Gli studenti di Varese Giulio e Victoria brillano a Houston nella gara internazionale di debate

Giulio Bernasconi del Ferraris di Varese e Victoria Lazzarin del Tosi di Busto hanno ottenuto un eccellente risultato. Un'esperienza esaltante: «È stato bellissimo gareggiare in presenza, conoscere ragazzi e un modello di vita e scuola differenti»

squadra di debate a houston

Un torneo internazionale saltato a causa della pandemia per il Covid in Danimarca si è trasformato in un’esperienza memorabile. Giulio Bernasconi ( nella foto il quarto da sinistra) , studente dell’ultimo anno del liceo Ferraris di Varese, racconta con entusiasmo la partecipazione al  BlueBonnet World Schools Debate Tournament che si è tenuto a fine aprile a Houston in Texas. 

« Quando i docenti ci hanno avvertito del cambio di programma, pensavamo fosse uno scherzo. Incredibile l’opportunità che ci veniva offerta». Giulio è partito da Varese insieme a Victoria Lazzarin, studentessa dell’Ite Tosi di Busto Arsizio, la scuola che 10 anni fa diede avvio all’insegnamento del debate in Italia grazie a una grande d’intuizione dell’allora dirigente Benedetto Di Rienzo.

« Houston è una città incredibile – commenta Giulio – completamente diversa dalla realtà italiana. Ci sono spazi immensi ma non c’è uno spazio aggregativo centrale. Noi, abituati a Varese, città piccola, magari un po’ povera di occasioni, ma che ha una piazza e un centro di riferimento collettivo, siamo rimasti impressionati: i ragazzi americani si ritrovano nei centri commerciali perchè l’urbanistica ha sviluppato modelli residenziali attaccati a siti industriali, senza evidenziare il cuore pulsante della società. Anche Houston “down town”, il cuore cittadino, ha moltissimi grattacieli e ben 8 autostrade a sei corsie che l’attraversano».

Ma non è stata solo la dimensione urbana a colpire Giulio: « All’aeroporto sono arrivati a prenderci gli studenti del college, nostri coetanei. Lì tutti si muovono con le auto private perchè i trasporti pubblici sono quasi inesistenti. Ma, a parte questi elementi così diversi, è stato bellissimo potermi confrontare con i ragazzi americani, entrare nelle loro scuole, vedere come sono strutturate, la ricchezza dei loro impianti sportivi ( quando il liceo Ferraris sta faticosamente cercando una palestra ulteriore per poter permettere a tutti i ragazzi di fare educazione fisica), dei loro laboratori. Hanno di tutto : dalla stampa e disegno 3 D alla falegnameria, alla musica, al teatro, alla fotografia, alle scienze. Ma questo fa parte del sistema scolastico: negli Stati Uniti c’è solo un college e, all’interno della sua offerta formativa, uno studente sceglie il suo piano di studi spaziando a 360 gradi».

Differenze sostanziali anche nell’organizzazione della classe: « I banchi non hanno una disposizione definita, così come non esiste la cattedra. Evidente che non c’è la tradizionale lezione frontale che conosciamo noi in Italia. È tutto più informale e fluido».

Tanti elementi differenti che hanno permesso a Giulio di analizzare meglio il sistema scolastico italiano: « Nel debate occorre confrontarsi dialetticamente, evidenziare situazioni, collegare elementi. Credo che la nostra preparazione italiana ci abbia consentito di colmare le eventuali lacune che avevamo su dettagli specifici, fornendoci gli strumenti per ricostruire percorsi e concetti e arrivare comunque alla soluzione».

Una flessibilità logica e concettuale che ha ottenuto lusinghieri riconoscimenti: le due squadre italiane ( la red e la green) sono arrivate rispettivamente in semifinale e ai quarti di finale. 

Giornata storica. Per la prima volta squadre italiane di scuola superiore breakkano in un torneo internazionale.

Si legge nel sito ufficiale italiano.

squadra di debate a houston

Un piazzamento davvero prezioso se si considera anche il limite linguistico:  « I confronti sono in inglese – spiega Giulio – lingua che studiamo e con cui ci alleniamo, ma per la quale non abbiamo la completezza dialettica che avremmo se ci potessimo esprimere nella nostra lingua madre».

Il risultato, importante con un piazzamento decisamente onorevole per una squadra italiana in un contesto internazionale, completa l’esperienza positiva: « Al di là del confronto dialettico – commenta Giulio – abbiamo avuto modo di incontrare tanti ragazzini Abbiamo ricevuto un’accoglienza estremamente calorosa da parte dei coetanei statunitensi che ci hanno trattato con simpatia, inserendoci immediatamente nel loro gruppo. Abbiamo partecipato alle loro feste, alle uscite in città. Ci siamo sentiti amici. Le famiglie ospitanti sono state attente e ci hanno coinvolto in tutti i modi ».

La gara ha dimostrato, poi, il livello crescente del debate in Italia: « In questo momento, i più forti sembrano i ragazzi asiatici. Hanno capacità, strategia e un approccio molto più sfidante del nostro – commenta costudente varesino – noi siamo ancora all’inizio. Ci concentriamo su preparazione e presentazione. Ma siamo ancora cauti nel contrasto agli avversari, nel porre le domande, nell’intimidire i competitor….. Negli altri paesi, il debate è materia curricolare, mentre in Italia si svolge al pomeriggio e non influisce sulla pagella.  riconosco, però, che un approccio che ci permette di avere competenze e abilità nel dialogare, esporre e valutare le posizioni altrui con spirito critico: tutte capacità che ci torneranno utili sempre».

squadra di debate a houston

Dopo tre anni di debate e di confronto con gli studenti stranieri, Giulio ha deciso che nel suo futuro ci sarà un’università straniera: « Ci ho pensato molto e ora ho deciso di iscrivermi a un corso che vede collaborare 8 diversi atenei europei, incentrato su studi di politica, società ed economia. Hanno accettato la domanda e inizierò probabilmente in Belgio per poi spostarmi perchè ogni anno si segue in un ateneo diverso degli otto. Ho sempre desiderato studiare all’estero e il Covid me lo ha impedito. Ora la mia domanda è stata accolta e sono determinato a seguire il mio sogno».

 Prima di spostarsi in Belgio però c’è ancora la maturità: « È vero ,anche se non mi fa molto paura. Forse, un po’ la prova di matematica perchè, per uno come me abituato al debate, al confronto e alla dialettica, i numeri sono un pochino più ostici, meno malleabili. Ma le basi per affrontarli ci sono».

Huston, Varese non ha un problema!

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 09 Maggio 2022
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