Anziana di Cocquio Trevisago ridotta in fin di vita: chiesto il rito abbreviato per l’amante violento
Si oppongono pubblico ministero e difesa di parte civile. La donna ancora in stato vegetativo. “Vicenda drammatica, la figlia vuole giustizia”
Lei, oggi quasi 80 anni, vive in stato vegetativo purtroppo oramai da tempo, dopo un trauma subito mentre era in viaggio di piacere col suo compagno molto più giovane. La famiglia vuole giustizia e combatte per arrivare a un giudizio il più presto possibile, per definire con precisione le responsabilità dei fatti che il difensore Matteo Pelli che assiste la parte civile non stenta a descrivere come vicenda di estrema gravità, «tragica, e drammatica al contempo per le condizioni patite dall’anziana».
L’anziana di Cocquio e la sua vita rovinata dopo l’incontro con l’amante quarantenne
Poi c’è lui, che la legge vuole come innocente fino a prova contraria ma che nel frattempo è agli arresti domiciliari perché la stessa legge ha permesso ai giudici di valutare come del tutto soddisfatte le esigenze cautelari che lo vedono agli arresti domiciliari in attesa del compimento del processo. La novità, per fatti risalenti oramai a diversi anni fa e venuta a galla con l’arresto del sospettato da parte della squadra Mobile di Varese, è giunta ora in fase di giudizio e nell’ultima udienza dinanzi al Collegio di Napoli (competente territorialmente) celebrata il 9 ,aggio la difesa dell’imputato ha chiesto rito abbreviato condizionato ad una perizia di parte, ricevendo l’opposizione della difesa e del pubblico ministero.
Il giudice si è riservato sull’eccezione che verrà affrontata nell’udienza del primo di giugno. Difesa e pubblico ministero hanno invece richiesto l’ammissione di una trentina di testi da escutere in dibattimento e nel frattempo il Collegio ha acquisito il fascicolo del pubblico ministero. La storia come raccontato da Varesenews parte con la denuncia della figlia della persona offesa alla questura di Varese nel settembre del 2018 dopo gli eventi tragici occorsi alla madre che nel 2017, allora 75enne, aveva intessuto una relazione con un uomo molto più giovane di lei, classe 1980, farmacista nel Comasco e originario di Caserta.
Dopo l’invaghimento della donna per l’amante più giovane al quale l’anziana riservava attenzioni e tempo passato insieme anche per viaggi, la figlia e gli amici della donna avevano notato una chiusura dell’anziana, e una sorta di controllo spregiudicato da parte del giovane che impediva ogni contatto della compagna col mondo esterno. Dominio fisico e comunicativo, telefono controllato, social filtrati. Questo fino all’episodio clou nell’agosto del 2017 quando in un centro commerciale di Secondigliano la donna, apparentemente durante un tentativo di scippo (poi contestato dal giudice per le indagini preliminari di Napoli che ha sottoposto l’uomo a misura cautelare) avrebbe battuto la testa violentemente per venire in seguito ricoverata in gravi condizioni al pronto soccorso di Terni. Poi i degradamento delle condizioni e lo sprofondamento in uno stato vegetativo permanente, dal quale la donna non si è ancora risvegliata. Da qui l’accusa di lesioni gravissime.
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