Rosy Bindi ricorda Falcone e Borsellino: “La mafia continua nei suoi affari anche con la nostra disponibilità”

L'ex Presidente della Commissione parlamentare antimafia ha parlato agli studenti del liceo Ferraris in un convegno promosso dalla FLC CGIL. Ha parlato di come sia cambiata l'attività malavitosa che ancora oggi persegue i suoi obiettivi

«La mafia violenza, quella delle stragi, è stata sconfitta. Ma oggi c’è una mafia, subdola, che si insinua nelle pieghe della legalità e che ottiene comunque i suoi obiettivi senza sparare  un colpo. E questo con la nostra disponibilità». Ne è convinta Rosy Bindi, ex Presidente della Commissione parlamentare antimafia tra il 2013 e il 2018, che è stata ospite questa mattina della Flc Cgil in un convegno organizzato con il liceo scientifico Ferraris di Varese. 

L’occasione era il trentennale della morte dei giudici Falcone e Borsellino: « Il 1992 resterà impresso nella memoria del nostro paese – ha commentato Rosy Bindi – perché è stato un anno terribile ma, nel contempo, ha segnato l’inizio della rinascita, di una coscienza civile che ha cominciato ad ammettere l’esistenza della malavita organizzata. Fu l’anno in cui lo Stato cominciò a dotarsi di strumenti e uomini per mettere fine alle violenze e alle morti».

Una vittoria dunque? « Quegli uomini, autori di atti drammatici, non ci sono più, sconfitti dallo Stato. Ma la mafia è presente nel nostro paese da oltre un secolo. Fa parte della sua storia. Quella stagione costrinse la malavita a rivedere il suo modello di azione. Oggi la ’Ndrangheta è diventata ancora più forte, si è allargata in diverse parti del mondo, si è insediata in Lombardia, che è la quarta regione per presenza. Non assistiamo più a episodi di violenza perché la mafia è subdola: sa inabissarsi, agire sotto traccia, e questo comportamento ci ha resi meno attenti. Ha trovato terreno fertile in quell’economia fragile o malata che ha pensato di potersi riscattare affidandosi a potenti alleati. Le coscienze si scuotono maggiormente davanti a crimini violenti, ma, non di meno, occorre prestare attenzione al mondo degli appalti truccati, delle false fatturazioni, del riciclaggio di denaro, settori meno appariscenti ma su cui la mafia investe per continuare a raggiungere gli stessi obiettivi criminali di un tempo, senza versare più una goccia di sangue.  La mafia è un furto di democrazia e i nostri ragazzi devono studiare la mafia e sapere che il mercato della droga finanzia queste potenti organizzazioni criminose, devono comprendere che dobbiamo essere più responsabili e  attenti in difesa della nostra democrazia».

Parole che hanno colpito la giovane platea formata dagli studenti di due classi del Ferraris: la 5F che ha lavorato proprio con la Cgil sul concetto filosofico di “male” nel Novecento, affrontando le diverse occasioni dove le parole democrazia e civiltà sono state violate, concludendo il percorso proprio con una gita in una masseria nel Milanese confiscata alla mafia e destinata a nuova vita. Presenti anche gli studenti di 3L che il prossimo 19 maggio rappresenteranno teatralmente la vita di Rita Atria giovanissima collaboratrice di Paolo Borsellino che si tolse la vita una settimana dopo la strage di via D’Amelio.

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Pubblicato il 28 Aprile 2022
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