Protesi e apparecchi a prezzi gonfiati, due medici e tre manager in manette. Perquisizioni a Varese
Due medici e tre manager sono finiti in carcere, altri sette indagati a piede libero. Avrebbero prescritto per decenni protesi e apparecchi ortodontici non necessari favorendo una società milanese
Avrebbero preso tangenti per favorire, con prescrizioni non necessarie di materiale ortodontico e protesi a costi radoppiati, una nota società milanese sin dagli anni ’90. Per questo motivo i finanzieri del Comando Provinciale di Milano, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal G.I.P. nei confronti di 5 persone indagate per associazione a delinquere e corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. In carcere sono finiti due medici delle asst di Milano e Lodi e tre manager della società.
Le investigazioni, che coinvolgono complessivamente 12 indagati, sono state svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano e hanno riguardato un ipotizzato sistema corruttivo che si protrarrebbe già da una trentina d’anni nell’ambito della produzione e distribuzione di manufatti odontoprotesici, perpetrato da un’azienda leader nel settore dell’odontotecnica, con la compiacenza di medici operanti presso molteplici Aziende Ospedaliere pubbliche lombarde.
In particolare, la società, nelle persone del legale rappresentante e di suoi fidati collaboratori e dipendenti, si sarebbe accordata con odontoiatri in servizio presso ambulatori pubblici i quali avrebbero prescritto protesi, accessori e manufatti ortodontici anche in eccesso e/o non necessari, maggiorando così i prezzi poi direttamente pagati dall’inconsapevole paziente. Per almeno uno dei medici si parla di tangenti che sfiorano il milione di euro.
Nell’ambito “ortodonzia”, il sistema illecito consisterebbe nel rilascio di una prescrizione medica per manufatti non necessari, non effettivamente impiantati o dai costi indebitamente raddoppiati; nell’ambito “protesi”, verrebbero rilasciate prescrizioni mediche ove si indicano voci accessorie, non corrispondenti ai trattamenti effettuati, al solo fine di aumentare artatamente il valore finale della prestazione per la successiva fatturazione e pagamento da parte dell’ignaro paziente.
In cambio di tali prestazioni improprie, i medici compiacenti avrebbero ottenuto dalla società fornitrice delle protesi un compenso calcolato in percentuale sul fatturato procurato all’azienda mediante le prescrizioni mediche effettuate, dazione corruttiva erogata ai professionisti, in contanti, con consegne brevi manu (una è stata filmata dagli investigatori, ndr) o mediante sconti per i propri studi privati. Contestualmente, sono in corso perquisizioni nelle provincie di Milano, Monza Brianza e Varese.
L’azione di servizio, svolta in stretta sinergia con l’Autorità Giudiziaria, testimonia il perdurante impegno della Guardia di Finanza a presidio della sicurezza economico-finanziaria del Paese e nel contrasto alla corruzione ed ai reati contro la Pubblica Amministrazione che sottraggono alla collettività pubbliche risorse, incidendo così inevitabilmente sul cittadino come in un settore di estrema delicatezza quale quello della sanità.
Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.
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