Rabbia, aviaria, vaiolo: quando il mondo animale diventa una minaccia per l’uomo

Il Distretto veterinario di Ats Insubria è chiamato a monitorare la situazione. Tante le situazioni da tenere sotto controllo, dalle colonie randagie, ai cinghiali infestanti, ai volatili migratori ammalati, sino al benessere degli allevamenti e al ricorso ai farmaci

Cinghiali

La rabbia dei cani, la rogna dei cinghiali, l’influenza aviaria. E poi il Covid e ora il vaiolo delle scimmie. Virus, parassiti , batteri si diffondono tra gli animali selvatici e alzano il livello di guardia. Si teme il salto di specie, ritrovarsi indifesi davanti alla minaccia invisibile. Il Covid ha impartito una durissima lezione.
Non è stato però, il primo caso e non sarà l’ultimo. L’ambiente in cui viviamo è complesso e offre un ventaglio di problemi di cui, quello della salute, è il più preoccupante ma non è l’unico.

« Monitorare, controllare, definire linee guida e strategie è sempre stato fondamentale e continuerà a esserlo -spiega Marco Magrini Direttore del Dipartimento veterinario di Ats Insubria – È un lavoro che facciamo insieme ad altri soggetti: istituzioni, comunità, associazioni e cittadini perché è fondamentale la consapevolezza del valore di ciascun atto per mantenere l’equilibrio e limitare le occasioni di rischio».

Il vaiolo delle scimmie è l’ultimo allarme scattato nel paese: « Parliamo, però, di un virus endemico in alcune parti del continente africano – spiega il dottor Magrini – Il caso italiano è relativo a una persona che rientrava dalle Canarie. Si tratta, inoltre, di un virus che fa parte della famiglia del vaiolo, ma non è così pericoloso. Non è da prendere sottogamba, è bene monitorare la situazione e individuare i casi, ma ritengo che il rischio di un’epidemia sia bassa».

I temi sul tavolo del direttore del Dipartimento sono altri: « In questi dieci anni è molto cambiato l’ambito veterinario. Oggi è diventato centrale parlare in termini di “One health”. Il benessere di ciascun componente dell’ambiente è importante per il benessere collettivo. È questa la filosofia che ispira le nostre azioni».

AZIONI DI CONTROLLO DEL NUMERO DI CINGHIALI E UNGULATI

In termini concreti, le priorità, oggi, sono legate, per esempio, alla rogna dei cinghiali e poi alla peste suina: « Nel Varesotto non abbiamo casi, ma monitoriamo il Parco del Ticino da cui, potenzialmente, potrebbe arrivare la minaccia per l’incontro degli esemplari residenti con quelli che arrivano dal vicino Piemonte, dove esiste un focolaio al confine con la Liguria».

Alle operazioni di controllo partecipano attivamente anche i cacciatori: « Devono essere sensibilizzati sul rischio delle malattie delle specie selvatiche per evitare di trattare le carcasse in modo inappropriato e rimanere infettati dal parassita. Le conseguenze non sono gravi per l’uomo, in caso di rogna si parla di crosticine sulle mani, ma è più grave portare  in giro questo parassita». L’altro problema dei cinghiali è collegato alla loro presenza infestante: «Dannosa per le coltivazioni ma anche per la sicurezza delle strade – sottolinea Marco Magrini – Da alcuni anni si autorizza l’abbattimento di diversi capi. Si formano i cacciatori per raggiungere l’obiettivo di contenimento che è fondamentale perché, meno capi vuol più occasioni di cibo nei loro ambienti e quindi meno danni alle colture e meno presenze sulle strade».

ALLEVAMENTI INTENSIVI E BENESSERE DEI CAPI

Lo stesso discorso può valere per altri ungulati come cervi o mufloni, questi ultimi liberati tempo fa nella zona del Cuvignone dove hanno trovato un habitat adeguato per riprodursi : « le attività sono di contenimento e, nel contempo, di controllo della salute. Il benessere animale è altrettanto  importante. Anche negli allevamenti intensivi si riflette sul valore delle attività portate all’estremo che spesso minano la salute dell’animale contrapposte a una minor produzione con condizioni di vita migliori. Il tema non è secondario: le malattie comportano cure, curare vuol dire somministrare medicinali, gli antibiotici arrivano, attraverso le carni, all’uomo. Ecco perché ci sono regole molto severe sull’utilizzo dei farmaci negli animali da carne o da latte e verifiche di tutta la filiera.».

CONTROLLO DEL RANDAGISMO E CANI IN ARRIVO DALL’UCRAINA

La politica di controllo ha ridotto il randagismo dei cani grazie ai microchip e la stessa azione si vuole promuovere nelle colonie feline, d’intesa con le amministrazioni e le “gattare”che si occupano di raccogliere gli esemplari randagi e sterilizzarli: « La guerra in Ucraina ha fatto scattare – sottolinea il Direttore del Dipartimento veterinario di Ats –  un piano di prevenzione della rabbia. In Italia sono almeno 20.000 i cani arrivati al seguito dei padroni. In Ucraina, però, ci sono focolai di rabbia. Il Ministero della salute ha imposto controlli e vaccinazioni a tutti gli esemplari in ingresso per evitare il diffondersi di questa malattia».

L’INFLUENZA AVIARIA E GLI UCCELLI MIGRATORI

Dai bovini agli uccelli le azioni di contenimento dell’aviaria hanno permesso di far rientrare gli allarmi di un decennio fa: « Non sono tanto gli allevamento ovaioli locali che sono controllati quanto gli uccelli migratori che fanno tappa nella nostra provincia ricca di specchi d’acqua. Questi esemplari, magari malati, possono entrare in contatto con quelli d’allevamento e infettarli. Per questo gli allevamenti devono seguire alcune specifiche per evitare il contatto tra specie».

IL CONTROLLO DEGLI INSETTI ATTORNO A MALPENSA

Poi c’è tutto il tema degli insetti e dei parassiti che arrivano in Italia trasportati dagli aerei o importati con i commerci: « Le condizioni climatiche differenti permettono lo sviluppo di specie che un tempo non esistevamo. . Bastano un po’ di gradi in più per modificare la presenza di nuove specie. Abbiamo delle trappole sparse soprattutto attorno allo scalo di Malpensa. Ciclicamente controlliamo gli insetti catturati per vedere se stiamo veicolando malattie».

Insomma, l’uomo e la natura hanno bisogno di regole per convivere: « Il principio “One health” contenuto anche nella riforma della sanità è il cuore di questo approccio che non può dimenticare nulla, ma deve monitorare, studiare e correggere per evitare che si perda un equilibrio in continua evoluzione».

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Pubblicato il 20 Maggio 2022
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Commenti

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  1. Dario Sioli
    Scritto da Dario Sioli

    Qui, l’unica vera minaccia è l’Uomo stesso.

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