter processuale. Ma alcuni indagati, in tutto una decina, partiti dalla città Giardino, sono stati chiamati a rispondere anche di oggetti trovati nei pressi della carovana di veicoli impiegati per seguire la trasferta, auto e furgoni “van“ presi a noleggio (nella foto, il “frame“ di un fotogramma di un video girato da Varesenews durante la rissa di Bologna).

Virtus-Openjobmetis, scontri fuori dal PalaDozza

Quella domenica secondo quanto emerso durante il dibattimento del processo tenutosi a Bologna, alcuni aderenti alla tifoseria organizzata dal basket Varese vennero attaccati durante l’avvicinamento al PalaDozza. In quei frangenti l’intervento delle forze dell’ordine cercò di mettere ordine nelle strade del centro, scortando alcuni veicoli in aree di sosta per l’identificazione degli occupanti. Qui, sempre secondo la ricostruzione di quanto accaduto, gli agenti hanno trovato diversi oggetti sospetti come aste rigide, tubi rigidi in cartone e un guinzaglio col terminale in acciaio.

Il reato contestato è previsto dall’articolo 6-ter della legge 401/89, la normativa entrata in vigore nel 1990 per punire in maniera più rigida le tifoserie violente, che prevede una pena da sei mesi a tre anni e multa da1.000 a 5.000 euro per quanti vengano trovati “nei luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive, ovvero in quelli interessati alla sosta, al transito, o al trasporto di coloro che partecipano o assistono alle manifestazioni medesime o, comunque, nelle immediate adiacenze di essi, nelle ventiquattro ore precedenti o successive allo svolgimento della manifestazione sportiva” in possesso di “oggetti contundenti, o, comunque, atti ad offendere”.

Proprio il caso contestato agli ultras varesini, accusati di essersi portati da casa l’occorrente per interventi in uno scontro di strada. Il giudice monocratico di Bologna ha tuttavia emesso sentenza di assoluzione per gli imputati, in tutto una decina, con sentenza pronunciata lo scorso 28 marzo. Secondo il ragionamento del giudice, (che può solo desumersi: per le motivazioni sarà necessario attendere ancora qualche giorno), è probabile che non sia stato ritenuto valido oltre ogni ragionevole dubbio il poter ascrivere in maniera certa il possesso degli oggetti a ciascuno dei fermati.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Aprile 2022
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