Pubblica sui social la foto del casco usato per la rapina: la polizia di Varese lo scopre

In corso a Varese il processo sulle rapine effettuate nella zona di confine fra il 2017 e 2018. In aula rivelate le modalità con cui gli inquirenti hanno stretto il cerchio intorno all'imputato (foto di repertorio)

casco moto da pixabay

Macchine e moto utilizzate per portare a segno i colpi, valichi scarsamente presidiati ma attrezzati con telecamere, rapine veloci ed efficaci. È nei particolari che si nasconde la chiave di volta che ha permesso di arrivare alla conclusione delle indagini e a stringere il cerchio su un uomo imputato per concorso in rapina, tradito però dalla passione per le foto e per i social network.

In particolare la moto del sospettato, al centro delle indagini della Squadra Mobile, è stata ripresa in entrata nel territorio italiano dopo un colpo avvenuto il 4 novembre 2017; inoltre anche il casco indossato da chi era in sella al mezzo è stato notato tra i “post” che l’uomo ha pubblicato su Facebook il 25 novembre dello stesso mese. (foto da Pixabay)

Su questi elementi si è basata la testimonianza di un assistente capo della polizia di Varese il quale ha risposto alle domande delle parti e del presidente del Collegio in un processo che si celebra al tribunale di Varese. Il fatto contestato all’imputato riguarda una rapina (ne sono state però citate in aula tre effettuate tra il novembre 2017 e l’aprile 2018). È la particolarità del casco, quasi unico nel suo genere, che ha messo in allarme gli investigatori: rimane ora da capire se è possibile la formazione della prova; inoltre andrà definito chi sia in effetti il soggetto che ha portato a termine la rapina col casco da motociclista al centro degli scatti. La prossima udienza è stata fissata per il prossimo 18 ottobre.

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Pubblicato il 24 Maggio 2022
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