Nel primo trimestre cala l’indice degli ordini delle macchine tessili
Alessandro Zucchi, presidente di Acimit: "Pandemia e conflitto russo-ucraino hanno accentuato il clima di incertezza"
Nel primo trimestre 2022, l’indice degli ordini delle macchine tessili fa segnare una diminuzione, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Secondo i dati diffusi dall’Ufficio studi di Acimit, l’Associazione dei costruttori italiani di macchine tessili, la flessione è stata del 4%. In valore assoluto l’indice si è attestato a 117 punti (base 2015=100).
Gli ordini hanno registrato una flessione del 22% sul mercato interno, mentre all’estero il calo è stato più contenuto (-2%). In Italia il valore assoluto dell’indice si è fissato a 136 punti. Sui mercati esteri l’indice ha segnato un valore di 114,9 punti. «Pandemia e conflitto russo-ucraino – commenta Alessandro Zucchi, presidente di Acimit – hanno accentuato il clima di incertezza per tutti gli operatori della filiera tessile. Le criticità già presenti l’anno passato, quali il forte rincaro dei prezzi delle materie prime e la loro scarsa disponibilità, l’aumento dei costi di trasporto, oggi si sono accentuate. Sui mercati esteri si nota un assestamento nella raccolta ordini, mentre sul mercato domestico, dopo il forte recupero avvenuto nel 2021, dobbiamo fare i conti con la negatività che permea la congiuntura italiana».
Il protrarsi del conflitto in Ucraina e il succedersi dei lockdown dovuti alla pandemia nel principale mercato per i costruttori di macchine tessili, vale a dire la Cina, minano la fiducia delle aziende italiane del settore. «Ritengo che il 2022 sarà un anno di transizione per il settore, in attesa che sullo scenario economico internazionale ritorni il sereno – aggiunge Zucchi – Nel frattempo la nostra associazione continua a lavorare per rafforzare il posizionamento internazionale dell’industria meccanotessile italiana attraverso le iniziative promozionali realizzate in collaborazione con Maeci e Ice Agenzia».
Ultima di queste iniziative è stata l’apertura, avvenuta a fine aprile, di un centro italiano di formazione tecnologica per le macchine tessili in Mongolia, Paese tra i principali produttori di pelo di cashmere. «Con l’avvio dell’operatività del centro di formazione – conclude il presidente di Acimit – il nostro settore pone le basi per ulteriori opportunità di business in un mercato emergente. Sono sicuro che l’iniziativa potrà avere un ritorno di immagine non solo sulle singole aziende italiane che partecipano fornendo i macchinari, ma sull’intero meccanotessile italiano».
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